Wikipedia sta cercando il suo suono

L'associazione che gestisce l'enciclopedia ha indetto un concorso per un “marchio sonoro”: un suono distintivo come il “tudum” di Netflix

Una scena del film “Licorice Pizza”
Una scena del film “Licorice Pizza”
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L’associazione non profit che amministra Wikipedia, l’enciclopedia online più grande e conosciuta del mondo, ha aperto un concorso per trovare il proprio marchio sonoro, un suono distintivo che identifichi e renda immediatamente riconoscibili tutti i suoi progetti, un po’ come fa il “tudum” di Netflix. Questo tipo di suono, chiamato anche “sound logo”, è una breve sequenza di note o una melodia che contraddistingue un sito, un marchio o un’azienda e non solo attira l’attenzione di chi lo sente, ma crea anche familiarità con la sua identità, i suoi valori o i suoi prodotti, proprio come fa un jingle pubblicitario. Quello che cerca la Wikimedia Foundation dovrebbe rappresentare «il suono di tutta la conoscenza umana».

Oltre ad amministrare Wikipedia, la Wikimedia Foundation gestisce molti altri progetti collaborativi legati alla libera condivisione delle informazioni e della conoscenza, dal dizionario multilingue Wiktionary a Wikimedia Commons, una piattaforma che raccoglie tra le altre cose decine di milioni di immagini, foto e video. Sulla pagina dedicata al concorso si legge che la fondazione vuole un logo sonoro che «identifichi i contenuti di tutti i progetti che coordina» e possa essere sfruttato in particolare nel caso in cui non sia possibile usare i tradizionali loghi grafici, per esempio quando gli assistenti virtuali rispondono alle richieste degli utenti.

Idealmente, spiega la fondazione, questo marchio sonoro dovrebbe contribuire a esprimere quello che il movimento Wikimedia rappresenta, vale a dire la circolazione di una conoscenza «affidabile, attendibile, disponibile e accessibile per tutti».

Il concorso era aperto fino al 10 ottobre ed era rivolto a chiunque volesse presentare la propria proposta. Nelle prossime settimane una commissione composta da un musicologo, esperti del suono e alcuni volontari che contribuiscono ai progetti della fondazione sceglieranno dieci finalisti. I loro lavori saranno poi votati dal pubblico a partire dal prossimo 29 novembre. Il vincitore sarà annunciato all’inizio del 2023: oltre a un viaggio in uno studio di registrazione per registrare di nuovo il futuro marchio della Wikimedia Foundation riceverà un compenso di 2.500 dollari (circa 2.550 euro).

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Per molte aziende i marchi sonori sono tanto importanti quanto i classici loghi grafici.

Sono utilizzati così tanto che li si trova un po’ dappertutto: oltre al già citato “tudum”, che accompagna la grafica animata di Netflix quando si seleziona uno dei contenuti della piattaforma, sono marchi sonori anche il suono dell’avvio di Windows 95, quello di Intel o il tipico jingle di McDonald’s, “I’m Lovin’ It”.

Molti apparecchi elettronici hanno suoni di avviamento o spegnimento che funzionano come marchi sonori, per esempio quelli che si sentono quando si collegano ad altri dispositivi attraverso il Bluetooth. Altri suoni di questo tipo sono usati come espedienti nelle serie tv, e diventano delle specie di marchi perché identificano un certo tipo di scena oppure una certa serie, come il “dun dun” di Law & Order. Parlando di cinema, probabilmente uno dei marchi sonori più famosi è quello della THX, la società di sistemi audiovisivi fondata nel 1983 dal creatore di Star Wars George Lucas.

L’idea dietro all’utilizzo dei marchi sonori è che questi suoni – spesso di pochissimi secondi – riescono a restare impressi nella memoria di chi li ascolta e a stimolare una risposta emotiva positiva, come gli earworm, le cosiddette canzoni appiccicose. In poche parole, oltre a rendere riconoscibile un’azienda, contribuiscono a creare un legame e auspicabilmente un interesse per ciò che offre. Come spiega la stessa Wikimedia, l’aspettativa è che nel tempo questo «espediente mnemonico» aiuti a identificare più chiaramente i suoi vari progetti, e che quindi convinca sempre più persone a pensare a ciascuno di essi «come a una fonte affidabile di informazioni verificabili».

Buona parte dei marchi sonori che ci sono familiari è nata e si è diffusa soprattutto negli ultimi decenni grazie all’arrivo delle nuove tecnologie: ce ne sono però alcuni estremamente efficaci e riconoscibili che risalgono a molto prima. Uno di questi è il celebre ruggito del leone della Metro Goldwyn Mayer, che si sentì per la prima volta il 31 luglio del 1928 nell’introduzione del primo film sonoro della storica casa di produzione cinematografica statunitense, Ombre bianche (White Shadows in the South Seas).

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