Per Nordio le conversazioni riportate da Donzelli non erano coperte da segreto

Secondo il ministro della Giustizia il deputato di Fratelli d'Italia non ha diffuso informazioni riservate citando le conversazioni di Alfredo Cospito in carcere

(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)
(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

Giovedì il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha nuovamente commentato con una nota le parole del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che nel corso di un intervento in parlamento aveva citato alcune conversazioni avute in carcere dall’anarchico Alfredo Cospito con membri della criminalità organizzata. Le opposizioni avevano accusato Donzelli di aver rivelato alcuni documenti coperti da segreto investigativo, e chiesto a Nordio di riferire urgentemente al riguardo.

Nordio ne aveva già parlato mercoledì alla Camera, ma aveva detto di non potersi pronunciare sul merito della questione per rispetto degli investigatori che hanno aperto un’inchiesta sul caso. Nella nota di giovedì, invece, Nordio dice che dopo una rapida ricostruzione dei fatti può affermare che le conversazioni riportate da Donzelli non erano coperte da segreto.

«La comparazione tra le dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Giovanni Donzelli e la documentazione in atti disvela che l’affermazione testuale dell’onorevole – “dai documenti che sono presenti al Ministero della Giustizia” – è da riferirsi ad una scheda di sintesi del Nic non coperta da segreto. Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda. Quanto al contenuto dei colloqui tra i detenuti Cospito ed altri, riferiti dall’onorevole Donzelli, non sono stati oggetto di un’attività di intercettazione ma frutto di mera attività di vigilanza amministrativa. In conclusione, la natura del documento non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati».

Martedì Donzelli aveva citato alcune conversazioni avute nel carcere di Sassari dall’anarchico Alfredo Cospito con alcuni membri della criminalità organizzata come lui in regime detentivo di 41-bis, contro cui Cospito è in sciopero della fame dal 19 ottobre scorso. Le conversazioni erano contenute in una relazione della polizia penitenziaria di Sassari, che era stata data a Donzelli dal suo collega di partito Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia con delega al DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Nella nota di giovedì Nordio specifica che i documenti che contenevano la relazione presentavano la dicitura “limitata divulgazione”. Questa formulazione, spiega Nordio, «esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza» (anche se di segreto di Stato non si era mai parlato), ed esclude «che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al DAP a partire dall’anno 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria».

Secondo una ricostruzione pubblicata venerdì da Repubblica, di cui al momento non ci sono conferme, la scritta “limitata divulgazione” era stata applicata su una nota introduttiva alla relazione, scritta dal generale Mauro D’Amico, capo del reparto di polizia penitenziaria del GOM (Gruppo operativo mobile). Secondo Repubblica, la relazione era stata richiesta lunedì da Nordio in vista della sua relazione sul caso Cospito prevista per mercoledì alla Camera. Il GOM di Roma avrebbe inviato quindi un plico con tutti i documenti al DAP, che poi lo avrebbe dovuto consegnare a Nordio. In base a quanto ricostruito da Repubblica, quel plico presentava la dicitura “riservato”.

Ma per via di un ritardo nella consegna, il GOM avrebbe deciso di velocizzare la pratica inviando per email al capo segreteria del DAP la sola nota introduttiva del generale D’Amico. A quel punto sarebbe stata aggiunta la formula “limitata divulgazione”, dato che i documenti riservati non possono essere inviati per email. Insomma, secondo la ricostruzione di Repubblica, per via di una questione burocratica lunedì ci sarebbe stata una declassificazione di quei documenti, passati da “riservati” a “limitata divulgazione” nel giro di poco tempo.