La presidenza del Consiglio è stata condannata a risarcire con 8 milioni di euro alcune vittime del terremoto del 2009 all’Aquila

Un edificio distrutto all'Aquila nel terremoto del 2009 (ANSA/ GUIDO MONTANI)
Un edificio distrutto all'Aquila nel terremoto del 2009 (ANSA/ GUIDO MONTANI)

Il tribunale civile dell’Aquila, in Abruzzo, ha condannato la presidenza del Consiglio a risarcire con 8 milioni di euro trenta parti civili danneggiate dal terremoto avvenuto all’Aquila il 6 aprile del 2009, che causò 309 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di sfollati.

La causa riguardava le rassicurazioni fatte agli abitanti della città in un’intervista televisiva del 31 marzo 2009 da Bernardo De Bernardinis, all’epoca vice capo dipartimento per l’area tecnico-operativa della Protezione Civile (in pratica era la seconda carica dopo il capo, Guido Bertolaso): in quell’occasione De Bernardinis disse che L’Aquila non era in pericolo, nonostante in quei giorni ci fosse stata nella zona una sequenza di scosse di terremoto, inducendo gli abitanti a restare nelle proprie case nei giorni successivi e a non prendere adeguate contromisure per mettersi al sicuro. De Bernardinis era già stato condannato a due anni in un processo penale: questa sentenza civile coinvolge la presidenza del Consiglio dei ministri in quanto responsabile del dipartimento della Protezione Civile.