Le stagioni del Wrexham
È una squadra di calcio gallese al centro di una docuserie e protagonista di due stagioni, una calcistica e una seriale, di successo: ma già si pensa alle prossime
di Gabriele Gargantini
Grazie a una vittoria per 3-1 contro il Boreham Wood Football Club, il 22 aprile il Wrexham, squadra semi-professionistica di una omonima città nel nordest del Galles, ha vinto la National League ed è stata promossa in League Two, la quarta divisione del calcio inglese.
Il Wrexham è una delle squadre di calcio più antiche al mondo e ha vinto il suo campionato con 110 punti, ma non è tanto per questo che siti, giornali e canali britannici e internazionali hanno dedicato grandi attenzioni alla sua eccellente stagione. Il motivo è che nel 2021, quando era in grande crisi, la squadra fu comprata dagli attori Rob McElhenney e Ryan Reynolds, interessati a portarla più in alto possibile nella piramide del sistema calcistico inglese, oltre che a raccontare questo loro tentativo nella docuserie sportiva Welcome to Wrexham su Disney+.
La prima stagione televisiva di Welcome to Wrexham, che racconta l’arrivo di McElhenney e Reynolds e la mancata promozione della squadra in League Two, ha generato in questi mesi notevoli attenzioni attorno alla città e alla sua squadra. E il risultato di questa stagione calcistica sembra proprio perfetto per essere raccontato nei prossimi episodi della serie. Finora tutto sta girando al meglio per Wrexham, il Wrexham e Welcome to Wrexham: la città attira turisti, attori famosi, curiosità e investimenti; la squadra vince e la serie ha una storia vincente da raccontare.
Ma per come sono fatti sia il calcio che la serialità, già si parla delle prossime stagioni, e sia in quelle calcistiche che in quelle seriali non è detto che tutto andrà sempre così.
Il Wrexham fu fondato nel 1864, cosa che la rende la terza squadra più antica al mondo tra quelle ancora esistenti, e gioca le sue partite casalinghe al Racecourse Ground, a sua volta uno degli stadi di calcio più antichi al mondo: fu costruito a inizio Ottocento per partite di cricket e corse di cavalli, e il Wrexham ci gioca da ormai da oltre 150 anni. Visto che quando fu fondato ancora non esisteva un campionato di calcio gallese, il Wrexham frequentò fin da subito i campionati inglesi e questo è, in breve, il motivo per cui nonostante esistano campionati di calcio solo gallesi, alcune squadre del Galles (come il Wrexham ma anche altre più forti come il Cardiff City e lo Swansea) giocano nei campionati inglesi. Un altro motivo è che quei campionati — la Premier League ma anche le serie minori — sono parecchio più competitivi e remunerativi rispetto a quelli gallesi.
Nella sua lunga storia il Wrexham era arrivato a essere una delle migliori squadre di calcio del Galles. I tifosi ancora ricordano le tre volte in cui la squadra arrivò fino ai quarti di finale di FA Cup, l’antica competizione a scontri diretti dove talvolta anche squadre più piccole arrivano a giocarsela con i migliori club di Premier League.
Ancora più ricordate sono però le apparizioni del Wrexham in Coppa delle Coppe, la vecchia competizione europea per le squadre che avevano vinto la loro coppa nazionale, a cui il Wrexham partecipò diverse volte come squadra vincitrice della coppa gallese, a cui era ammessa nonostante le sue altre partite fossero dentro il circuito calcistico inglese. Nel 1976 il Wrexham arrivò ai quarti di finale contro l’Anderlecht, squadra belga che poi vinse il torneo; nel 1984 vinse una partita contro il Porto per poi essere eliminata dalla Roma, con gol di Roberto Pruzzo, Toninho Cerezo e Ciccio Graziani.
Il miglior risultato di sempre del Wrexham in un campionato è un quindicesimo posto alla fine degli anni Settanta, in Second Division, che al tempo era la Serie B inglese. Negli anni Novanta fu la squadra contro cui giocò il Manchester United tre giorni dopo che l’attaccante francese Eric Cantona aveva dato il celebre calcio a un tifoso; nel 2002 fu la squadra contro cui Wayne Rooney, che ancora giocava all’Everton, segnò i suoi primi due gol tra i professionisti. L’ultimo campionato del Wrexham in League Two (la quarta divisione, in cui giocherà di nuovo dalla prossima stagione) fu nel 2008, con un ultimo posto e la successiva retrocessione.
Quella retrocessione, l’assenza di successive promozioni e una cattiva gestione economica crearono problemi alla squadra, che arrivò vicina al fallimento. Si salvò dopo che nel 2011 alcuni tifosi ne saldarono i debiti assumendone il controllo.
E poi, nel 2021, le cose sono cambiate grazie all’arrivo di due attori “di Hollywood”, che prima di decidere di comprare il Wrexham non si erano mai incontrati dal vivo, che non erano mai stati in Galles e che per loro stessa ammissione nemmeno si intendevano granché di calcio. In particolare fu McElhenney, noto soprattutto per la sitcom C’è sempre il sole a Philadelphia, a decidere di voler comprare una squadra di calcio dopo aver visto, su consiglio di uno sceneggiatore suo amico, Sunderland ‘Til I Die e dopo essersi appassionato alle docuserie sportive, in particolare quelle sul calcio.
Col senno di poi, Wrexham può sembrare una scelta ovvia, per la quale viene da chiedersi perché nessuno ci avesse pensato prima: è una nobile decaduta (come si dice di certe squadre dagli antichi fasti e dal presente problematico) in una città operaia abbastanza lontana dalle grandi città (e dalle loro grandi squadre), con una squadra dalla storia lunga e particolare, anzitutto per il suo essere gallese nel campionato inglese. Una squadra che nonostante risultati sportivi stagnanti continuava a essere seguita da alcune migliaia di tifosi, in partite giocate al Racecourse Ground, uno stadio storico da circa diecimila posti, per molti versi fuori scala rispetto ad altri della National League.
McElhenney e Reynolds iniziarono a pensare seriamente di acquistare il Wrexham nel 2020, in tempi di pandemia. Nel novembre di quell’anno i tifosi-proprietari votarono a larghissima maggioranza a favore della possibile acquisizione e nel febbraio del 2021 i due lo comprarono con un investimento pari a circa due milioni e mezzo di euro.
Per convincere i tifosi, McElhenney (che parlò di quanto Wrexham gli ricordasse Philadelphia) e Reynolds (che oltre al suo lavoro nel cinema negli ultimi anni si è distinto per alcuni grandi successi imprenditoriali e per l’approccio leggero e scanzonato con cui si mostra sui social) parlarono di progetti a lungo termine e mostrarono fin da subito grande interesse e attenzioni non comuni verso la città e la comunità di tifosi del Wrexham. I due parlarono della volontà di plasmare e raccontare una storia, non solo di fare un investimento con l’idea di guadagnarci dei soldi. Fin da subito, comunque, l’idea era di comprare una squadra per raccontarne la storia: in altre parole l’acquisto del Wrexham è sempre stato legato alla docuserie sul Wrexham.
Welcome to Wrexham fu annunciata nel maggio 2021, mentre il Wrexham mancava l’accesso ai playoff di National League, ma le riprese erano iniziate già prima, per seguire le fasi di mediazione e acquisto della società, raccontate nei primi episodi della serie, che negli Stati Uniti iniziarono a essere disponibili su FX nell’agosto del 2022.
La serie ha momenti seri ma anche altri più divertenti, leggeri e spensierati. C’è il calcio, con un arco narrativo generale che a chi se ne intende ricorda le sfide con cui i più accaniti giocatori del videogioco di gestione calcistica Football Manager si impegnano a portare ai vertici del calcio europeo qualche oscura squadretta, ma c’è anche molto spazio per l’extra calcio, per Wrexham, per alcuni dei suoi circa 40mila abitanti e per i suoi luoghi più significativi: su tutti lo stadio e il Turf, il pub che gli sta accanto, ormai diventato la meta prediletta di chi va in città per poter frequentare i luoghi della serie.
Welcome to Wrexham è chiaramente pensata per un pubblico statunitense, che di calcio europeo sa poco o nulla. Spiega per esempio come funziona il sistema di promozioni e retrocessioni, assente in tutti i principali campionati sportivi nordamericani, peraltro il motivo per cui McElhenney ha detto di aver scelto di investire in una squadra europea. È sempre difficile avere dati su quanto una serie abbia successo, nel tempo e nel mondo, ma Welcome to Wrexham sembra averne avuto, soprattutto negli Stati Uniti, anche solo in base a quanto in questi mesi si è parlato della squadra, anche più che della serie.
Oltre che sulla promozione calcistica McElhenney e Reynolds (che sul suo profilo Instagram ha più follower del Manchester City) si sono concentrati sulla promozione mediatica. Su TikTok il profilo della squadra è seguito da oltre un milione di persone, e proprio TikTok è lo sponsor di maglia del Wrexham. Altri segni di questo successo mediatico stanno nelle decine di migliaia di magliette vendute e negli accordi per far trasmettere in Nord America le partite della squadra.
Dal punto di vista della gestione sportiva, McElhenney e Reynolds, che si sono fatti spesso vedere in città e allo stadio, sono descritti come attenti e presenti, ma al contempo consapevoli di dover delegare le decisioni calcistiche a chi ne sa più di loro (Reynolds ha detto che a Wrexham «anche un bambino di cinque anni si intende di calcio più di noi due») senza lasciare che le necessità o le ambizioni narrative della serie prendano il sopravvento sulle esigenze calcistiche. L’idea di base è quindi di provare a trasformare certi calciatori in personaggi della serie, senza però che i calciatori vengano scelti, confermati o scartati in base a requisiti diversi dalle loro capacità calcistiche.
A proposito: da due stagioni calcistiche, ossia da quando McElhenney e Reynolds si occupano della squadra, l’allenatore è il 55enne Phil Parkinson, ex allenatore del Sunderland (nel periodo successivo a Sunderland ‘Til I Die) e noto perché nel 2015, da allenatore del Bradford City, una squadra di League One, eliminò dalla FA Cup il Chelsea di José Mourinho, che era primo in Premier League. Parkinson ha detto che i due «si interessano a tutto quel che succede e quando sono a Wrexham passano molto tempo con i giocatori e lo staff». E ha aggiunto: «Se prendiamo un nuovo giocatore o quando qualcuno si infortuna, Ryan o Rob gli fanno sempre una telefonata».
Il giocatore più importante del Wrexham di Parkinson è Paul Mullin, attaccante inglese di 28 anni, che ha trascorso gran parte della sua carriera in League One e League Two e che solo in questa stagione ha segnato 47 gol, 38 dei quali in campionato. La storia più interessante è probabilmente quella di Ben Foster, portiere di 40 anni con alcune presenze nella Nazionale inglese, arrivato al Wrexham nel marzo di quest’anno, dopo che si era ritirato, per prendere il posto del portiere titolare che si era infortunato.
In questa stagione calcistica (quella che ancora deve essere raccontata in Welcome to Wrexham) la partita decisiva è stata quella del 10 aprile contro il Notts County, altra squadra che ha superato i 100 punti e ha a lungo tenuto testa al Wrexham in un campionato in cui solo la prima in classifica è promossa direttamente. Per capire la portata dell’interesse statunitense attorno al Wrexham, prima di quella partita decisiva il New York Times dedicò un intero articolo proprio al Notts County, altra squadra parecchio antica e a suo modo leggendaria, dalla storia movimentata e interessante.
A Wrexham la vittoria del campionato è stata molto festeggiata, al punto che il Turf pub ha dovuto chiudere dopo essere stato “prosciugato”. Ora al Wrexham resta un’ultima e ormai ininfluente partita di campionato, in trasferta a Torquay, nella contea inglese del Devon. Dopodiché, il 2 maggio, la promozione sarà festeggiata a Wrexham con un bus scoperto che porterà i calciatori in parata per la città.
Insieme alla promozione della squadra maschile in League Two si festeggerà tra l’altro anche quella della squadra femminile nel massimo campionato gallese (le cose sono diverse a livello femminile per quanto riguarda la partecipazione delle squadre gallesi ai campionati inglesi). Oltre agli investimenti nella squadra maschile, prima dell’acquisizione McElhenney e Reynolds si erano infatti impegnati, tra le altre cose, a non cambiare sede alla squadra, a migliorarne lo stadio e a occuparsi anche della crescita di quella femminile.
Per l’estate il Wrexham maschile ha inoltre già in programma una tournée negli Stati Uniti, durante la quale passerà da Las Vegas e giocherà partite amichevoli, ma parecchio remunerative, contro Chelsea e Manchester United. In vista della prossima stagione calcistica già si parla della possibilità che il Wrexham possa puntare subito a un’altra promozione. Già ora la squadra è di fatto composta in buona parte da giocatori abituati alla League Two e alla League One, e c’è da aspettarsi in numerosi rinforzi, anche se finora il Wrexham si è mosso senza strafare, con acquisti importanti ma commisurati al suo livello. Intanto, comunque, Reynolds ha provato a convincere il gallese Gareth Bale, che si è ritirato da poco, a giocare per il Wrexham.
Per la prossima stagione calcistica già si ragiona sulla possibilità di spostare l’orario di certe partite così da renderle più facili da seguire in Nord America, e sul possibile arrivo della squadra, nel giro di alcune stagioni, in Premier League.
Dal punto di vista calcistico, nei prossimi mesi e anni il Wrexham dovrà riuscire a bilanciare le esigenze e le attenzioni mediatiche, parecchio inconsuete per una squadra del suo livello, con la necessità di gestire una crescita organica, senza strappi, passi falsi o accelerazioni esagerate e magari dannose, per una squadra che nonostante i suoi tanti nuovi tifosi nel mondo è comunque abitata da meno persone di quelle che ci stanno nella maggior parte degli stadi delle squadre che giocano in Premier League.
Per quanto riguarda invece Welcome to Wrexham la sfida sarà continuare a ri-raccontare una storia che, come per altre docuserie sportive, sta per forza di cose una stagione indietro rispetto agli eventi che sempre più persone seguono online in diretta e su cui sono aggiornate dai giornali o anche solo seguendo il Wrexham sui social. Se fin qui le prime due stagioni si sono scritte da sole, con una promozione prima fallita e poi centrata dopo un intenso confronto con una grande rivale, c’è poi il rischio che uno, due o tre anni di stallo, senza una nuova promozione, magari con un paio di campionati trascorsi a metà classifica, possano finire per annoiare gli spettatori.
Nella migliore delle ipotesi, il successo calcistico e mediatico potrebbero insomma continuare ad alimentarsi a vicenda, con grandi possibilità e prospettive di crescita, affermando il Wrexham come un modello di gestione sportiva coordinata ed efficace. Nella peggiore, invece, un insuccesso in uno dei due campi potrebbe finire per compromettere l’altro, sebbene Reynolds e McElhenney dicano di essere sempre più interessati alle sorti della squadra e di puntare apertamente alla Premier League.
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