Perché si parla di eliminare lo SPID

Lo ha proposto il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, che vorrebbe sostituirlo con la carta d'identità elettronica

Caricamento player

Sabato 17 dicembre, intervenendo a un’iniziativa per i festeggiamenti dei dieci anni di Fratelli d’Italia, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha detto che il governo ha intenzione di «spegnere gradualmente» lo SPID per sostituirlo con la carta d’identità elettronica.

Lo SPID, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale, è una credenziale digitale che permette di accedere a siti e app della pubblica amministrazione: era stato introdotto in Italia nel 2014 ma ha iniziato a diffondersi tra la popolazione principalmente dopo l’inizio della pandemia. Oggi ce l’hanno circa 33,3 milioni di persone, che lo utilizzano per moltissimi servizi digitali, come IO, la principale app per accedere ai servizi della pubblica amministrazione. I servizi dello SPID sono forniti da nove gestori, detti “identity provider”, ma il più usato in assoluto è quello di Poste Italiane.

Non c’è quindi un solo gestore pubblico che si occupa di fornire lo SPID, come invece succede con la carta d’identità elettronica. Questo è uno dei motivi per cui Butti vorrebbe che il sistema venisse gradualmente eliminato, per lasciare spazio a un servizio legato unicamente alla carta d’identità elettronica, la cui produzione è di competenza dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La proposta di Butti per ora è molto vaga, e non è chiaro se e quando si concretizzerà.

Ma secondo quanto riferito dallo stesso Butti in una lettera al Corriere della Sera, la sua idea sarebbe sostenuta anche dal resto del governo e sarebbe in corso uno studio per realizzarla. Nella lettera Butti ha anche specificato che il governo non vuole «eliminare l’identità digitale, ma averne solamente una, nazionale e gestita dallo Stato (proprio come quella che gli italiani portano nel loro portafogli dal 1931)».

Che se ne stia discutendo lo ha confermato anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Alessandro Cattaneo, secondo cui il governo vuole solo risolvere alcune criticità dello SPID, e non eliminarlo. «Non possiamo ignorare che ci sono alcune categorie, come gli anziani, che incontrano difficoltà nell’utilizzarlo», ha detto.

Insieme alla volontà di lasciare al solo Stato la fornitura delle credenziali digitali, la difficoltà di utilizzo da parte delle persone anziane sembra essere il principale motivo per cui il governo sta considerando di eliminare o cambiare lo SPID. La tesi di diversi esponenti della maggioranza, e di Butti, è che la carta d’identità elettronica sarebbe più facile da utilizzare.

Da un lato è vero che il processo per ottenere lo SPID è piuttosto contorto e un po’ più complicato di quello per ottenere la carta d’identità elettronica, cosa che potrebbe scoraggiare le persone anziane e meno pratiche con la tecnologia. Dall’altro però, come ha riconosciuto lo stesso Butti, il funzionamento della carta d’identità elettronica per accedere ai servizi della pubblica amministrazione è al momento leggermente più complicato rispetto allo SPID.

Un modo è utilizzare la carta installando l’app CieID sul proprio smartphone, ma a patto che sia dotato di “lettore NFC” (la tecnologia che, per esempio, permette di usare lo smartphone al posto della carta di credito per i pagamenti contactless). Per utilizzare la carta d’identità elettronica tramite computer si può usare sempre lo smartphone come “lettore” della carta, ma in sua mancanza è necessario avere un dispositivo a parte, collegato al computer e in grado di “leggere” la carta tramite la tecnologia NFC. Queste condizioni rendono quindi al momento l’uso della carta non meno complicato di quello dello SPID per le persone anziane o con poca dimestichezza con la tecnologia.

– Leggi anche: Il governo ci ha ripensato sui pagamenti elettronici