La Corte di Cassazione ha anticipato al 7 marzo l’udienza sul ricorso di Alfredo Cospito contro il 41-bis

Alfredo Cospito ascoltato in videoconferenza dalla Corte d'assise d'appello di Torino il 5 dicembre (ANSA/TINO ROMANO)
Alfredo Cospito ascoltato in videoconferenza dalla Corte d'assise d'appello di Torino il 5 dicembre (ANSA/TINO ROMANO)

La Corte di Cassazione ha anticipato al 7 marzo l’udienza sul ricorso che Alfredo Cospito, il detenuto anarchico che dal 19 ottobre sta conducendo uno sciopero della fame, aveva chiesto per non essere più sottoposto al regime detentivo del 41-bis, che prevede pesanti restrizioni. Inizialmente la Corte di Cassazione aveva fissato l’udienza per il 20 aprile.

La nuova data è stata comunicata dall’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, che aveva depositato un ricorso per anticipare l’udienza per via delle gravi condizioni di salute del suo assistito.

Il 19 dicembre il tribunale di sorveglianza di Roma aveva rigettato il ricorso presentato da Rossi Albertini contro l’applicazione del 41-bis, e la misura è stata così confermata per i prossimi quattro anni. Dall’inizio dello sciopero della fame, di fatto l’unica forma di protesta non violenta a disposizione delle persone detenute, le condizioni di salute di Cospito sono molto peggiorate. Secondo Angelica Milia, la medica che lo sta seguendo, se Cospito continuasse a non mangiare morirebbe prima del 20 aprile.