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  • Mercoledì 26 ottobre 2022

Per l’inverno non avremo un tetto al prezzo del gas

A causa dei contrasti dentro l’Unione Europea che stanno ritardando alcune decisioni: ma potrebbe non essere un grosso problema

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

I paesi dell’Unione Europea non hanno ancora trovato un accordo sul cosiddetto price cap, ovvero sull’imposizione di un tetto al prezzo del gas importato dall’estero che dovrebbe servire a contrastare gli effetti della crisi energetica ed evitare aumenti dei costi delle bollette. L’ultima riunione dei ministri europei dell’Energia si è tenuta martedì, ma non ha portato a nulla e ne è stata fissata un’altra per il 24 novembre. Il fatto è che se anche si arrivasse a un accordo in quella data, il price cap non entrerebbe in vigore immediatamente: si dovrebbe attendere almeno la primavera, come ha scritto Bloomberg

Il price cap di cui si sta discutendo, proposto dalla Commissione Europea, è stato definito “dinamico”: sarebbe temporaneo e si attiverebbe solamente quando venisse superata una certa soglia nelle quotazioni al Title Transfer Facility (TTF), il mercato olandese di riferimento per le contrattazioni in Europa.

La misura riguarderebbe tutto il gas importato nell’Unione Europea, e non solo quello russo, come si era ipotizzato inizialmente: l’ipotesi di fare una misura ad hoc riferita alla Russia aveva incontrato infatti la resistenza di diversi paesi, che temevano ulteriori ritorsioni. Il problema è che sul price cap non c’è consenso tra i paesi europei, e la misura deve essere approvata all’unanimità. Il paese che sembra essere più contrario è la Germania, che ha una produzione interna di gas quasi irrisoria e che dipende moltissimo dal gas importato.

La Commissione ha anche proposto di introdurre un price cap limitato al gas acquistato per alimentare le centrali elettriche: è la cosiddetta “soluzione iberica”, dato che questa misura è già in vigore da giugno in Spagna e Portogallo. Tra i paesi membri dell’Unione ci sono però diversi dubbi che una misura del genere possa coesistere con un price cap generalizzato.

Il mancato accordo nella riunione di martedì significa soprattutto che non ci saranno grossi cambiamenti per la stagione invernale che sta per iniziare, e che il prezzo del gas rimarrà per ora quello stabilito sul mercato olandese. La buona notizia è che, anche se al momento non c’è un accordo, il prezzo del gas sta comunque calando da solo da mesi, e un tetto potrebbe anche non essere necessario nell’immediato.

Lunedì il prezzo del gas è infatti tornato per la prima volta al livello di giugno, quando la Russia iniziò a destabilizzare il mercato tagliando le forniture ai paesi europei. I motivi sono diversi: un autunno insolitamente mite che sta consentendo di ritardare l’accensione dei riscaldamenti, i consumi di gas ad agosto e settembre sotto la media degli scorsi anni, e  i depositi di stoccaggio europei riempiti durante l’estate che sono quasi pieni.

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