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  • Lunedì 19 dicembre 2022

È stato confermato il 41-bis per l’anarchico Alfredo Cospito

Il responsabile dell'attentato alla caserma dei carabinieri di Fossano del 2006, che non fece morti né feriti, rimarrà al carcere duro

Un momento del processo ad Alfredo Cospito (ANSA/TINO ROMANO)
Un momento del processo ad Alfredo Cospito (ANSA/TINO ROMANO)
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Lunedì il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato la reclusione in regime di 41-bis per i prossimi 4 anni per Alfredo Cospito, il militante anarchico italiano detenuto nel carcere di Sassari perché condannato per un attentato compiuto con due bombe contro la caserma dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nel 2006 (l’attentato non provocò né morti né feriti). La decisione del tribunale di sorveglianza era molto attesa, e il suo esito era previsto da chi aveva seguito la vicenda.

Cospito era sottoposto al regime di detenzione 41-bis, il cosiddetto “carcere duro” che prevede un rigido isolamento in prigione e una limitazione dei colloqui, dallo scorso aprile. I suoi legali avevano presentato un ricorso, quello che oggi è stato respinto, e a ottobre, come forma di protesta, Cospito aveva anche iniziato uno sciopero della fame.

Cospito aveva già scontato sei anni in regime di “alta sicurezza”. La Corte di Cassazione, confermando la condanna di primo e secondo grado, aveva deciso il passaggio al 41-bis e chiesto di rideterminare la pena in modo da adeguarla al reato di “strage contro la personalità interna dello stato”, prevista dall’articolo 285 del codice penale e che prevede la condanna all’ergastolo (Cospito era stato condannato per “strage”). La gravità del reato rende probabile anche l’applicazione dell’ergastolo ostativo, che esclude da benefici come la liberazione condizionale, il lavoro all’esterno, i permessi premio e la semilibertà, un’altra delle ragioni per cui Cospito aveva iniziato lo sciopero della fame.

La decisione di applicare il regime di detenzione 41-bis a Cospito era stata molto contestata, e anche negli ultimi giorni ci sono state diverse proteste dei movimenti anarchici.

Il 41-bis, oggetto da tempo di forti contestazioni e deciso normalmente per reati gravi di mafia o terrorismo. Oltre all’isolamento nei confronti degli altri detenuti, ai limiti all’ora d’aria e alle limitazioni dei colloqui, prevede anche controlli della posta in entrata e in uscita. Con il 41-bis l’amministrazione penitenziaria può inoltre vietare la ricezione da parte dei detenuti di libri e riviste.

– Leggi anche: Per i detenuti lo sciopero della fame è l’unica protesta non violenta possibile