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  • Mercoledì 30 novembre 2022

I video dei festeggiamenti in Iran per la sconfitta della Nazionale ai Mondiali

Ci sono state manifestazioni per celebrare la sconfitta della squadra, considerata da molti un simbolo del regime iraniano

Un momento delle proteste antigovernative a Teheran (AP Photo)
Un momento delle proteste antigovernative a Teheran (AP Photo)
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Nella notte tra martedì e mercoledì in Iran i manifestanti che da settimane protestano contro il regime che governa il paese hanno festeggiato la sconfitta della propria nazionale ai Mondiali di calcio in Qatar. L’Iran ha perso 1-0 contro gli Stati Uniti in una partita molto attesa che ha comportato il mancato passaggio della nazionale iraniana agli ottavi di finale. Le proteste vanno avanti in varie forme da più di dieci settimane: erano iniziate a settembre dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, una giovane donna arrestata a Teheran perché non indossava in maniera corretta il velo islamico. I festeggiamenti per la sconfitta della nazionale contro gli Stati Uniti sono stati l’ennesima occasione per molti iraniani per protestare nelle strade.

I manifestanti vedono nella nazionale iraniana un simbolo della Repubblica Islamica e si sono rifiutati di sostenerla durante i Mondiali. Dopo la sconfitta contro gli Stati Uniti molte persone ne hanno approfittato per festeggiare in strada ballando, suonando i clacson delle auto e intonando cori contro il governo e contro la Guida suprema Ali Khamenei, la più importante figura politica e religiosa dell’Iran.

Ci sono stati festeggiamenti nella capitale Teheran ma anche in molte altre città di provincia. A Marivan e Kermanshah sono stati intonati i cori «Donna, vita, libertà», uno degli slogan della protesta, mentre a Saqqez, città natale di Mahsa Amini, in Kurdistan, il gol degli Stati Uniti è stato festeggiato con fuochi artificiali.

https://twitter.com/maasalan/status/1597700368678678530?s=20&t=19WXSM3s0YS7J_j0RSUynQ

Alcuni video pubblicati online denunciano inoltre che le Guardie rivoluzionarie – il più potente corpo militare iraniano, che dipende direttamente da Khamenei – avrebbero sparato sui manifestanti che festeggiavano la sconfitta dell’Iran. Non è però possibile confermare indipendentemente questa informazione.

La nazionale di calcio iraniana non aveva cantato l’inno nazionale prima della prima partita del torneo contro l’Inghilterra (persa poi per 6-2) in quella che era sembrata una dichiarazione implicita di vicinanza alle proteste. Nelle successive due gare contro Galles (vinta 2-0) e Stati Uniti i calciatori iraniani hanno invece regolarmente cantato l’inno, mentre una fonte anonima dei servizi di sicurezza iraniani in Qatar ha raccontato alla televisione statunitense CNN che le famiglie dei calciatori sarebbero state minacciate di ripercussioni in caso di rivendicazioni politiche dei giocatori in campo e davanti alle telecamere. Per la gran parte dei dimostranti però la nazionale in Qatar non rappresentava la popolazione, ma il regime.