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  • Domenica 6 novembre 2022

Tre presidenti in Pennsylvania

Joe Biden, Barack Obama e Donald Trump hanno tutti partecipato a eventi per le elezioni di metà mandato nello stesso stato, che potrebbe decidere chi controllerà il Senato

Barack Obama e Joe Biden a Philadelphia (AP Photo/Patrick Semansky)
Barack Obama e Joe Biden a Philadelphia (AP Photo/Patrick Semansky)
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Nella serata di sabato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e i suoi due predecessori, il Repubblicano Donald Trump e il Democratico Barack Obama, si sono trovati tutti e tre in Pennsylvania per partecipare a eventi elettorali in vista delle elezioni di metà mandato di martedì. Biden e Obama hanno partecipato assieme a un evento per sostenere il candidato del Partito Democratico al Senato John Fetterman, e praticamente alla stessa ora Trump ha tenuto un comizio per sostenere il candidato del Partito Repubblicano Mehmet Oz.

La presenza in contemporanea di tre presidenti americani nello stesso stato (sebbene non nella stessa città: Biden e Obama erano a Philadelphia, mentre Trump vicino a Pittsburgh) mostra l’importanza del voto in Pennsylvania, che potrebbe essere determinante per decidere quale dei due partiti avrà la maggioranza al Senato e dove le elezioni sono eccezionalmente in bilico: secondo i sondaggi, Fetterman e Oz sono vicinissimi, praticamente entro il margine d’errore. Per questo, Biden e Obama da una parte e Trump dall’altra sono arrivati nello stato per sostenere i propri candidati, a pochissimi giorni dal voto.

Alle elezioni di metà mandato gli americani e le americane votano per rinnovare tutti i seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato. Nello stesso giorno si terranno anche migliaia di elezioni locali: si voterà per eleggere il governatore o la governatrice in 36 stati, e verranno rinnovati quasi tutti i parlamenti statali. Le elezioni si chiamano così (in inglese: midterm) perché avvengono a due anni di distanza dall’inizio del mandato del presidente, che dura quattro anni.

Le elezioni al Senato sono di gran lunga le più combattute. Anzitutto perché sono quelle più incerte: mentre i sondaggi ritengono probabile che i Repubblicani conquisteranno il controllo della Camera, attualmente in mano ai Democratici, per il Senato le cose sono ancora molto in bilico. In secondo luogo, perché basta conquistare pochissimi seggi (anche soltanto uno) per cambiare gli equilibri politici: attualmente al Senato Democratici e Repubblicani sono in parità, con 50 senatori a testa, ma i Democratici hanno formalmente la maggioranza perché la vicepresidente Kamala Harris ha diritto di voto, in caso di pareggio.

Questo significa che ai Repubblicani basterebbe vincere un solo seggio al Senato controllato dai Democratici per ottenere la maggioranza, e viceversa. Secondo il Washington Post, i seggi più in bilico e che potrebbero contribuire a cambiare la maggioranza al Senato sono una manciata: quelli di Nevada, Georgia, Wisconsin e, appunto, Pennsylvania.

Fino a pochi mesi fa le elezioni in Pennsylvania (dove si vota anche per rinnovare il governatore) sembravano molto meno in bilico. John Fetterman, ex vicegovernatore e personaggio politico noto anche a livello nazionale, aveva un confortevole vantaggio su Mehmet Oz, un medico e personaggio televisivo del New Jersey che era stato scelto da Trump ma era generalmente ritenuto un candidato debole. Poi, a maggio, Fetterman ha subito un gravissimo ictus che lo ha portato molto vicino alla morte. Per alcuni mesi non ha potuto partecipare a eventi elettorali, e tuttora è colpito da effetti piuttosto gravi, che riguardano soprattutto la sfera del linguaggio.

– Leggi anche: La controversa vulnerabilità di John Fetterman

Tutti i problemi dovrebbero rientrare nel giro di pochi mesi e Fetterman dovrebbe avere un recupero completo, ma nel frattempo Oz ha condotto una campagna piuttosto spregiudicata basata sull’inadeguatezza fisica di Fetterman, che gli ha consentito di recuperare consensi. Adesso i due candidati sono dati in parità nei sondaggi, con Fetterman in vantaggio di pochissimi decimi.

Per questo i partiti hanno impiegato in Pennsylvania i loro leader più importanti e famosi, cosa che in queste forme avviene raramente. Obama e Biden da una parte e Trump dall’altra hanno usato toni duri contro gli avversari, e sostenuto che a queste elezioni di metà mandato la posta in gioco sia altissima.

Donald Trump durante il suo comizio in Pennsylvania (AP Photo/Jacqueline Larma)

Biden, che di recente ha usato una retorica molto grave contro il pericolo posto da Donald Trump e dai suoi sostenitori per la democrazia americana, ha detto che gli Stati Uniti si trovano «a un punto di svolta» e che il risultato delle elezioni «influenzerà il paese per decenni». Obama, che mantiene un’ampissima popolarità e di recente ha partecipato a molti eventi elettorali in tutti gli Stati Uniti, ha detto che a queste elezioni «si vota per il principio stesso della democrazia. La posta in gioco è alta».

Anche Trump ha usato argomenti di urgenza e preoccupazione durante il suo discorso: «Se volete fermare la distruzione del nostro paese e salvare il sogno americano, allora martedì dovete votare Repubblicano in maniera massiccia».