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  • Domenica 4 dicembre 2022

L’insolita e violenta protesta a Sweida, in Siria

I manifestanti accusavano il presidente Bashar al Assad per la crisi economica del paese: ci sono stati scontri con la polizia e sono morte due persone

(Twitter Suwayda24)
(Twitter Suwayda24)
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Domenica decine di persone hanno assaltato e saccheggiato l’ufficio del governatore provinciale a Sweida, nel sud della Siria, per protestare contro il presidente del paese Bashar al Assad, accusato di essere responsabile dell’aumento dei prezzi e del generale peggioramento delle condizioni economiche in Siria. Ci sono stati scontri violenti con la polizia, che per sedare la protesta ha sparato contro alcuni manifestanti: sono morte due persone, un manifestante e un poliziotto, e altre sette sono rimaste ferite.

Quella di Sweida è una protesta notevole non solo per la sua violenza: la città si trova infatti nei territori siriani ancora controllati dallo stato, e quindi dal governo di Assad, dove le proteste antigovernative sono molto rare e assai poco tollerate: a 11 anni dall’inizio della guerra, infatti, la Siria è sostanzialmente divisa in molte porzioni di territorio controllate da gruppi diversi e in vari gradi di ostilità tra loro.

Inoltre Sweida è una città dove abitano per la maggior parte drusi, cioè i seguaci di una minoranza religiosa di derivazione musulmana sciita, che dall’inizio della guerra in Siria nel 2011 sono sempre riusciti a mantenersi lontani dal conflitto: i capi religiosi drusi, per esempio, si sono sempre rifiutati di autorizzare l’arruolamento nell’esercito dei loro seguaci.

– Leggi anche: La Siria, dieci anni dopo

La protesta è cominciata domenica mattina con il raduno di qualche centinaio di manifestanti nel centro cittadino, intorno al palazzo del governo della provincia di cui Sweida è capoluogo: i manifestanti hanno intonato molti cori che chiedevano il rovesciamento di Assad e del suo governo, a cui imputano il peggioramento delle loro condizioni di vita. Poi sono entrati con la forza nel palazzo e lo hanno saccheggiato e incendiato, prima di fare un rogo davanti all’ingresso con alcuni degli oggetti che avevano preso dentro: tra le altre cose, sono circolati video di manifestanti che calpestano e bruciano quadri raffiguranti Assad.

Il ministro dell’Interno siriano ha detto che i manifestanti hanno provato ad assaltare anche i commissariati di polizia della città: in uno degli scontri che sono seguiti a questi tentativi sarebbe morto un poliziotto. Il manifestante morto sarebbe invece stato ucciso dalla polizia mentre entrava con altri nel palazzo del governo provinciale, secondo quanto ha riferito all’agenzia AFP Rami Abdel, il capo dell’associazione Syrian Observatory for Human Rights (SOHR, “osservatorio siriano per i diritti umani”).

In generale la repressione attuata dalle forze dell’ordine è stata particolarmente violenta e ci sono video pubblicati dalla televisione locale Suwayda 24 che sembrano mostrare gli spari della polizia verso i manifestanti in fuga.