• Libri
  • Mercoledì 29 marzo 2023

La ricetta dei muffin al limone del grande Gatsby

Una delle tante raccolte in "La letteratura in cucina", libro illustrato sui piatti citati nei grandi romanzi classici e contemporanei

(da un'illustrazione di Lida Ziruffo)
(da un'illustrazione di Lida Ziruffo)
Caricamento player

«Quali sono gli ingredienti della zuppa di finta tartaruga di Alice nel paese delle meraviglie? Cos’erano le madeleine prima di diventare il dolce di Proust? E il clam chowder prima di diventare la zuppa di vongole più amata di tutti i mari nelle pagine di Moby Dick?». Se lo domanda la scrittrice Giulia Ceirano all’inizio di La letteratura in cucina, libro illustrato da Lida Ziruffo e pubblicato a marzo dalla casa editrice indipendente Hoppípolla.

Nelle sue pagine, Ceirano e Ziruffo propongono un menù completo che include antipasti, primi, secondi, dolci, cocktail e «altre bontà», tutti tratti da grandi romanzi della letteratura classica e contemporanea. Ogni ricetta è accompagnata da un’illustrazione, un brano tratto dal libro, una piccola storia di com’è nata la ricetta e i riferimenti biografici dell’autore o dell’autrice del romanzo, «perché l’ingrediente principale di ogni piatto è sempre la storia di chi lo prepara (o lo racconta, in questo caso)». Pubblichiamo di seguito uno dei capitoli del libro, che propone la ricetta piuttosto semplice ed economica dei muffin al limone menzionati da Francis Scott Fitzgerald nel grande Gatsby.

***

Il grande Gatsby si presenta da solo ma, a volerlo contestualizzare, possiamo dire che ha dentro una sfavillante New York anni Venti, molti eccessi, un bel po’ di irrisolti e, ovviamente, Gatsby, organizzatore seriale di feste leggendarie nella sua villa di Long Island. Nell’irrequietezza raccontata nelle pagine di Francis Scott Fitzgerald, Gatsby sta aspettando la sua amata Daisy per un tè.

«È tutto a posto?», chiese immediatamente.
«Adesso l’erba fa la sua figura, se è a questo che alludi».
«Che erba?», s’informò con tono assente.
«Ah, l’erba del giardino». Guardò fuori della finestra, ma a giudicare dalla sua espressione non credo abbia visto alcunché.
«Si, ha davvero un bell’aspetto», osservò vago. «Su un giornale dicevano che dovrebbe smettere di piovere intorno alle quattro. Credo fosse The Journal. Hai tutto quello che occorre per un… per un tè?»
Lo condussi nella dispensa dove scrutò con sguardo un poco critico la mia finlandese. Esaminammo insieme i dodici muffin al limone presi in pasticceria.
«Andranno bene?»
«Ma certo, ma certo! Sono stupendi!», e, in tono forzato, aggiunse: «…Vecchia lenza».
Intorno alle tre e mezzo la pioggia si affievolì, divenendo una nebbiolina umida, punteggiata come rugiada da sparute gocce sottili.

«Vecchia lenza» è Nick Carraway, narratore, amico di Gatsby e cugino di Daisy. In questa attesa, ogni cosa, per quanto perfetta, non sembra all’altezza della bellezza di lei. Il biografo di Fitzgerald, Andrew Le Vot, scriverà che l’autore, in questo libro, «riflette, meglio che in tutti i suoi scritti autobiografici, il cuore dei problemi che lui e la sua generazione dovettero affrontare… In Gatsby, pervaso com’è da un senso del peccato e della caduta, Fitzgerald assume su di sé tutta la debolezza e la depravazione della natura umana».

Piacere, Francis Scott Fitzgerald

La vita di Francis Scott Fitzgerald non è così diversa da quella di molti dei suoi personaggi letterari. Nato a Saint Paul, in Minnesota, nel 1896, Fitzgerald viene considerato uno dei più grandi narratori dell’età del jazz e dei cosiddetti «ruggenti anni Venti» in America. Sempre vestito in abiti eleganti e amante del lusso, della vita notturna e delle auto potenti, Fitzgerald era sposato con Zelda Sayre, con la quale formerà una coppia dagli equilibri precari ma anche con un romanticismo unico e potentissimo. La sua schizofrenia, aggravata dai continui tradimenti del marito, costringeranno Zelda al ricovero in un ospedale psichiatrico. Ne Il grande Gatsby, ma anche in Di qua dal Paradiso e in racconti come The Bridal Party, Fitzgerald disegna con puntualità e delicatezza i contorni del primo vero «American Dream» e della disillusione arrivata con la Crisi del ‘29 e con la Grande Depressione. Nonostante oggi sia uno degli autori più apprezzati della letteratura, Fitzgerald, ormai schiavo dell’alcolismo e ignorato dai lettori, morirà a pochi giorni dal Natale del 1940.

Se vi va un accompagnamento audio durante la preparazione dei muffin al limone, potete ascoltare l’audiolibro di Rai Radio 3, letto da Rolando Ravello e con una colonna sonora eccezionale.

Tratto da La letteratura in cucina (Hoppípolla, 2023),
per gentile concessione dell’editore