Di fronte alle crisi, i “crypto bros” fanno gruppo

Molti appassionati del settore delle criptovalute si riuniscono in forum e subreddit fortemente identitari e con un gergo proprio

Una statua che imita il celebre toro di Wall Street esposta fuori da una convention sui Bitcoin a Miami, lo scorso aprile. (Marco Bello/Getty Images)
Una statua che imita il celebre toro di Wall Street esposta fuori da una convention sui Bitcoin a Miami, lo scorso aprile. (Marco Bello/Getty Images)
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La scorsa settimana il settore del “crypto”, termine con cui si indica il mercato delle criptovalute e tutte le applicazioni della blockchain, ha sofferto enormi perdite, arrivando a perdere circa duecento miliardi di dollari in un giorno. Il valore di Bitcoin è sceso al dato più basso degli ultimi sedici mesi, mentre il collasso della criptovaluta TerraUSD ha fatto svanire gli investimenti di migliaia di persone. Nell’ambiente si parla esplicitamente di crisi e di “bolla scoppiata”, e si cita la contemporanea contrazione del mercato degli NFT, i certificati attraverso i quali si vendono immagini e video digitali, come prima avvisaglia di quello che succederà alle criptovalute.

Quello del “crypto” è un mercato volatile e che nella sua breve storia ha alternato momenti di gravi ribassi ad altri di solida espansione. È quindi presto per fare previsioni fondate su cosa succederà, ma in questi giorni le community di utenti più attivi nel settore si trovano come sempre su alcuni subreddit, le sezioni tematiche che compongono il social network Reddit, a condividere punti di vista, sfoghi personali e parole di conforto. In molti casi, i toni di questi commenti sono frustrati, inconsolabili e allarmati.

TerraUSD è un cosiddetto “stablecoin”, criptovalute pensate per mantenere un valore fisso per prevenire le oscillazioni tipiche di questo mercato speculatorio. 1 TerraUSD valeva poco meno di un dollaro fino alla scorsa settimana: giovedì ha iniziato un improvviso tracollo arrivando a meno di 0,15 dollari. Il valore della criptovaluta non era garantito da una riserva in valuta legale o in altri beni, ma soltanto attraverso una serie continua di operazioni finanziarie gestite da un algoritmo: alcune insolite e imponenti transazioni hanno però provocato il crollo di valore di TerraUSD, e i successivi tentativi di mantenerlo stabile hanno a loro volta provocato una contrazione nell’intero settore, portandosi dietro nella crisi prima Bitcoin e poi le altre criptovalute.

Il subreddit r/terraluna presenta da giovedì scorso un nuovo post «fissato», ovvero posto in apertura di pagina, in cui si trovano i numeri di telefono delle linee anti-suicidio di molti paesi del mondo. Uno dei post più condivisi e commentati della stessa pagina, negli ultimi giorni, è stato scritto da un utente che diceva di aver perso oltre 450mila dollari a causa del collasso della valuta: «Presto perderò la casa, sarò un senzatetto» dice prima di condividere pensieri suicidi.

Ogni momento di crisi che il settore ha attraverso negli ultimi anni ha visto la diffusione di post simili, su Reddit, Discord e altri canali di comunicazione usati da speculatori e appassionati delle criptovalute. Su r/bitcoin, un subreddit dedicato alla criptovaluta, si trova un post risalente al 2013 in cui l’autore sosteneva che la pagina avrebbe dovuto «considerare seriamente di pubblicare il numero della linea anti-suicidi», aggiungendo quanto fosse importante cercare di evitarli.

La natura altamente speculativa del settore, associata all’incredibile crescita che ha registrato a partire dal 2014 – e in misura maggiore dal 2020 in poi –, ha reso il mondo delle criptovalute un fenomeno attraente per molte persone. Secondo un recente sondaggio realizzato alla fine del 2021 dall’ente di ricerca Pew Research, il 43% dei maschi statunitensi tra i 19 e i 29 anni avrebbe usato criptovalute.

Il settore attrae quindi molti giovani maschi per cui il crypto è la prima esperienza finanziaria, richiamati dalla promessa di soldi facili ma anche da un aspetto di appartenenza e condivisione ritenuto molto importante. Al di là dei dati anagrafici, infatti, il settore gode anche di un racconto collettivo particolare, che si sviluppa perlopiù online, nei siti dedicati, ma anche su YouTube e su molti podcast. Attorno a questa esperienza di massa è sorta una community molto solida, in grado di fornire un’identità precisa e un set di regole e princìpi piuttosto chiari al neofita delle criptovalute.

Il gergo di Bitcoin – e del crypto in generale – è fatto di sigle e neologismi tipici di una sottocultura attiva e florida, ma anche chiusa all’esterno. «HODL» nasce come refuso di qualche speculatore che voleva scrivere «hold» («tenere»: in questo caso, non vendere) ed è diventato uno scherzoso imperativo con cui gli investitori si rassicurano e fanno gioco di squadra. Credere in Bitcoin vuole dire anche non vendere mai: tenere, sempre, nonostante gli eventuali crolli.

Un’altra espressione diffusa è «buy the dip», che fa il paio con «hodl» nel creare un senso di comunanza attorno alla criptovaluta: «buy the dip» (letteralmente «compra il calo, nei momenti di flessione») si usa nelle fasi di crisi, quando il valore del titolo scende e, invece di cedere al panico e abbandonare la nave, si sceglie di restare («HODL») e di investire nuove risorse, comprando valuta a buon mercato.

La sigla WAGMI è un altro indicatore di quanto il senso di comunanza e di sfida nei confronti dell’economia tradizionale sia un forte collante tra gli appassionati di crypto. Sta per «We Are Gonna Make It» (ce la faremo) ed è uno slogan con cui si ricorda che la strada è lunga e a tratti in salita, ma la destinazione – la ricchezza e la definitiva affermazione delle criptovalute – è vicina. Nei mesi scorsi, in un momento favorevole del mercato, la sigla WAGMI era stata usata anche da alcuni profili Twitter di multinazionali come Pepsi, in un tentativo di sembrare in linea con il settore crypto.

Il giornalista Ekin Genç ha raccontato su Vice la bizzarra origine della sigla, nata tra il sito bodybuilding.com e il noto forum 4chan. A coniarla fu Aziz Shavershian, giovane bodybuilder australiano morto nel 2011 per attacco di cuore. «Zyzz», com’era noto online, era diventato piuttosto famoso attorno al 2008 grazie ai suoi contenuti motivazionali dai toni spinti, in cui spronava gli utenti di 4chan a «farcela»: diventare muscolosi, di successo e finalmente felici.

Il successo di WAGMI è cresciuto nel corso degli anni grazie anche a questa particolare intersezione che unisce il mondo del bodybuilding a quello dei videogiochi, arrivando fino al crypto. Come ha scritto Genç, «molti gamer migrarono prima dalla cultura di World of Warcraft e Runescape [due popolari giochi di ruolo online] alle community di fitness online, e più tardi verso il crypto». Un «flusso migratorio» favorito dal fatto che i tre settori, per quanto a prima vista diversi e distanti tra di loro, hanno particolare successo tra i «nerd introversi».

Questo senso diffuso di emarginazione tipico della cultura gamer spiegherebbe anche i sentimenti spesso risentiti che si respirano nei forum dedicati al crypto, anche nei momenti di maggiore crescita. L’obiettivo finale, la ricchezza o indipendenza economica, è rappresentato da espressioni come «Lambo» (da Lamborghini, lo status symbol per eccellenza) o «To the moon» («Verso la Luna»), con cui si festeggiano i risultati positivi, quando ci sono.

Il successo dei «crypto-bros», come vengono chiamati in modo dispregiativo da alcuni utenti, sembra sempre una rivalsa, una vittoria ultima ai danni di un «altro», la cui entità può cambiare a seconda dei casi: il lavoro, la finanza di Wall Street, i politici, le loro tassazioni, le persone che non possiedono criptovalute, eccetera.

Fenomeni come Bored Ape Yacht Club, una delle più famose linee di NFT, rappresentano al meglio il ruolo identitario che beni di questo tipo sembrano avere per alcuni appassionati. L’acquisto di un NFT che rappresenta una di queste scimmie – disegnate piuttosto male, secondo i tanti detrattori – è un investimento notevole non solo per il valore di mercato in sé ma per il senso di appartenenza a un gruppo che sembra veicolare: l’idea di fare parte di un club, come suggerisce lo stesso nome della linea.

Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico Italia allo 02 2327 2327 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al numero 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.