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  • Martedì 28 marzo 2023

I Paesi Bassi contro certe razze di animali domestici

Il governo olandese vuole vietare il possesso di cani e gatti con caratteristiche estetiche dannose per il loro benessere

Un gruppo di carlini al guinzaglio (AP Photo/John Minchillo, LaPresse)
Un gruppo di carlini al guinzaglio (AP Photo/John Minchillo, LaPresse)

Il governo dei Paesi Bassi sta lavorando a un progetto di legge per vietare il possesso di certi tipi di cani e gatti di razza, e di conseguenza il loro commercio e importazione, e la diffusione delle loro immagini nelle pubblicità e sui social network. L’obiettivo della misura è favorire il benessere degli animali: le razze che il ministro dell’Agricoltura, della Natura e della Qualità degli alimenti Piet Adema vorrebbe bandire sono quelle con caratteristiche fisiche selezionate dagli allevatori per ragioni estetiche che risultano dannose per la salute di cani e gatti.

Esempi di queste caratteristiche sono i musi schiacciati di certi cani, come i carlini, che causano problemi respiratori, i crani molto piccoli di altri cani come i chihuahua, causa di mal di testa, e le orecchie piegate dei gatti Scottish Fold, dovute a un gene che può causare anche altre malformazioni a ossa e cartilagini e problemi di artrite. Il governo olandese per ora non ha diffuso una lista delle razze contro cui vorrebbe prendere provvedimenti: a gennaio, annunciando di stare lavorando al progetto di legge, aveva spiegato che inizialmente la lista sarà breve e comprenderà solo le razze con caratteristiche fisiche «per cui è stato determinato obiettivamente» che sono causa di «sofferenze permanenti» per tutti gli animali della razza. Successivamente la lista potrà essere estesa sulla base di ulteriori ricerche scientifiche.

In una lettera al Parlamento, Adema, che appartiene al partito di centrodestra Unione Cristiana, aveva detto: «La questione mi interessa non solo come ministro ma anche come persona. Diamo una vita miserabile ad animali innocenti, solo perché pensiamo che siano “belli” o “carini”». Adema aveva anche riconosciuto che molte persone acquistano questo genere di animali «con le migliori intenzioni», senza sapere delle controindicazioni per la salute di certe caratteristiche estetiche, e aveva spiegato di aver chiesto la consulenza degli esperti di genetica veterinaria dell’Università di Utrecht per scrivere la proposta di legge.

Un gatto Scottish Fold durante una mostra di razze feline a Bucarest, in Romania, nel 2017 (AP Photo/Vadim Ghirda, LaPresse)

Le attuali razze canine e feline, e le prime in particolare, sono il risultato di una selezione di certe caratteristiche fisiche e caratteriali degli animali realizzata dalle persone per migliaia di anni, ma di fatto accelerata moltissimo nel corso del Novecento. Anche due secoli fa esistevano razze canine e feline, cioè gruppi di cani e gatti molto simili tra loro esteticamente a causa di interventi umani più o meno progettati, ma non c’era quel grande interesse commerciale che si è sviluppato successivamente e che ha portato molti allevatori a “creare” animali con caratteristiche sempre più riconoscibili e, a volte, dannose per la salute. Anche il fatto di essere spesso accoppiati tra parenti è una causa di problemi tra gli animali di razza, perché può portare all’insorgenza di malattie genetiche.

Nei Paesi Bassi è già proibito dal 2014 l’allevamento di alcune razze di animali domestici le cui caratteristiche fisiche estetiche sono dannose per la salute, ma tuttora cani e gatti di queste si trovano nel paese perché acquistati all’estero o commerciati illegalmente. Dal 2019 esiste inoltre un regolamento per gli allevamenti di certe razze che impone di non far riprodurre i cani di una serie di razze, come i bulldog francesi e i pechinesi, se i loro crani e le loro narici hanno misure inadatte al benessere. In particolare la lunghezza del muso non può essere più corta della metà della lunghezza del cranio.

La nuova legge dovrebbe definitivamente mettere fine agli scambi illegali. Non sarà retroattiva, cioè non riguarderà chi oggi ha un animale con le caratteristiche che si vogliono vietare: in quel caso l’animale potrà restare per tutta la vita con la famiglia umana con cui vive. Non è invece ancora stato deciso cosa succederà agli animali eventualmente detenuti illegalmente dopo l’entrata in vigore della legge, si sa solo che ci saranno conseguenze per chi li avrà acquistati per trasmettere il concetto che comprarli «è irresponsabile».

Un chihuahua durante una mostra di razze canine a Birmingham, nel Regno Unito, nel 2015 (Carl Court/Getty Images, LaPresse)

La legge dovrebbe prevedere anche il divieto di mostrare gli animali di alcune razze nelle pubblicità e sui social network perché vederli frequentemente può far nascere il desiderio di possederne uno in altre persone.

Il divieto di possesso e quello sul mostrare gli animali riguarderanno liste di razze diverse. Sarà proibito possedere cani e gatti di razze le cui caratteristiche sono dannose per tutti gli individui della razza stessa in modo permanente, come il gene delle orecchie piegate degli Scottish Fold. La lista delle razze che non si potranno più pubblicizzare sarà invece più ampia perché comprenderà anche quelle razze in cui solo certi animali hanno problemi di salute dovuti a certe caratteristiche: il ragionamento che c’è dietro è che anche un animale sano che ha una caratteristica potenzialmente dannosa può spingere all’acquisto di un animale sofferente.

Il divieto relativo ai social, che nelle intenzioni del governo riguarderà anche i profili di persone famose e influencer, sarà difficile da introdurre perché prevede il coinvolgimento delle società straniere che gestiscono le piattaforme, perché molti dei contenuti che si vedono online vengono realizzati all’estero e perché si vorrebbe limitare la libertà d’espressione il meno possibile.

A gennaio il governo olandese aveva spiegato che ci vorrà del tempo per capire come scrivere la legge e che nel frattempo ha voluto informare la cittadinanza sul tema, soprattutto le persone che stanno pensando di comprare un animale di razza.  «Speriamo inoltre che questo annuncio favorisca ulteriormente il dibattito pubblico su questo tema», aveva aggiunto il governo: «Cosa consideriamo normale in termini di benessere degli animali come paese?».