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  • Giovedì 20 aprile 2023

Sono morte 78 persone nella calca per un evento benefico in Yemen

È successo nella capitale Sana'a: centinaia di persone aspettavano di ricevere donazioni da commercianti locali

Uno dei luoghi dell’incidente nelle immagini televisive locali (ANSAR ALLAH HOUTHI MEDIA OFFICE via AP)
Uno dei luoghi dell’incidente nelle immagini televisive locali (ANSAR ALLAH HOUTHI MEDIA OFFICE via AP)
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Almeno 78 persone sono morte mercoledì sera a Sana’a, capitale dello Yemen, schiacciate o asfissiate nel caos che si è generato durante un evento che prevedeva la distribuzione di donazioni alla popolazione. Le autorità locali dicono che ci sono anche 73 feriti, di cui almeno 13 in condizioni gravi.

Centinaia di persone si erano radunate nei pressi di una scuola dove alcuni commercianti locali avevano annunciato la distribuzione di denaro pari a circa 10 euro a persona in occasione della festività islamica di Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan. Secondo le prime ricostruzioni, basate sulle testimonianze di alcuni testimoni raccolte da AP, alcuni soldati appartenenti al gruppo dei ribelli Houti, che controllano la città e il nord del paese dal 2014, avrebbero sparato in aria per cercare di controllare la folla. Uno dei proiettili avrebbe colpito alcuni cavi elettrici, provocando un’esplosione e causando una fuga precipitosa di parte della folla. La calca incontrollata che è seguita avrebbe causato la strage.

– Leggi anche: Come si muore nella calca

Nei minuti immediatamente successivi all’incidente militari Houti hanno circondato la zona, bloccando l’accesso anche ai giornalisti, ma alcuni video pubblicati sui social media mostrano i momenti dell’incidente, con decine di persone a terra, apparentemente senza vita, e immagini di molte scarpe e indumenti rimasti sul luogo dove si è provocato il caos.

(Attenzione: il video qui sotto mostra immagini che potrebbero essere sgradevoli per le persone più sensibili).

I due commercianti appartenenti all’organizzazione benefica che aveva organizzato l’evento sono stati arrestati. Le autorità li accusano di non aver concordato la distribuzione con le forze di polizia. È piuttosto comune in Yemen, e non solo, che uomini d’affari e persone con grandi disponibilità economiche distribuiscano pubblicamente cibo e soldi durante il Ramadan.

In Yemen si stima che circa l’80 per cento dei 33 milioni di abitanti abbia bisogno di aiuti umanitari: il paese era già molto povero, nove anni di guerra hanno complicato ulteriormente la situazione. Secondo l’ONU almeno 17 milioni di yemeniti sono in condizioni “particolarmente vulnerabili”.

Un’immagine dal video con i momenti del caos (AL-MASIRAH TV CHANNEL via AP)

La crisi in Yemen cominciò nel settembre del 2014, quando gli Houthi, una milizia sciita appoggiata dall’Iran e proveniente dalle montagne nel nord del paese, occuparono Sana’a e gran parte del nord del territorio nazionale, instaurando un nuovo governo. Nel giro di pochi mesi l’occupazione degli Houthi provocò un intervento militare in Yemen, guidato dall’Arabia Saudita con l’appoggio degli Emirati Arabi Uniti e di altri paesi arabi sunniti (l’Iran, come gli Houthi, è a maggioranza sciita). La coalizione vedeva negli Houthi un pericoloso strumento del loro principale avversario regionale, l’Iran, e per questo la guerra in Yemen è stata spesso definita “proxy war” o “guerra per procura”.

L’Arabia Saudita e i suoi alleati finirono con il controllare la parte meridionale dello Yemen, mentre gli Houthi la capitale Sana’a e il nord. Nel frattempo porti e aeroporti vennero bloccati, il paese fu bombardato pesantemente e cominciò anche un’epidemia di colera che causò la morte di migliaia di persone.

A inizio marzo Arabia Saudita e Iran hanno ristabilito le loro relazioni diplomatiche dopo sette anni, in un accordo considerato per molti versi storico: il riavvicinamento ha avuto come effetto un immediato riavvio delle negoziazioni fra le due parti in Yemen, che si sono progressivamente intensificate e hanno portato a uno scambio di prigionieri la scorsa settimana. La nuova situazione internazionale fra Arabia Saudita e Iran potrebbe favorire un processo di ritorno a una pace stabile, negli anni precedenti nessun tentativo di cessate il fuoco era andato a buon fine.