Gli account che stanno prendendo in giro Elon Musk per la spunta blu

I piani del nuovo capo di Twitter continuano a provocare proteste e iniziano a rivelare qualche contraddizione

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Domenica il nuovo CEO di Twitter Elon Musk ha comunicato che d’ora in poi imitare un’altra persona sulla piattaforma senza specificare apertamente di star facendo una parodia sarà vietato. Nei giorni precedenti, diversi utenti con la spunta blu (il simbolo che finora era servito a verificare l’identità dei personaggi pubblici) avevano cominciato a twittare fingendo di essere Elon Musk, cambiando il proprio nome con il suo e sostituendo la propria immagine del profilo con una sua vecchia foto, peraltro non proprio lusinghiera.

È una forma di protesta e di presa in giro rivolta in generale contro le ultime decisioni di Musk riguardo a Twitter, e in particolare a quelle che riguardano la gestione degli account verificati. E la reazione di Musk, secondo molti, è in contraddizione con i principi che aveva detto avrebbero ispirato la sua gestione del social network.

Su Twitter, come su molti altri social network, gli utenti possono scegliere due nomi. Uno è l’“handle”, ovvero il nome utente che inizia necessariamente per @, e che normalmente non viene cambiato quasi mai: Twitter peraltro toglie la spunta blu ai profili verificati che lo modificano. Il secondo è quello che appare in cima al profilo, di lato alla spunta blu per chi ce l’ha. Musk ha detto di voler togliere temporaneamente la spunta blu anche a chi cambia quello, ma l’annuncio ha turbato vari utenti perché, come ha scritto una delle celebrità più attive sulla piattaforma, il divulgatore Hank Green, «poter cambiare nome era un lato piuttosto divertente della cultura di Twitter».

Tra le persone che negli ultimi giorni hanno finto di essere Elon Musk su Twitter, reagendo al suo progetto di verificare chiunque in cambio di un canone mensile di 8 dollari, l’attrice Valerie Bertinelli ha passato qualche ora a condividere messaggi a favore dei Democratici statunitensi (Musk simpatizza notoriamente per i Repubblicani). Sia il fumettista Jeph Jacques che la comica australiana Kathy Griffin invece sono stati sospesi da Twitter dopo aver cambiato nome e foto per imitare Musk. Riferendosi chiaramente all’acquisto di Twitter da parte di Musk, Jacques aveva scritto, tra le altre cose: «oddio oddio cosa sto facendo questo è stato tutto un grosso errore». 

Su Mastodon, piattaforma social decentralizzata dove alcune persone si stanno spostando in risposta alla nuova gestione di Twitter, Griffin ha risposto alla sospensione scrivendo «a quanto pare non hanno licenziato TUTTI i moderatori di contenuti? Lol». Il riferimento è ai licenziamenti di massa fatti da Musk nei giorni scorsi dentro a Twitter, che hanno coinvolto anche le squadre che moderavano i contenuti sulla piattaforma.

Una delle preoccupazioni principali legate al progetto che permetterà a chiunque di richiedere una spunta blu a pagamento, infatti, è il fatto che Musk abbia licenziato nella scorsa settimana moltissime delle persone che per l’azienda si occupavano di contrastare abusi, truffe e molestie, rendendo più difficile rispondere velocemente ad eventuali tentativi di frode sul sito. 

– Leggi anche: I licenziamenti di Elon Musk stanno incasinando Twitter

La soluzione che Musk sembra aver individuato al rischio di imitazione – bandire chiunque lo faccia senza esplicitare che si tratta di una parodia – ha suscitato però altre critiche, che hanno a che fare con le promesse che avevano accompagnato l’acquisizione di Twitter.

Da aprile ad oggi, Musk ha ripetutamente sottolineato di voler acquistare la piattaforma per farne «la piazza pubblica digitale», definendosi un «assolutista della libertà d’espressione» in contrasto ad un’applicazione della moderazione dei contenuti che, a suo parere, censurava eccessivamente gli utenti. Ha detto che «le sospensioni sulla piattaforma dovrebbero essere estremamente rare», e ha assicurato di sperare che «anche i miei peggiori critici rimangano su Twitter, perché questo è ciò che significa libertà di parola». In un tweet che gli è stato molto rinfacciato, aveva scritto che dopo la sua acquisizione «da ora l’umorismo su Twitter è legale».

Ora, diverse persone stanno sottolineando l’incoerenza di Musk. Dopo che David Sacks, uno dei collaboratori più stretti a cui Musk si sta affidando per riformare Twitter, ha scritto che «fingersi qualcun altro non è libertà di parola. La frode non è protetta dal primo emendamento», il giornalista Judd Legum ha fatto notare che, in realtà, la Corte suprema statunitense nel 1988 si è espressa esplicitamente sul tema dell’imitazione a scopo satirico, affermando che è invece protetta dal primo emendamento alla Costituzione, quello che regola la libertà d’espressione. «Può inventare tutte le regole che vuole dato che questo è il suo sito web, ma la parodia è protetta ai sensi del primo emendamento, indipendentemente dal fatto che sia etichettato o meno come parodia», ha scritto Legum.