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  • Mercoledì 4 gennaio 2023

La tomba di Pelé nel cimitero verticale sarà un’attrazione turistica di Santos

La struttura si sviluppa su 14 piani, ciascuno ospita oltre 1000 loculi: all'ex calciatore sarà riservata un'area di 200 metri quadrati

Un momento della cerimonia funebre di Pelé (AP Photo/Matias Delacroix)
Un momento della cerimonia funebre di Pelé (AP Photo/Matias Delacroix)
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Si è conclusa nel pomeriggio di martedì, con un funerale in forma privata, la cerimonia funebre di Pelé, morto il 29 dicembre a 82 anni. Edson Arantes do Nascimento è stato tumulato al Memoriale della Necropoli Ecumenica di Santos, il cimitero verticale della città portuale dello stato di San Paolo, dove Pelé aveva giocato per oltre 17 anni e vissuto gran parte della sua vita.

Il Memoriale è destinato a diventare un luogo di pellegrinaggio sin dai prossimi giorni, quando sarà aperto alle visite del pubblico, e un’attrazione turistica più di quanto non sia già oggi. Il cimitero verticale, che si sviluppa su 14 piani che ospitano ognuno oltre 1000 loculi, è stata la prima struttura funeraria di questo genere in Sudamerica e una delle più alte al mondo. È distante meno di un chilometro dallo stadio Urbano Caldeira, più conosciuto come Vila Belmiro, che Pelé ha reso famoso nel mondo a partire dagli anni Cinquanta.

La bara di Pelé è arrivata alla Necropoli Ecumenica dopo un corteo funebre che si è tenuto per le strade della città, lungo un percorso di quindici chilometri: partito dallo stadio di Vila Belmiro, ha percorso il lungomare di Santos, è passato sotto all’abitazione della madre del giocatore, Maria Celeste Arantes (ha recentemente compiuto 100 anni), per poi dirigersi verso il cimitero. La cerimonia di tumulazione è stata riservata alla famiglia e agli amici più stretti, dopo che oltre 200.000 persone nel corso di varie giornate avevano partecipato alla veglia funebre.

Pelé aveva scelto personalmente il cimitero della Necropoli Ecumenica, acquistando per sé e per la famiglia già nel 2003 l’intero nono piano della costruzione.

Il cimitero verticale fu costruito nel 1983, su iniziativa dell’imprenditore Pepe Altstut, per rispondere all’assenza di spazio per un cimitero tradizionale nella città di Santos. Altstut era un amico personale di Pelé, nonché suo socio nella creazione di una scuola calcio: è morto nel 2021 per Covid.

L’ingresso del memoriale dedicato a Pelé (AP Photo/Andre Penner)

La Necropoli Ecumenica era stata pensata per essere un’attrazione cittadina, oltre che un cimitero: al suo interno sono ospitati oltre 17.000 loculi nei 14 piani del palazzo, ma anche memoriali più ampi, intere aree in cui ricordare i defunti in una sorta di museo. L’area ospita giardini con giochi d’acqua, un museo di auto storiche, un bar. L’ultimo piano garantisce una vista su tutta la città e sul vicino stadio del Santos.

Il memoriale di Pelé diventerà la sua attrattiva più nota: per facilitare le visite l’ex giocatore è stato tumulato al primo piano, e non al nono. Secondo quanto raccontato dalla stampa brasiliana dovrebbe essere riservata a lui un’area di 200 metri quadrati, con i cimeli della sua carriera di giocatore, due statue dorate donate alla famiglia e una parte di pavimento coperta da erba sintetica per ricordare un campo da calcio.

La Necropoli Ecumenica di Santos (Photo by Ricardo Moreira/Getty Images)

In città esiste già il Museo Pelé, aperto nel 2014 nel rinnovato quartiere di Casaroes do Valongo, vicino al porto cittadino: è una delle attrazioni più visitate.

Santos ha 430.000 abitanti, è una città litoranea e portuale e deve la sua fama mondiale alla squadra di calcio. Squadra che a sua volta è stata cambiata in modo definitivo dall’arrivo di Pelé nel 1956. Pelé restò nel club per tutta la carriera, ad eccezione di un biennio finale negli Stati Uniti ai New York Cosmos, e lo rese uno dei club più importanti e vincenti del Brasile.

Un momento del corteo funebre lungo le strade della città (AP Photo/Andre Penner)

Pelé nel 2018 aveva lasciato Santos per una villa nella cittadina vicina di Guaruja, ma aveva vissuto nell’area per tutta la sua vita, restando molto legato alla comunità locale e diventando il principale ambasciatore della città e del club.

Oggi Santos è una destinazione turistica piuttosto famosa: ci si fermano anche le navi da crociera, il programma classico prevede fermate allo stadio, al Museo Pelé e sulle spiagge cittadine. Il club, pur non arrivando ai livelli degli anni Sessanta, quando era considerato una delle squadre più forti al mondo, si è mantenuto su buoni livelli, tornando a vincere alcuni titoli nazionali e una coppa Libertadores fra il 2010 e il 2016 (l’equivalente sudamericana della Champions League). Fra il 2009 e il 2013 ha giocato nel Santos Neymar, cresciuto nel settore giovanile del club e considerato attualmente uno dei migliori giocatori del Brasile.

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