È arrivato il “momento Lehman” delle criptovalute?

Una delle principali piattaforme mondiali è fallita improvvisamente, in una vicenda che ha ricordato il crollo di Wall Street del 2008

FTX, una delle più grandi aziende al mondo di scambio di criptovalute, nel giro di qualche giorno si è trovata dall’essere uno dei leader del mercato a finire in bancarotta. Le ragioni sono principalmente due: alcune strategie finanziarie sbagliate da parte dell’azienda, ma soprattutto l’ingenuità del fondatore che potrebbe essersi trovato coinvolto in una lotta di potere con il suo principale concorrente. E che potrebbe averla persa malamente.

Il settore delle criptovalute è noto per i suoi dissesti improvvisi, per i prezzi che salgono e scendono in modo molto rapido, per interi patrimoni che svaniscono dall’oggi al domani. Ma anche per i suoi standard questa vicenda è qualcosa di grosso, tanto che tra esperti e addetti ai lavori, ma anche dal New York Times e dal Financial Times, è stata definita il “momento Lehman” del settore, un riferimento al crollo della banca d’affari Lehman Brothers nel 2008, che provocò una crisi finanziaria globale e che mostrò tutte le vulnerabilità e le spregiudicatezze della finanza di Wall Street.

La maggior parte degli scambi di criptovalute in tutto il mondo avviene su due piattaforme, Binance e FTX. Tra le due, Binance è la più grande ed è gestita da Changpeng Zhao, un miliardario cinese conosciuto nell’ambiente come CZ. Le operazioni di Binance sono però piuttosto opache: non ha una sede ufficiale e si è scontrata con le autorità finanziarie di molti paesi. Nonostante questo ha avuto un enorme successo e attualmente controlla circa la metà del mercato degli scambi di criptovalute.

FTX ha invece la sua sede alle Bahamas ed è gestita da Sam Bankman-Fried, un miliardario americano di 30 anni, conosciuto anche per essere un importante donatore del Partito Democratico statunitense. Negli Stati Uniti FTX è più nota di Binance, sia perché ha speso tantissimo in pubblicità durante il Super Bowl e in diritti di denominazione (per esempio, la squadra di basket NBA dei Miami Heat gioca in un palazzetto chiamato FTX Arena), sia perché organizza conferenze ed eventi a cui partecipano personaggi molto noti nella società americana, come l’ex presidente Bill Clinton e il giocatore di football Tom Brady.

FTX era finora considerata una delle società più mature nell’ambiente delle criptovalute, perché stabile e con un capitale solido, ma anche perché era riuscita a resistere in periodi difficili per il settore. Ha contribuito a salvare varie società di criptovalute e veniva generalmente considerata dagli investitori un’azienda responsabile, che non si era mai impelagata in scambi rischiosi e speculativi con i fondi dei clienti.

Tant’è che il suo fondatore, conosciuto soprattutto come SBF (gli operatori delle criptovalute adorano gli acronimi), godeva di una buona reputazione sia all’interno del settore ma anche tra gli operatori della finanza tradizionale e delle autorità finanziarie statunitensi. Di fatto è diventato il simbolo della maturità delle criptovalute, che da quando esistono hanno suscitato sempre tantissima diffidenza nel mondo finanziario. La rivista Fortune gli aveva addirittura dedicato una copertina dal titolo “Il prossimo Warren Buffett?”, paragonandolo all’investitore statunitense più noto e di successo di sempre.

La copertina della rivista Fortune dedicata al fondatore di FTX

Bankman-Fried si è anche impegnato ultimamente in forti attività di pressione sul legislatore statunitense per iniziare a regolare un po’ di più il settore. È una pratica molto diffusa negli Stati Uniti e perfettamente legale: le aziende spendono milioni di dollari in attività di lobbying e i lobbisti, personaggi solitamente molto introdotti nell’ambiente politico, fanno pressione sulle istituzioni per promuovere leggi e regolamenti a favore degli interessi del gruppo che rappresentano.

Questa intensa attività di lobbying è stata giudicata come molto controversa all’interno del settore. Se alcuni erano d’accordo con la necessità di una maggior regolamentazione del mondo delle criptovalute, utile anche per togliersi la fama di finanza dilettantesca e pericolosa, altri hanno accusato Bankman-Fried di fare solo i suoi interessi e di spingere per leggi che danneggerebbero solo i suoi concorrenti.

Tra i contrari alla regolamentazione c’è anche Changpeng Zhao, il fondatore di Binance, la principale concorrente di FTX. È una figura diametralmente opposta a quella di Bankman-Fried. La sua società ha sempre cercato di operare fuori dagli schemi e dalle regole della finanza tradizionale, tant’è che Binance è stata bandita da diversi paesi per aver agito senza licenze adeguate.

Zhao e Bankman-Fried erano amici e sono stati anche soci: Binance è stato uno dei primi investitori in FTX e aveva venduto la sua partecipazione lo scorso anno, ricevendo in cambio un gran numero di “token FTT”, ossia (semplificando) la criptovaluta creata da FTX. I due si sono allontanati quando le loro visioni e i loro obiettivi aziendali si sono discostati: Bankman-Fried voleva istituzionalizzare il settore, mentre Zhao vuole ancora operare in alternativa alla finanza e non come sua componente.

Ora i due stanno ufficialmente litigando per questa intensa attività di lobbying. «Non sosterremo le persone che fanno pressioni contro altri esponenti del settore alle loro spalle», ha scritto Zhao su Twitter.

Mercoledì 2 novembre Coindesk, un importante sito di notizie del settore, ha pubblicato un articolo in cui rivelava il contenuto di alcuni documenti riservati sulle attività di FTX e di Alameda Research, un’altra società di Bankman-Fried che si occupa di trading finanziario. Dai documenti emerge che nei conti di Alameda c’è un enorme capitale composto da tantissimi “token FTT”, ossia la criptovaluta creata da FTX stessa. Di per sé non è niente di sbagliato o illegale, ma di fatto mostra che la solidità della società di trading di Bankman-Fried si poggia su una base costituita in gran parte dalla moneta creata proprio dalla sua altra società, e non da una risorsa indipendente.

Questa notizia ha creato molta agitazione nel mercato perché è stata messa in dubbio l’affidabilità e la solidità dei conti di FTX e Alameda.

Le preoccupazioni sono poi state alimentate anche dal fatto che Zhao ha annunciato pubblicamente che Binance si sarebbe liberata di tutti i token FTT detenuti dalla società, a causa delle «recenti rivelazioni». L’annuncio ha fatto precipitare il valore dei token FTT e ha innescato tra gli osservatori il sospetto che potesse essere stato proprio Zhao a divulgare il documento.

Si è così innescata una crisi di fiducia nei confronti di FTX: temendo di perdere i propri soldi, gli investitori nel giro di pochi giorni hanno ritirato più di 6 miliardi di dollari che detenevano sotto forma di token FTT. L’azienda si è ritrovata così alla ricerca di fondi per adempiere i propri obblighi di conversione della criptovaluta in dollari. La società ha infine dovuto bloccare le richieste di conversione perché non riusciva più a farvi fronte, trovandosi così nella situazione più grave in cui può trovarsi una società finanziaria (al pari di una banca che blocca le richieste dei clienti di prelevare denaro dai loro conti correnti).

Bankman-Fried ha cercato di rassicurare gli investitori, ma il panico è continuato e il fondatore di FTX ha annunciato che avrebbe venduto la sua azienda proprio a Zhao e Binance, che si erano resi disponibili a salvarla.

Ma il giorno dopo l’annuncio Binance ha cambiato idea e ha detto che si sarebbe ritirata dall’accordo, spiegando che dopo aver esaminato i libri contabili della società è giunta alla conclusione che «i problemi di FTX sono al di fuori del nostro controllo o della nostra capacità di aiutare».

Venerdì FTX ha dichiarato bancarotta e Bankman-Fried si è dimesso da amministratore delegato.

Tutto questo si è svolto in tempo reale su Twitter, dove sono molto attivi sia Zhao che  Bankman-Fried. Ques’ultimo negli scorsi giorni si è scusato più volte pubblicamente per non aver preso precauzioni migliori.

L’improvviso crollo di FTX ha suscitato molte domande sul futuro delle criptovalute. Innanzitutto, su cosa accadrà ai clienti di FTX e ai loro soldi. A differenza dei depositi in un conto corrente tradizionale, i depositi sugli scambi di criptovalute non sono garantiti dallo stato e non si sa se FTX abbia risorse sufficienti per restituire tutto. Con l’istanza di fallimento presentata dalla società la questione si sposterà in tribunale.

La vicenda ha avuto un impatto su tutto il mercato. Tant’è che il valore di molte criptovalute è sceso notevolmente negli ultimi giorni: per esempio, Bitcoin ha perso da lunedì il 22 per cento del suo valore. Gli investitori di FTX probabilmente perderanno la maggior parte dei loro investimenti. Tra loro c’erano anche alcune grosse e rinomate società di venture capital, ossia aziende che investono professionalmente in altre aziende, come Sequoia Capital, Lightspeed Venture Partners e SoftBank.

La dimensione di questa vicenda è enorme per il settore delle criptovalute, che ha perso una delle sue istituzioni principali. Molti osservatori la paragonano al fallimento di Lehman Brothers, una grande banca d’affari americana che nel 2008 si ritrovò in bancarotta dopo investimenti speculativi molto rischiosi. Da lì iniziò la più grande crisi finanziaria della storia.

Contrariamente al 2008, quando il crollo di Wall Street generò una crisi finanziaria globale che portò milioni di americani a perdere il lavoro e la casa, le ricadute del crollo di FTX dovrebbero rimanere all’interno del settore delle criptovalute. La vicenda avrà probabilmente anche un impatto importante sulle attività di regolamentazione del settore: Bankman-Fried stava cercando di persuadere a regolare meglio il settore quelle autorità ancora scettiche sul potenziale delle criptovalute, che però ora avranno un ulteriore motivo per ritenere il settore fuori controllo e potenzialmente pericoloso per gli investitori.

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