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  • Sabato 10 dicembre 2022

«Ci siamo fatti prendere la mano»

È l'ammissione dell'ex Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito Kwasi Kwarteng sulla disastrosa riforma fiscale che presentò insieme alla prima ministra Liz Truss

Kwasi Kwarteng e Liz Truss. (Leon Neal/Getty Images)
Kwasi Kwarteng e Liz Truss. (Leon Neal/Getty Images)

Kwasi Kwarteng, ex Cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito (l’equivalente del nostro ministro dell’Economia), ha parlato in un’intervista al Financial Times di cosa successe nei giorni in cui lui e l’ex prima ministra Liz Truss prepararono l’ormai famoso piano di riduzione delle tasse per i ricchi che lo scorso ottobre provocò una crisi finanziaria e portò alla caduta del governo. Kwarteng, che insieme a Truss è stato protagonista di uno dei più plateali fallimenti politici della storia recente del Regno Unito (dove pur non sono mancati, negli ultimi anni), ha ammesso:

Ci siamo fatti prendere la mano, me incluso. Non c’erano grandi sottigliezze tattiche. Fu tutto rapido e le persone al comando, me incluso, fecero casino.

Il 23 settembre Kwarteng aveva annunciato un grande piano di riduzione delle tasse ai ricchi finanziato a debito, che era stato giudicato dai mercati rischioso e poco sostenibile, aveva fatto crollare la sterlina e salire i rendimenti sui titoli di stato a livelli record. A quel punto, la Banca d’Inghilterra era dovuta intervenire con un piano di emergenza per calmare gli investitori sui mercati finanziari. Kwarteng era stato sostituito, ma nel giro di qualche settimana le pressioni politiche su Truss erano diventate insostenibili, e aveva dovuto dimettersi (è stata sostituita dall’attuale primo ministro Rishi Sunak).

«Devi dimetterti», disse Truss a Kwarteng, licenziandolo. «Lo so, l’ho visto su Twitter» rispose Kwarteng secondo la ricostruzione del Financial Times, che ha messo insieme diverse testimonianze su quei giorni. I due sono vecchi amici, e secondo il Financial Times pianificavano cosa fare una volta al potere da anni. Truss era decisa a tagliare le tasse per i ricchi, con l’ambizione di proseguire le riforme fiscali ed economiche di stampo neoliberista approvate negli anni Ottanta dalla prima ministra Margaret Thatcher.

I molti consiglieri del governo, pur d’accordo con l’impostazione delle riforme, consigliarono a Truss di non fare niente che i mercati finanziari non si aspettassero, visto il momento delicato dell’economia europea. Nel momento di stasi della politica che seguì alla morte della regina Elisabetta II, però, Truss e Kwarteng decisero invece di accorpare riforme spericolate che progettavano da tempo in un unico ambizioso pacchetto, convinti che i mercati avrebbero reagito bene. Non fu così: gli enormi tagli alle tasse, che avrebbero dovuto essere finanziati contraendo debiti pubblici per decine di miliardi, spaventarono gli investitori e provocarono il crollo immediato della sterlina.

L’annuncio sorprese lo stesso Partito Conservatore, e l’impressione generale fu che Truss, Kwarteng e il loro circolo di consiglieri avessero fatto tutto di testa propria. Non aiutò il fatto che Truss avesse licenziato in precedenza Tom Scholar da Segretario Permanente del Tesoro, un importante ruolo dirigenziale nel ministero delle Finanze, che fino a quel momento aveva fatto da principale congiunzione tra il governo e i mercati finanziari. Secondo il Financial Times, Truss lo aveva licenziato per motivi personali.