Cosa vuol dire che Elon Musk non sarà più CEO di Twitter

Lascerà la carica a una donna di cui non ha fatto il nome, ma ci si aspetta che le decisioni più grosse le prenderà sempre lui

(AP Photo/Rebecca Blackwell)
(AP Photo/Rebecca Blackwell)

Giovedì il proprietario di Twitter Elon Musk ha detto di aver individuato la persona che andrà a sostituirlo come amministratore delegato (o CEO, in inglese, acronimo che sta per Chief Executive Officer) di Twitter: non ha fatto nomi, ma ha usato un pronome femminile per indicarla, sottintendendo che probabilmente si tratterà di una donna.

Da quando ha acquistato Twitter a fine ottobre, Musk ha ricoperto quasi tutti i ruoli di maggior potere nell’azienda, tra cui quello di CEO, quello di presidente e quello di Chief Technology Officer (CTO). Ora ha precisato che terrà comunque per sé il titolo di presidente esecutivo e quello di CTO, continuando a prendere le decisioni sugli aspetti tecnologici della piattaforma. Nella pratica, questo vorrà dire che Musk manterrà molto probabilmente grandissima parte dell’influenza che ha attualmente su Twitter. La nuova amministratrice delegata si dovrebbe concentrare invece sulle decisioni aziendali, tra cui la gestione delle risorse umane ed economiche della società.

La persona in questione dovrebbe iniziare a lavorare tra circa un mese e mezzo: secondo varie fonti si tratterà di Linda Yaccarino, l’attuale responsabile della pubblicità e delle partnership per NBCUniversal, una delle più grandi aziende mediatiche e di intrattenimento al mondo. Il Wall Street Journal ha scritto che Yaccarino sta facendo dei colloqui per ottenere il posto, e il giornalista esperto di media e tecnologia Dylan Byers ha detto di aver sentito la stessa cosa da più fonti a lei vicine. Yaccarino starebbe da tempo cercando di ottenere la posizione di CEO di Twitter: di recente ha fatto un’intervista molto positiva a Musk, e ha più volte twittato di volere un rapporto più stretto tra NBCUniversal e Twitter.

L’annuncio di una persona che sostituisse Musk a Twitter era atteso da tempo: a dicembre l’imprenditore aveva chiesto in un sondaggio pubblico sul proprio profilo se avrebbe dovuto dimettersi da capo di Twitter, promettendo che avrebbe rispettato il risultato del sondaggio. La maggior parte degli utenti aveva votato a favore delle sue dimissioni, ma molti avevano speculato che si sarebbe dimesso soltanto dalla carica di CEO, come aveva più volte lasciato intuire, pur mantenendo la proprietà dell’azienda.

– Leggi anche: Il problema che Elon Musk si è creato da solo

A questo si aggiunge il fatto che a dicembre gli investitori di Tesla – l’azienda di auto elettriche di cui Musk è proprietario e che genera la gran parte del suo patrimonio – gli hanno apertamente chiesto di cedere il controllo del social network, addossando la colpa del fatto che il prezzo delle azioni della casa automobilistica era molto sceso al fatto che Musk dedicasse così tanto del proprio tempo a Twitter. Ci sono state molte discussioni negli ultimi mesi anche su come l’attenzione che Musk dedica a Twitter stia influenzando le altre società di cui è a capo, tra cui SpaceX, Neuralink e The Boring Company.