L’FBI ritiene che la pandemia sia stata causata «da un incidente in un laboratorio cinese»

Lo ha detto il direttore Christopher Wray, ma non tutte le agenzie americane sono arrivate alla stessa conclusione

Il direttore dell'FBI Christopher Wray (AP Photo/Carolyn Kaster)
Il direttore dell'FBI Christopher Wray (AP Photo/Carolyn Kaster)

Il direttore dell’FBI Christopher Wray nella serata di martedì ha per la prima volta dichiarato pubblicamente che l’agenzia investigativa della polizia federale statunitense ritiene che l’origine più probabile della diffusione del coronavirus sia un incidente «in un laboratorio controllato dal governo cinese». È una posizione in parte nota, perché era emersa a ottobre 2021 quando erano stati desecretati alcuni documenti dell’intelligence americana. Ora però il direttore dell’FBI lo ha detto pubblicamente:

L’FBI da ormai qualche tempo ha concluso che l’origine più probabile della pandemia sia stato un possibile incidente di laboratorio

Wray ha anche aggiunto che la Cina ha fatto «tutto ciò che poteva per ostacolare e rendere complessa» la ricerca della verità. Le dichiarazioni di Wray arrivano poco dopo un appello dell’ambasciatore americano in Cina che aveva chiesto che il governo di Pechino «sia più onesto» sulle origini del coronavirus.

L’origine della pandemia da coronavirus è discussa ormai da tempo e secondo gli esperti comprenderla meglio potrebbe offrire nuove risorse per fare prevenzione, in modo da evitare che si ripeta in futuro la rapida diffusione di una nuova malattia, che causi milioni di morti (COVID-19 ne ha comportati finora circa 7 milioni solo considerando i dati ufficiali). La Cina ha sempre respinto con forza l’ipotesi di un incidente di laboratorio, citando anche le conclusioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che l’ha definita «molto improbabile».

Le dichiarazioni di Wray arrivano due giorni dopo le conclusioni simili del dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Altre agenzie di intelligence degli Stati Uniti continuano invece ad avere ipotesi divergenti sull’origine del coronavirus e ritengono che le valutazioni del dipartimento dell’Energia siano deboli e che ci si sia arrivati con «poca convinzione».

Lunedì il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della presidenza degli Stati Uniti John Kirby ha detto che non esistono conclusioni condivise sulle origini del virus: «Non siamo ancora a questo punto. Se ci fossero informazioni che meritano di essere condivise con il Congresso e il popolo americano lo avremmo fatto».