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  • Mercoledì 15 marzo 2023

Nel calcio femminile è il momento della Roma

In cinque anni la divisione femminile dell’AS Roma è diventata una delle realtà più interessanti del calcio italiano, e ora viene il bello

di Pietro Cabrio

La Roma femminile festeggia la vittoria dell'ultima Supercoppa (Michele Nucci/LaPresse)
La Roma femminile festeggia la vittoria dell'ultima Supercoppa (Michele Nucci/LaPresse)
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Ci sono solo due squadre di calcio in Italia ancora in corsa in tutte le competizioni ad alto livello. Una è l’Inter maschile, ma realisticamente il campionato non lo può più vincere. L’altra è la Roma femminile, che a cinque anni dalla sua fondazione può pensare seriamente di vincere lo Scudetto, è in finale di Coppa Italia per la terza volta consecutiva e sarà l’unica italiana ai quarti di finale di Champions League.

L’impegno che l’attende in Champions League sarà una novità assoluta: la qualificazione ai quarti, che giocherà contro il Barcellona campione di Spagna, è arrivata alla sua prima partecipazione in assoluto. Per l’occasione la Roma femminile giocherà la partita di andata (martedì 21 marzo) allo Stadio Olimpico, dove non ha mai giocato finora.

Il calcio femminile italiano di alto livello è in fase di sviluppo e vive ancora di momenti. Fin qui è stato il momento della Juventus, che nei suoi sei anni di esistenza ha vinto quasi tutto il possibile, ma ora, un po’ come è successo nel maschile, sta passando un momento di flessione. E prima ancora c’era stata la Fiorentina, la prima squadra nata come vera e propria divisione femminile del club maschile di riferimento che tutti conoscono.

Queste due squadre hanno vinto gli ultimi sei Scudetti, ma di recente sono state raggiunte da altre concorrenti, più o meno attrezzate per farlo. Tra queste, nessuna è arrivata fin dove è arrivata la Roma, che ha già cominciato a vincere e ora può pensare di puntare ai premi più ambiti.

Dopo il gol di Zara Kramzar alla Sampdoria (Marco Luzzani/Getty Images)

Nel 2018 l’AS Roma acquisì il titolo sportivo — cioè il diritto di partecipare a un determinato campionato, in questo caso la Serie A  — della Res, una società locale già esistente, per istituire la propria squadra femminile. Sotto l’allora proprietà americana facente capo a James Pallotta, la Roma si organizzò partendo da un gruppo di giocatrici ereditate dalla Res rinforzato con giocatrici internazionali e altre provenienti dalla Serie A italiana, tra le quali Elisa Bartoli: romana, cresciuta in una società romana, che divenne (ed è tuttora) la prima capitana.

La responsabilità della nuova Roma femminile venne affidata a Elisabetta Bavagnoli, ex giocatrice e allenatrice, per anni collaboratrice di Carolina Morace, con cui formò il primo staff tecnico femminile in una squadra maschile, alla Viterbese nel 1999. Nelle tre stagioni iniziali della Roma femminile, Bavagnoli è stata più di una semplice allenatrice e la sua esperienza è servita a impostare da zero una società del tutto nuova. Sul campo, poi, ha portato la squadra a due quarti posti in campionato e alla vittoria della Coppa Italia del 2021, il primo trofeo.

Il ruolo di Bavagnoli è poi cambiato con il subentro della nuova proprietà americana della Roma, il gruppo Friedkin, che ha confermato i piani e rinvigorito le ambizioni della sua divisione femminile. Nell’ambito di una successiva riorganizzazione, a Bavagnoli è stato proposto il ruolo di responsabile dell’intero settore femminile, mentre il suo posto da allenatrice è stato affidato a un allenatore emergente, Alessandro Spugna, sesto con l’Empoli alla sua prima stagione in Serie A.

Elisabetta Bavagnoli (Tullio M. Puglia/Getty Images)

Questa riorganizzazione è ritenuta alla base dei netti miglioramenti visti nelle ultime due stagioni. L’anno scorso la Roma ha concluso il campionato al secondo posto, a cinque punti dalla Juventus, dopo 17 vittorie in 22 partite. Ha giocato un’altra finale di Coppa Italia e si è qualificata per la prima volta in Champions League.

Le prestazioni dell’anno scorso sono continuate, e migliorate, in questa stagione, a cui la Roma è arrivata con una squadra ancora più pronta e competitiva. Da una parte c’è molta esperienza diffusa omogeneamente in tutto il gruppo. Elisa Bartoli, Elena Linari, Valentina Giacinti e Manuela Giugliano sono anche presenze fisse della Nazionale italiana; Andressa Alves, Carina Wenninger e l’ultima arrivata Victoria Losada sono giocatrici di livello internazionale e vengono dai migliori club europei. Alla loro esperienza si aggiunge poi il talento delle più giovani: su tutte Annamaria Serturini, Giada Greggi e la giapponese Moeka Minami.

Questo momento di affermazione della Roma femminile sta attirando attenzioni un po’ da tutte le parti, tra cui quelle del comune di Roma, che sembrerebbe intenzionato a sostenerne i bisogni per trattenerla in città anche per le partite più importanti. A Roma infatti gli impianti sportivi adeguatamente attrezzati scarseggiano e quei pochi che ci sono non soddisfano tutti i requisiti richiesti per esempio dalla UEFA per poter ospitare le partite europee.

La tribuna del Tre Fontane (Getty Images)

La Roma femminile gioca al Tre Fontane, lo stadio nel quartiere Eur che viene affittato da una società terza ed è usato anche dalle giovanili maschili. Nel corso di questi ultimi anni al Tre Fontane si è creato un bell’ambiente e il seguito è uno dei più folti del campionato femminile, ma l’impianto ha delle carenze evidenti. Manca l’illuminazione e quindi non si può giocare in notturna; mancano anche i seggiolini numerati, che vengono richiesti dalla UEFA per le partite europee. Per tutti questi motivi la Roma in casa ci gioca soltanto di giorno, e le partite di coppa va a giocarle a Latina, a un’ora di macchina dal Tre Fontane.

I quarti di finale contro il Barcellona che si giocheranno all’Olimpico saranno quindi un’occasione per consolidare la presenza della Roma femminile in città e attirare nuovo pubblico: per ora si prevedono tra i 30 e i 40mila spettatori, anche grazie alle agevolazioni concesse al pubblico del maschile. Per la squadra l’impegno sarà notevole, dato che il Barcellona femminile, fondato nel 1988, è una delle più forti d’Europa e due anni fa vinse il torneo. A prescindere dall’esito, però, il confronto sarà un’altra tappa di un percorso che è appena iniziato, come ha spiegato Bavagnoli: «Potremo fare un miracolo sportivo oppure no, ma vedere la nostra squadra femminile così in alto a livello internazionale è un orgoglio per tutto il club».

Questo fine settimana riprenderà il campionato, il primo in Italia giocato da squadre femminili professionistiche, che per l’occasione ha cambiato formato. C’è stata una prima fase, una sorta di stagione regolare, che la Roma ha concluso prima con 8 punti di vantaggio sulla seconda. Questo vantaggio lo manterrà nella seconda fase, la cosiddetta “poule Scudetto”, in cui le prime cinque classificate si affronteranno in un girone tra di loro che alla fine stabilirà la squadra campione d’Italia e le due qualificate alla prossima Champions League.

Rimane inoltre da stabilire la data della finale di Coppa Italia, che la Roma giocherà contro la Juventus in una rivincita sia della passata edizione che dell’ultima Supercoppa, vinta dalla Roma lo scorso novembre.