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  • Martedì 6 giugno 2023

C’è una disputa sulle fragole tra Spagna e Germania

Nella provincia spagnola di Huelva la loro irrigazione è garantita da pozzi scavati illegalmente, e questo ha portato a problemi e boicottaggi

(PAUL CHINN/San Francisco Chronicle via AP)
(PAUL CHINN/San Francisco Chronicle via AP)

In Spagna è in corso uno scontro politico sull’utilizzo dell’acqua per irrigare le coltivazioni di fragole, una delle principali esportazioni agricole del paese. Questo scontro, cominciato tra il governo centrale e l’amministrazione regionale dell’Andalusia, negli ultimi giorni si è esteso anche alla Germania, il più grande acquirente europeo di fragole spagnole, a causa dei gravi dubbi sulla sostenibilità della loro coltivazione.

Al centro dello scontro ci sono un migliaio di pozzi illegali scavati negli ultimi anni da alcuni contadini dell’Andalusia, una delle regioni con la più alta produzione di fragole, per far fronte alla siccità che sta rischiando di comprometterne seriamente la coltivazione. Il governo regionale andaluso, di centrodestra, vorrebbe legalizzare questi pozzi, e il governo centrale si oppone citando una serie di grossi rischi ambientali. Per contrastare questi rischi, dalla Germania è partita un’estesa campagna di boicottaggio ambientalista che secondo il governo rischia di mettere a rischio uno dei settori più importanti dell’economia spagnola.

Le coltivazioni di fragole e frutti di bosco rappresentano oltre l’11 per cento del PIL della provincia di Huelva, quella dove si trovano le coltivazioni al centro della disputa: generano circa 100mila posti di lavoro diretti, 160mila indiretti e producono il 98 per cento dei frutti rossi coltivati in Spagna e il 30 per cento di quelli esportati nell’Unione Europea. Alla sola Germania sono destinate il 33 per cento delle esportazioni totali verso l’Unione.

Il governo conservatore locale, guidato dal presidente regionale Juan Manuel Moreno, vorrebbe legalizzare i pozzi che gli agricoltori andalusi hanno scavato in questi anni. Ma a questo piano si oppongono una serie di organizzazioni ambientaliste e il governo centrale spagnolo, guidato dal Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez, secondo cui i pozzi illegali rischiano di prosciugare una delle zone umide più importanti d’Europa, l’area naturale della Doñana, sempre in Andalusia.

Teresa Ribera, la ministra spagnola della Transizione ecologica spagnola, ha detto che il piano del governo regionale andaluso sta «generando il panico» e creando un «serio rischio di reputazione» per la Spagna.

La legge del governo regionale andaluso, già proposta in passato e al centro di discussioni tra governo centrale e regionale, vorrebbe annullare una precedente legge approvata nel 2014, quando la regione era governata dai Socialisti, che in sostanza aveva revocato la classificazione di “terreno agricolo” a un’estesa parte di quel territorio, secondo il governo locale rendendolo estremamente povero di risorse idriche.

Tutti i pozzi scavati in quel territorio dal 2014 in poi sono illegali: Ribera ha detto che il governo ne ha chiusi circa 700, ma identificarli è difficile, perché molti sono nascosti sotto la vegetazione e vengono frequentati in orari del giorno in cui non c’è molta gente in giro, per esempio la mattina presto.

Il governo andaluso sostiene invece che la legalizzazione dei pozzi non danneggerebbe le falde acquifere della Doñana, ma faciliterebbe l’estrazione di acqua e l’irrigazione delle piantagioni, a vantaggio di un settore particolarmente redditizio dell’economia spagnola. Come le altre regioni spagnole l’Andalusia ha un suo parlamento, e il Partito Popolare avrebbe l’appoggio necessario ad approvare la legalizzazione dei pozzi.

Il presidente dell’Andalusia Juan Manuel Moreno (Credit Image: © Jorge Armestar/Contacto via ZUMA Press via ANSA)

Lo scontro sui pozzi illegali nelle coltivazioni di fragole si è allargato alla Germania soprattutto per via di una petizione promossa da alcuni attivisti ambientali su Campact, una piattaforma tedesca simile a Change.org, che ha già raccolto oltre 160mila firme. Nella petizione si invitano grosse catene di supermercati come Lidl o Aldi a non acquistare più prodotti provenienti dalle coltivazioni vicine all’area di Doñana.

La ministra Ribera si è detta molto preoccupata per l’invito al boicottaggio: ha accusato il governatore Moreno di mettere a rischio un intero settore dell’economia spagnola e di danneggiare gli affari degli agricoltori spagnoli che coltivano le proprie fragole rispettando la legge.

Nel frattempo, questa settimana, una delegazione di nove parlamentari tedeschi appartenenti a diverse commissioni che si occupano di temi ambientali ha dapprima annunciato una missione di «accertamento» sulle piantagioni della provincia di Huelva, e poi l’ha rimandata per evitare di interferire con le elezioni politiche spagnole, che si terranno il prossimo mese.

Lo scontro sulle fragole ha raggiunto anche l’Unione Europea: lo scorso aprile il Commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevičius, dei Verdi, ha visitato la zona di Doñana per mostrare sostegno al governo centrale e alla sua opposizione al progetto di legalizzazione dei pozzi. Il Partito Popolare Europeo, di centrodestra e di cui fa parte il Partito Popolare spagnolo, quello di Moreno, lo ha accusato di sostenere la campagna elettorale dei Socialisti a ridosso delle imminenti elezioni.

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