Perché gli americani bevono gli alcolici nelle buste di carta

Di solito negli Stati Uniti è vietato consumarli per strada, e dietro a quei sacchetti c'è una specie di tacito accordo con la polizia

Ed Harris e Casey Affleck bevono una birra nascosta da una busta di carta in Gone Baby Gone (2007)
Ed Harris e Casey Affleck bevono una birra nascosta da una busta di carta in Gone Baby Gone (2007)
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Da Una poltrona per due a Brooklyn 99, nei film e nelle serie tv statunitensi, quando un personaggio trasporta o beve qualcosa di alcolico in un parco, per strada o in un’auto, la bottiglia è quasi sempre avvolta in un sacchetto di carta marrone. A volte il gesto è motivato da specifiche scelte della produzione: mettere la bottiglia in un sacchetto permette agli spettatori di sapere che il personaggio sta bevendo alcol senza mostrare un marchio specifico di birra o liquore, e permette anche di aggirare le leggi che regolano la rappresentazione di alcol e tabacco nel cinema in certi paesi. Ma il motivo principale per cui la classica busta di carta è così presente nelle produzioni hollywoodiane è che gli statunitensi effettivamente le usano da decenni per coprire le bottiglie di vetro quando bevono alcolici all’aperto.

In quasi tutti gli Stati americani è illegale trasportare (e bere da) bottiglie d’alcol aperte in pubblico. In base alle cosiddette “open container laws” (“leggi del contenitore aperto” in inglese) non si può essere trovati in possesso di una bottiglia di birra, vino o qualsiasi altra bevanda alcolica quando si cammina sul marciapiedi, si è in un parco o si sta in un veicolo. La legge non include i giardini privati e posti come bar, stadi e ristoranti. L’idea è quella di contrastare la manifesta ubriachezza in luogo pubblico e l’eventuale guida in stato di ebbrezza.

Soltanto in pochi stati americani la legge è un po’ più lasca: l’Indiana è l’unico stato in cui è legale bere alcol in pubblico, mentre il New Jersey lo consente nelle zone turistiche. Diverse contee, come quella che include la città di Las Vegas, hanno leggi un po’ più permissive: magari vietano di bere in pubblico soltanto tra le 2 e le 8 del mattino, o chiedono di bere soltanto alcol trasportato in bottiglie di plastica.

Alcuni stati vietano ai negozi di vendere bottiglie di alcolici se non sono coperte in qualche modo. Anche negli stati in cui non è obbligatorio, quasi tutti i negozi che vendono alcol – dal minimarket più scalcagnato alla boutique di liquori di lusso – imbustano sempre le bottiglie vendute in sacchetti di carta marrone. Succede anche con le bottiglie di vetro che contengono bevande analcoliche, come l’acqua o la coca cola, e quindi se si vede per strada qualcuno che beve da una bottiglia coperta da un sacchetto non è sempre detto che stia consumando alcol.

Per questo motivo, molte persone sono convinte che la busta di carta conceda loro un certo grado di impunità, ovvero che sia sostanzialmente legale bere alcol in pubblico fino a quando la bottiglia è coperta da un sacchetto.

Non è davvero così: come sottolineano diversi articoli scritti da esperti legali (probabilmente stanchi di dover difendere persone convinte di non star facendo nulla di illegale), la presenza di una busta di carta non protegge da alcun tipo di accusa penale in caso la polizia decida di fermare una persona che sta bevendo alcolici in pubblico. Anzi, alcuni avvocati suggeriscono il contrario, ossia che il fatto di star bevendo in pubblico da una bottiglia coperta da una busta di carta possa finire per attirare una maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine.

In realtà, tendenzialmente sembra esistere un tacito accordo tra le forze dell’ordine e chi vuole bere in pubblico (che sono, in molti casi, persone troppo povere per permettersi di andare al bar, o senza fissa dimora). Lo riassunse in modo molto incisivo la serie HBO The Wire in un episodio della terza stagione, in cui uno dei protagonisti, il maggiore Colvin, propone di applicare “l’approccio del sacchetto di carta” non solo all’alcol, ma anche alle droghe leggere.

«Tempo fa, questo quartiere si trovò di fronte a un dilemma civico di proporzioni epiche. Il consiglio comunale aveva appena approvato una legge che vietava il consumo di alcol nelle aree pubbliche; per le strade e negli angoli. Ma l’angolo della strada è, è stato e sarà sempre il salotto dei poveri. È il posto dove si vuole passare una calda notte d’estate. Costa meno di un bar. Prendi un po’ di arietta e guardi le ragazze che passano. Ma la legge è la legge, e quindi cosa fanno i poliziotti? Se arrestano ogni tizio che si beve una birra non hanno più tempo per fare altro. Se guardano dall’altra parte, rischiano di aprire le porte a qualsiasi tipo di mancanza di rispetto». La soluzione, secondo Colvin, è anche «un glorioso momento di compromesso civico»: «quel piccolo, stupido sacchetto di carta stropicciato permette ai ragazzi di bere in pace e ci dà il permesso di fare il nostro lavoro, quello per cui vale davvero la pena».