Elon Musk vuole di nuovo comprare Twitter

O almeno così dice in una lettera inviata al social network, in cui offre per l'acquisizione gli stessi soldi che aveva proposto ad aprile

(Dimitrios Kambouris/Getty Images for The Met Museum/Vogue)
(Dimitrios Kambouris/Getty Images for The Met Museum/Vogue)
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L’imprenditore americano Elon Musk ha inviato una lettera a Twitter in cui si dice di nuovo intenzionato a comprare il social network per gli stessi soldi che aveva offerto lo scorso aprile, prima che si tirasse improvvisamente indietro dall’affare. Dopo che Musk aveva cambiato idea, Twitter aveva deciso di fargli causa, e tra circa due settimane si sarebbe dovuto tenere un processo per stabilire se l’imprenditore sarebbe potuto uscire dal contratto (magari pagando una penale) o se invece sarebbe stato costretto all’acquisto. Non è ancora chiaro cosa sarà del processo se l’affare dovesse concludersi secondo i patti iniziali, ma è possibile che in quel caso non si svolga nemmeno.

È una notizia piuttosto sorprendente, dopo mesi in cui Musk si era scontrato in vari modi con Twitter, criticando ampiamente la gestione della società e il funzionamento del social network. In più occasioni aveva fatto salire e scendere di molto il valore delle azioni della società con i suoi annunci contraddittori, che inizialmente sembravano molto convinti verso l’acquisizione e poi erano invece diventati molto contrari, con motivazioni poco chiare.

Le modalità del nuovo impegno di Musk, con l’invio di una lettera da parte dei suoi avvocati, fanno sembrare l’operazione affidabile, ma i giornali la stanno comprensibilmente presentando con una certa prudenza, visto che su questa storia Musk ha già cambiato idea diverse volte. Secondo alcuni commentatori potrebbe anche trattarsi di una strategia di Musk per ritardare il processo e prendere tempo: una fonte del Financial Times vicina a Twitter sostiene che questa sia una preoccupazione della stessa azienda, che invece è intenzionata a chiudere l’affare.

L’invio della lettera è stato rivelato da Bloomberg, ma la notizia è stata poi confermata da un portavoce di Twitter attraverso un comunicato in cui veniva ammesso il ricevimento della lettera e il suo contenuto. Il comunicato conferma anche che nella lettera Musk abbia offerto 54,20 dollari ad azione, cioè lo stesso valore complessivo di 44 miliardi di dollari (più o meno la stessa cifra in euro) che aveva proposto lo scorso aprile.

Dopo l’annuncio di Musk il valore delle azioni di Twitter è salito di più del 20 per cento, fino a 52 dollari: comunque meno del prezzo ipotizzato per l’acquisizione, a testimonianza dei dubbi degli investitori sull’affidabilità di Musk nel portare a termine l’accordo.

Da quando era diventata pubblica, l’intenzione di Musk di comprare Twitter era stata ampiamente discussa per le possibili conseguenze che avrebbe potuto avere se si fosse realizzata: soprattutto dal punto di vista della libertà di espressione e della convivenza fra utenti in uno dei social network più frequentati al mondo. Musk aveva parlato esplicitamente della necessità di rendere meno severe le regole di moderazione dei contenuti – che Twitter ha inasprito soprattutto negli ultimi anni – e si era molto lamentato della capacità del social network di verificare l’identità degli utenti e di eliminare i bot.

Ad aprile aveva prima acquistato il 10 per cento delle azioni della società e ne era diventato uno dei più grandi azionisti, poi aveva manifestato la volontà di comprarlo tutto. Inizialmente il consiglio di amministrazione aveva cercato di ostacolare l’acquisizione da parte di Musk, ma poi aveva accettato l’offerta, considerata comunque molto vantaggiosa perché rivalutava l’azienda decisamente al rialzo.

Nelle settimane successive l’operazione aveva subito diversi rallentamenti, soprattutto per le ripetute minacce di Musk di rinunciare all’acquisto se Twitter non avesse fatto chiarezza sul numero di account falsi. L’azienda aveva detto di non poter consegnare a Musk i dati sugli account perché ciò avrebbe implicato la condivisione di dati personali degli utenti a un soggetto esterno a Twitter (cioè Musk).

La polemica sugli account falsi era sembrata però solo un pretesto di Musk per provare a uscire senza conseguenze dall’accordo, che prevedeva una penale da un miliardo di dollari. A luglio Musk aveva annunciato la sua decisione formale di rinunciare all’acquisto.

Molti commentatori avevano detto che in realtà Musk avesse cambiato idea dopo aver deciso l’acquisto un po’ di impulso, e che probabilmente riteneva l’operazione non più sostenibile per il fatto che il mercato finanziario stava subendo un grosso calo, di cui avevano risentito soprattutto i listini tecnologici: Twitter aveva cominciato a perdere progressivamente valore e l’offerta di Musk, inizialmente considerata solo generosa, era diventata spropositata.

A luglio Twitter aveva fatto causa a Musk e un tribunale del Delaware aveva approvato un processo rapido, da tenersi in cinque giorni, a partire dal 17 ottobre. La posizione di Twitter in vista del processo sembrava comunque più solida, viste le motivazioni pretestuose di Musk: forse anche questo potrebbe aver influito nel suo recente cambio d’opinione.