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  • Mercoledì 5 ottobre 2022

Le città francesi contro i maxischermi per i Mondiali di calcio

Molte, tra cui Parigi, non mostreranno le partite in luoghi pubblici, per protestare conto le violazioni dei diritti umani in Qatar

I maxischermi posizionati davanti alla Tour Eiffel a Parigi in occasione degli Europei di calcio maschile del 2016 (AP Photo/Francois Mori, File)
I maxischermi posizionati davanti alla Tour Eiffel a Parigi in occasione degli Europei di calcio maschile del 2016 (AP Photo/Francois Mori, File)
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Negli ultimi giorni diverse città francesi hanno deciso che non metteranno maxischermi per mostrare le partite dei prossimi Mondiali di calcio maschile, che si disputeranno in Qatar dal 20 novembre al 18 dicembre. L’ultima ad annunciarlo è stata Parigi, che si è aggiunta a Lille, Marsiglia, Bordeaux, Strasburgo, Nancy e Reims. In tutti i casi le amministrazioni cittadine hanno detto di averlo deciso soprattutto per ragioni etiche legate al modo in cui il paese ospitante, il Qatar, ha organizzato la competizione: per l’enorme impatto ambientale che avrà l’evento, ma soprattutto per la violazione dei diritti umani dei lavoratori coinvolti nella sua preparazione.

Negli ultimi anni diverse inchieste giornalistiche internazionali hanno mostrato lo sfruttamento sistematico dei lavoratori, perlopiù immigrati, impiegati nella costruzione degli stadi in Qatar. Non ci sono stime ufficiali, ma il paese è stato accusato in diverse occasioni di essere responsabile di migliaia di morti tra i lavoratori, che sarebbero avvenute per le condizioni estreme a cui sono stati sottoposti.

Per tutti questi motivi si è parlato molto di possibili boicottaggi ai Mondiali in Qatar, ma finora ci sono state poche iniziative concrete: la decisione delle città francesi di non mostrare le partite sui maxischermi è una di quelle che si stanno facendo notare di più, anche perché ha portato diversi politici del paese a prendere posizioni ufficiali.

– Leggi anche: La maglia della Danimarca contro i Mondiali di calcio in Qatar

La prima città a decidere questo genere di boicottaggio era stata Lille lo scorso sabato, con la sindaca Martine Aubry che aveva definito il Mondiale una «assurdità in termini di diritti umani, di ambiente e di sport». Aubry aveva parlato apertamente dei morti tra i lavoratori stranieri e aveva criticato il grande impatto ambientale che avranno gli stadi, che saranno tutti dotati di aria condizionata anche negli ambienti esterni. Aubry è socialista, ma con lei si sono schierati sindaci e sindache di diversi schieramenti politici.

Benoit Payan, un altro socialista, sindaco di Marsiglia, ha detto che il torneo si è «progressivamente trasformato in una catastrofe umana e ambientale, incompatibile con i valori che ci aspettiamo che lo sport promuova, soprattutto il calcio». La Francia è tra le favorite di questo Mondiale, oltre a essere campione in carica, e a Marsiglia erano stati fatti piani per posizionare un maxischermo nel caso in cui la nazionale fosse arrivata in finale: ora sono stati cancellati.

Anche città francesi più piccole stanno prendendo decisioni simili: tra queste c’è Angoulême, un comune di poco più di 40mila abitanti nel sud-ovest del paese. Il sindaco, Xavier Bonnefont, ha ammesso che oltre alle ragioni etiche ne sono state prese in considerazione altre più pratiche, come l’alto costo di un maxischermo in termini economici ed energetici («diverse decine di migliaia di euro»). «Ci sembrato inopportuno rischiare questo tipo di spesa in un momento in cui stiamo cercando di fare economia per assorbire il costo crescente dell’energia», ha detto.

Il sindaco di Bordeaux, Pierre Hurmic, è della stessa idea: «Non potete chiedere ai vostri cittadini moderazione se voi stessi vi mostrate complici di un’aberrazione energetica di questa natura», ha detto.

Oltre a queste motivazioni, sulla decisione di non mettere maxischermi pesa anche il fatto che quelli in Qatar saranno i primi Mondiali di sempre giocati in inverno, un periodo meno adeguato a vedere le partite in grandi piazze all’aperto. Pierre Rabadan, che ha la delega allo Sport nell’amministrazione comunale di Parigi, ha detto che anche questa circostanza ha avuto un ruolo, oltre alle ragioni etiche.

La Francia è stata in generale uno dei paesi in cui si è discusso di più dell’assegnazione del Mondiale al Qatar, anche se concretamente non si è fatto molto per boicottarlo. L’ex calciatore francese Éric Cantona, molto popolare in Francia e all’estero, ha detto che non guarderà nessuna partita di un Mondiale che secondo lui «non ha alcun senso». La città di Nancy ha diffuso un comunicato in cui chiedeva di rivedere i criteri di assegnazione dei prossimi Mondiali. Un portavoce dell’attuale governo francese, Olivier Véran, ha detto che se la decisione fosse stata presa oggi, la Francia non avrebbe assegnato i Mondiali al Qatar, ma ha aggiunto che «è difficile boicottare qualche settimana prima dell’inizio» una cosa «decisa 10 anni fa da 100 paesi».

La federazione calcistica francese, che è stata maggiormente criticata per non aver fatto nulla contro l’assegnazione e per non essersi mai schierata pubblicamente, ha detto di recente che partecipare al Mondiale non significa «sostenere gli abusi». Ha sostenuto di aver fatto diversi controlli sul rispetto di condizioni di lavoro accettabili nel luogo in cui si allenerà la nazionale francese in Qatar, ma non ha specificato in che modo, e ha detto che in ogni caso i Mondiali hanno portato un progresso «innegabile e positivo» in Qatar.

Altri commentatori più disillusi hanno fatto notare che è un po’ tardi per schierarsi contro i metodi del Qatar: la squadra più nota e ricca del campionato francese, il Paris Saint-Germain, dal 2011 è di proprietà di Nasser Al-Khelaifi, presidente del fondo sovrano qatariota, ed è di fatto finanziata dal Qatar.