I paesi del G7 hanno promesso 15,5 miliardi di dollari al Vietnam perché usi meno carbone

Un deposito di carbone (AP Photo/Aijaz Rahi, LaPresse)
Un deposito di carbone (AP Photo/Aijaz Rahi, LaPresse)

I paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti), insieme a Danimarca e Norvegia, si sono impegnati a dare al Vietnam 15,5 miliardi di dollari (l’equivalente di 14,6 miliardi di euro) per aiutarlo a ridurre la propria dipendenza energetica dal carbone, il combustibile fossile a cui si devono maggiori emissioni di anidride carbonica (CO2), che sono la causa principale del cambiamento climatico. L’obiettivo del finanziamento è permettere al Vietnam di arrivare al proprio massimo di emissioni di gas serra entro il 2030, invece che entro il 2035, data prevista da una stima precedente.

È il terzo accordo stretto tra un gruppo di paesi ricchi e un paese con un’economia in via di sviluppo per sostenerlo verso l’utilizzo di fonti energetiche meno inquinanti: nel 2021 l’Unione Europea e gli stessi paesi ne avevano fatto uno simile con il Sudafrica, per 8,5 miliari di dollari, e a novembre uno con l’Indonesia, per 20 miliardi di dollari. Il nome ufficiale di questi accordi è “partenariati per una transizione energetica giusta”, o JETP, acronimo dell’espressione in inglese.

Anche nel caso del Vietnam, i fondi promessi saranno dati o prestati in vari formati, in un arco di tempo compreso tra tre e cinque anni. In parte proverranno dagli stati – per metà, secondo fonti anonime dell’agenzia di stampa Reuters, non autorizzate a parlare dell’accordo con i giornali – e in parte da enti finanziari privati. Perlopiù i fondi dovrebbero essere prestiti.

Il Vietnam è tra i primi venti paesi al mondo per uso di carbone e nel 2021 è stato il diciottesimo paese al mondo per quantità di COprodotta dai combustibili fossili diffusa nell’atmosfera. È il sedicesimo per popolazione, con quasi 100 milioni di abitanti

In generale i finanziamenti dei JETP non hanno dimensioni tali da poter consentire da soli la transizione energetica dei paesi finanziati, ma sono comunque interessanti per i governi di vari paesi in via di sviluppo. Tra quelli più interessati ci sono l’India, il Senegal e le Filippine.