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  • Lunedì 12 dicembre 2022

Chi sono i presunti golpisti che volevano rovesciare il governo tedesco

Erano collegati al movimento Reichsbürger, complottista e di estrema destra, e avevano legami con le istituzioni

Un'operazione di arresto della polizia (AP Photo/Michael Probst)
Un'operazione di arresto della polizia (AP Photo/Michael Probst)
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La scorsa settimana in Germania un gruppo di estremisti di destra con forti legami con le istituzioni è stato arrestato con l’accusa di voler organizzare un colpo di stato e di voler rovesciare il governo per instaurare una monarchia. Tra le 25 persone arrestate ci sono un esponente dell’antica nobiltà tedesca, ufficiali dell’esercito e della polizia e un’ex parlamentare. Non è ancora chiaro quanto fosse davvero seria la minaccia per la democrazia tedesca, ma la notizia del tentato colpo di stato ha aperto un ampio dibattito in Germania: sulla disponibilità delle armi da fuoco e soprattutto sull’infiltrazione della destra estrema e neonazista in alcune istituzioni dello stato e in strati piuttosto influenti della società.

L’operazione compiuta dalla polizia tedesca mercoledì scorso è stata imponente: più di 3mila poliziotti hanno condotto 150 perquisizioni in 11 stati della Germania, arrestato 25 persone e sequestrato armi, documenti e altro materiale. Il piano, secondo gli investigatori, era di organizzare un attacco armato contro il parlamento tedesco, arrestare i parlamentari e uccidere il cancelliere Olaf Scholz. Gli investigatori, parlando con i giornali, hanno descritto il piano di colpo di stato – che è sempre rimasto tale e non è mai davvero stato attuato – come uno dei più pericolosi dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Successivamente sono emersi alcuni dubbi su quanto i presunti golpisti fossero davvero organizzati e capaci di mettere in atto i loro piani: un articolo di Politico per esempio ha parlato di «improbabili cospiratori» e ha paragonato i loro piani a un episodio del gruppo comico britannico Monty Python, noto per i suoi sketch spesso ridicoli. E tuttavia l’arresto dei presunti golpisti è stato giudicato un segnale preoccupante sia della diffusione dell’estrema destra in Germania sia della diffusione di teorie del complotto possibilmente eversive.

Una delle figure più notevoli tra gli arrestati è il principe Heinrich XIII di Reuss, il discendente di un’antica casata nobiliare tedesca che oltre un secolo fa governava su un piccolo principato nell’attuale regione tedesca della Turingia, nella Germania centro-orientale. I titoli nobiliari sono stati eliminati in Germania dopo la Prima guerra mondiale, e in realtà Heinrich XIII lavorava come agente immobiliare, ma aveva mantenuto un certo patrimonio e una certa influenza. Soprattutto, negli ultimi anni si era radicalizzato ed era diventato un forte sostenitore del movimento Reichsbürger (che si traduce in “cittadini del Reich”, dove Reich è la parola tedesca che significa impero).

La teoria, nata negli anni Ottanta, è tornata a essere molto diffusa negli ultimi anni, e si è rafforzata in parte grazie al malcontento generato dalla pandemia e dai lockdown e in parte grazie al collegamento con altre teorie del complotto internazionali, come quella statunitense di QAnon.

Il movimento Reichsbürger ha tesi composite e variegate, ma la teoria del complotto in cui crede Heinrich XIII sostiene che la Germania moderna, quella nata dopo la Seconda guerra mondiale, non sia un vero stato sovrano ma una società commerciale creata da potentati internazionali. Per questo, tutti i cittadini tedeschi sarebbero apolidi e dovrebbero riunirsi sotto un nuovo impero (Reich) che dovrebbe essere riportato ai confini dell’impero tedesco dell’inizio del Novecento. Secondo le autorità tedesche, nel piano dei presunti golpisti Heinrich XIII sarebbe dovuto diventare il nuovo capo dello stato.

Il casino di caccia di Heinrich XIII, una delle basi dei presunti golpisti (Jens Schlueter/Getty Images)

Il movimento Reichsbürger, nelle sue varie forme, sostiene anche l’antisemitismo ed è nostalgico del nazismo, e secondo le autorità tedesche le persone che vi sarebbero affiliate sarebbero passate da 2.000 prima della pandemia a 21.000 negli ultimi mesi.

Tra gli arrestati della settimana scorsa, tutti più o meno aderenti a questo movimento, ci sono, oltre a Heinrich XIII, almeno 15 persone con collegamenti all’esercito o alla polizia, tra cui agenti e ufficiali in servizio, oltre a Birgit Malsack-Winkemann, una giudice di Berlino che nella scorsa legislatura era stata deputata del partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland). Malsack-Winkemann, secondo il piano, avrebbe dovuto usare la sua passata esperienza come deputata per garantire l’ingresso del commando golpista nell’edificio del parlamento.

La leadership attuale di AfD si è immediatamente distanziata da Malsack-Winkemann e dai piani dei golpisti, ma la presenza del partito nelle istituzioni è da tempo oggetto di discussioni in Germania. AfD, nato una decina di anni fa come partito contrario all’euro, nel corso del tempo è diventato un partito sempre più di estrema destra, in cui hanno trovato ospitalità figure estremiste con posizioni spesso inaccettabili su antisemitismo e ripudio della democrazia.

Per questo negli scorsi giorni vari esponenti di altri partiti hanno chiesto che l’accesso al parlamento da parte dei deputati di AfD sia limitato e che il partito sia sorvegliato dalle autorità. Katrin Göring-Eckardt, vicepresidente del parlamento eletta con i Verdi, ha chiesto che il protocollo di sicurezza del parlamento sia «attentamente rivalutato» per via delle «presunte connessioni tra il gruppo parlamentare dell’AfD e i golpisti». Lars Klingbeil, capogruppo del Partito Socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz, ha detto che i membri dell’AfD dovrebbero stare nella lista dei sorvegliati speciali dell’intelligence, e non in parlamento.

Più in generale, da tempo in Germania c’è molta preoccupazione per l’infiltrazione dell’estrema destra nelle istituzioni dello stato, e in particolar modo nell’esercito.

Nel 2020 il governo sciolse un’unità delle forze speciali perché ritenuta una cellula di un gruppo terroristico di destra, e in un report dello stesso anno concluse che le forze di sicurezza erano diventate «legate a strutture organizzate di estrema destra». Alcuni membri delle forze speciali, che oggi sono a processo, negli scorsi anni avevano progettato uccisioni mirate di politici ed esponenti della società civile (mai portate a termine) e accumulato armi. Uno di loro aveva perfino fatto finta di essere un rifugiato siriano, con l’intento di compiere atti violenti e generare odio razziale nella società.

Anche per questo, dopo l’arresto dei 25 presunti golpisti la ministra dell’Interno Nancy Faeser ha annunciato che il governo intende rivedere la legge sul possesso di armi per restringerne molto l’accesso. «Non stiamo parlando di pazzi innocui ma di presunti terroristi», ha detto.