Musk dice che si dimetterà da Twitter quando troverà un sostituto

Che dovrà essere «pazzo a sufficienza» da accettare, ha aggiunto commentando infine il suo sondaggio di alcuni giorni fa

(AP Photo/Susan Walsh, File)
(AP Photo/Susan Walsh, File)

Elon Musk, proprietario del social network Twitter, ha detto che si dimetterà dal ruolo di amministratore delegato dell’azienda «quando troverà qualcuno abbastanza folle da accettare l’incarico», ma che anche in quel caso continuerà a gestire personalmente i team che si occupano del software e dei server, ovvero gli ingegneri che lavorano sul lato più “tecnologico” della piattaforma.

Da diverse settimane si speculava sulla possibilità che Musk avrebbe potuto dimettersi dalla carica di CEO, senza però cederne la proprietà. Nella notte tra domenica e lunedì Musk aveva chiesto agli utenti di Twitter se avesse dovuto continuare a essere o meno il capo del social network, dicendo che «avrebbe rispettato i risultati». Il 57,5 per cento dei 17,5 milioni di profili che avevano partecipato al voto si era detto a favore delle sue dimissioni. Musk, che è noto per non essere molto affidabile, aveva poi continuato a twittare per due giorni ignorando il risultato del sondaggio, se non per dire che avrebbe considerato di permettere solo alle persone iscritte al servizio a pagamento della piattaforma, Twitter Blue, di votare nei sondaggi futuri.

Da quando Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari a fine ottobre, dopo mesi di tentennamenti e anche una causa legale avviata dall’azienda, ha preso molte decisioni assai contestate, tra cui il licenziamento della maggior parte dei lavoratori dell’azienda e la sospensione (e il reintegro parziale) degli account di diversi giornalisti che l’avevano criticato. La più recente, risalente alla settimana scorsa e presto annullata per via delle troppe proteste – tra cui quella del fondatore di Twitter, Jack Dorsey – è stata quella di vietare ai propri utenti di pubblicare tweet che chiedessero ai propri follower di seguirli anche su altre piattaforme social, come Mastodon, Instagram o Facebook.

Non è chiaro quanto e cosa cambierebbe se Musk dovesse scegliere qualcun altro per fare l’amministratore delegato, dato che rimarrebbe comunque il solo proprietario dell’azienda. Tra le persone che ha licenziato il mese scorso ci sono anche quasi tutti i dirigenti che lavoravano a Twitter.

Nelle sue altre società, tra cui la casa automobilistica Tesla e l’azienda aerospaziale SpaceX, Musk in passato ha nominato delle persone fidate a cui delegare la gestione delle attività in sua assenza, ma da quando ha acquistato Twitter sembra aver dedicato all’azienda un’attenzione e una percentuale del proprio tempo molto maggiore rispetto alle altre sue società. Alcune persone molto vicine a Musk come l’investitore Jason Calacanis e il venture capitalist (ossia qualcuno che investe principalmente in capitale finanziario nelle imprese che sono troppo rischiose per i mercati dei capitali standard o dei prestiti bancari) David Sacks hanno detto pubblicamente che sarebbero interessate alla posizione di CEO.

Su The Verge, il giornalista Mitchell Clark fa notare che Twitter è comunque costituito principalmente dai team che si occupano dei software e dei server, a maggior ragione dopo i licenziamenti di massa, e che quindi è chiaro che Musk continuerà ad avere il controllo diretto dell’azienda anche se non dovesse più avere il titolo di CEO.