La Siria dice che aprirà altri due valichi di frontiera con la Turchia per permettere l’arrivo di aiuti per il terremoto nelle aree controllate dai ribelli

Persone sfollate ad Harem, nella provincia siriana di Idlib (AP Photo/Ghaith Alsayed, File)
Persone sfollate ad Harem, nella provincia siriana di Idlib (AP Photo/Ghaith Alsayed, File)

Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha detto che il presidente siriano Bashar al Assad ha accettato di aprire altri due valichi di frontiera al confine con la Turchia. I due valichi dovrebbero permettere l’arrivo di più convogli umanitari nelle aree del nord ovest della Siria controllate dai ribelli e colpite dal devastante terremoto avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 febbraio, in cui finora sono morte almeno 35mila persone. Per l’arrivo degli aiuti nelle aree controllate dai ribelli è necessaria l’approvazione del governo siriano: finora gli accordi presi dalle Nazioni Unite con la Siria per mandare aiuti nel nord ovest prevedevano un unico punto di passaggio, il valico di frontiera di Bab al Hawa, sulla strada che collega Alessandretta a Idlib, la principale città siriana controllata dai ribelli.

I due nuovi valichi saranno quelli di Bab Al-Salam e di Al Rai: resteranno aperti per un periodo iniziale di tre mesi. Nel nord ovest della Siria vivono circa 4 milioni di persone, molte delle quali sfollate da altre parti del paese dopo essere sfuggite al regime: le loro condizioni erano già precarie prima del terremoto, e in questi giorni la gestione dell’emergenza è stata complicatissima anche a causa della mancanza di mezzi per far fronte a tutti i danni. Non ci sono ancora informazioni su quando esattamente verranno aperti i due valichi.