La Francia vuole garantire ai minori il diritto alla loro immagine online

Attraverso una legge che tra le altre cose aumenta le responsabilità dei genitori che pubblicano sui social le foto dei figli

Emmanuel Macron in una scuola di Saint-Sozy, gennaio 2019 (Ludovic Marin/Pool Photo via AP)
Emmanuel Macron in una scuola di Saint-Sozy, gennaio 2019 (Ludovic Marin/Pool Photo via AP)
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La scorsa settimana i deputati dell’Assemblea Nazionale francese hanno approvato all’unanimità un progetto di legge per garantire ai bambini e alle bambine il rispetto del diritto alla loro immagine, soprattutto online. Bruno Studer, uno dei deputati di Renaissance, il partito del presidente Emmanuel Macron, che ha presentato il disegno di legge, ha spiegato: «Il messaggio per i genitori è che il loro compito sia anche quello di proteggere la privacy dei figli. In una società sempre più digitalizzata, il rispetto della privacy dei minori è ormai imprescindibile per la loro sicurezza, il loro benessere e il loro sviluppo».

Il fenomeno dell’esposizione costante dei bambini e delle bambine sui social media da parte dei loro genitori, o di altre persone adulte che ne sono responsabili, è chiamata «sharenting» (dall’unione delle parole inglesi «share», condividere, e «parenting», essere genitori). Da diversi anni è oggetto specifico di analisi e riflessioni che la distinguono da prassi già storicamente diffuse su altri media, come la televisione o il cinema, e le cui dinamiche sono più o meno note. Viene associata, invece, a nuove implicazioni, rischi ed effetti ancora in parte sconosciuti, relativi sia al piano della privacy e dei diritti che a quello dello sviluppo psicologico individuale dei bambini.

Nel disegno di legge francese si dice che a causa dello sharenting i bambini e le bambine si ritrovano «spogliati della loro vita privata». E vengono citate diverse ricerche in materia. Nel 2018 la Children’s Commissioner for England, la garante per l’infanzia e l’adolescenza nel Regno Unito, ha scritto ad esempio che «in media, i minori compaiono in 1.300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni sui propri account, o su quelli di genitori e parenti».

Un rapporto più recente del National Center for Missing and Exploited Children, legato al Congresso degli Stati Uniti, sostiene che i rischi indotti dall’esposizione online di immagini di minori si concretizzano innanzitutto nella difficoltà di controllare la diffusione di quelle stesse immagini: «Il 50 per cento delle fotografie che circolano sui forum di pedopornografia è stato inizialmente pubblicato da genitori sui loro social network».

Nel 2021 un’indagine della società di telecomunicazioni statunitense Verizon sulla mancanza di sicurezza a cui sono esposti i dati personali raccolti online ha mostrato che il fenomeno dello sharenting è strettamente connesso a quello dei furti di identità. E entro il 2030, dice BBC, quasi i due terzi dei casi di furti di identità riguarderanno proprio persone minorenni.

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Il disegno di legge approvato dall’Assemblea Nazionale francese prevede di introdurre «la nozione di vita privata nella definizione di responsabilità genitoriale» oppure di imporre una delega della responsabilità genitoriale su questo tema «nelle situazioni in cui gli interessi dei genitori entrino in conflitto con l’interesse del figlio all’esercizio del diritto alla sua immagine». Se venisse approvato in via definitiva verrebbe dunque inserito tra gli obblighi legali dei genitori o di chi ne fa le veci anche la protezione della privacy dei propri figli, con la possibilità di coinvolgere il minore nella condivisione di questa responsabilità «secondo la sua età e il grado di maturità».

In caso di disaccordo, un giudice potrà vietare a uno dei genitori di pubblicare o di condividere le foto del minore senza l’autorizzazione dell’altro. E nei casi più estremi i genitori potranno anche perdere la responsabilità genitoriale sui diritti di immagine dei propri figli: quando «la diffusione dell’immagine del figlio lede gravemente la dignità o l’integrità morale del figlio stesso».

Per diventare legge, la proposta dovrà essere approvata anche dal Senato. La discussione è prevista per la prossima settimana.

Durante la campagna elettorale per la sua riconferma, il presidente francese Emmanuel Macron aveva promesso di fare della protezione dei bambini e delle bambine una priorità del suo secondo mandato. In novembre aveva annunciato un’iniziativa con l’obiettivo di migliorare la sicurezza online dei minori e qualche settimana fa il governo ha presentato una proposta per impedire ai minorenni l’accesso ai siti porno attraverso un meccanismo «affidabile» di certificazione della maggiore età.

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