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  • Domenica 11 settembre 2022

Come l’Ucraina sta riguadagnando terreno

E che cosa significa la riconquista di Izyum e di altre città nel nord-est del paese, fino a pochi giorni fa strategiche per la Russia

Un soldato ucraino osserva un'automobile con la Z utilizzata e poi abbandonata dall'esercito russo nella regione di Kharkiv, Ucraina (EPA/VASILIY ZHLOBSKY)
Un soldato ucraino osserva un'automobile con la Z utilizzata e poi abbandonata dall'esercito russo nella regione di Kharkiv, Ucraina (EPA/VASILIY ZHLOBSKY)
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Dopo mesi molto difficili, spesi in parte a riorganizzare le proprie forze, negli ultimi giorni l’esercito ucraino ha riconquistato numerose posizioni, con importanti progressi nel nord-est del paese. Domenica ha dichiarato di avere esteso ulteriormente il proprio controllo sul territorio, dopo che sabato i soldati ucraini erano entrati a Izyum, città nella regione di Kharkiv che l’esercito russo aveva occupato in primavera rendendola uno dei propri centri per organizzare le attività logistiche.

Poco più a nord, l’Ucraina ha ripreso il controllo di Balakliya, altra città importante per proseguire l’avanzamento verso est, e numerosi centri abitati più piccoli sono tornati sotto il controllo dell’Ucraina. La controffensiva è uno dei maggiori successi per l’Ucraina dopo avere respinto gli attacchi russi diretti a Kiev prima dell’estate, ma la situazione rimane molto fluida e incerta per stessa ammissione delle autorità ucraine. I progressi nella regione di Kharkiv sono comunque importanti per sollevare il morale dell’esercito e più in generale della popolazione, dopo quasi 200 giorni di guerra.

L’occupazione di Izyum
I primi attacchi su Izyum da parte della Russia erano iniziati alla fine di febbraio, nell’ambito di una serie di offensive nel paese con le quali l’esercito russo confidava di poter far cadere velocemente il governo ucraino. All’epoca la città aveva circa 40mila abitanti, che dovettero affrontare le conseguenze di un assedio di circa tre settimane. In migliaia fuggirono per mettersi al riparo dagli incessanti bombardamenti russi, che portarono infine alla conquista di Izyum alla fine di marzo.

L’esercito russo era molto interessato alla città soprattutto per i suoi collegamenti ferroviari, ideali per gestire l’arrivo e lo smistamento dei rifornimenti da quella posizione. In poco tempo, Izyum divenne uno dei poli principali per gestire la campagna di occupazione del Donbass, l’area geografica divenuta il primo obiettivo della Russia dopo avere fallito la conquista di Kiev in primavera.

E proprio tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, Izyum era sempre più strategica per la Russia nella propria campagna nell’Ucraina orientale e aveva contribuito a rendere possibile l’occupazione di varie città e l’espansione del controllo russo nel Donbass. Tra giugno e luglio, l’esercito ucraino aveva optato per lasciare alcune posizioni, ritirandosi più a ovest dove riorganizzare le proprie difese. La scelta era stata inizialmente vista come un ripiego, ma aveva in realtà consentito all’Ucraina di stabilizzare il fronte, anche grazie all’arrivo di nuove armi e munizioni donate dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali.

A sud
In particolare l’arrivo e la messa a punto dei sistemi di lancio di missili HIMARS statunitensi, che consentono di effettuare attacchi di lungo raggio e particolarmente mirati, aveva consentito all’esercito ucraino di avviare il bombardamento di numerosi depositi di armi russi. I numerosi attacchi erano stati accompagnati da altre attività mirate, condotte da forze speciali nei territori occupati dalla Russia. In seguito i bombardamenti ucraini avevano iniziato a interessare postazioni russe molto più a sud in Crimea, dando l’impressione che il principale obiettivo fosse una nuova offensiva nell’Ucraina meridionale.

Gli attacchi avevano indotto l’esercito russo a riorganizzare parte delle proprie difese in particolare nella regione di Kherson, spostando migliaia di soldati nell’area. A metà agosto gli attacchi ucraini erano diventati più frequenti, con dichiarazioni difficili da confermare sulla riconquista di alcune città. Ancora a un mese di distanza è complicato valutare quale sia stato l’effettivo impatto della controffensiva a sud, ma secondo varie analisi ha contribuito ad aprire un’opportunità di riconquista più a nord con gli esiti che abbiamo visto negli ultimi giorni.

La controffensiva a nord
A inizio settembre erano iniziate a circolare le prime informazioni su attività dell’esercito ucraino intorno alla zona di Kharkiv, la seconda città per numero di abitanti in Ucraina e a lungo obiettivo dell’esercito russo, sottoposta a pesanti e ricorrenti bombardamenti. I movimenti di truppe ucraine avevano riguardato porzioni di territorio a sud-est della città, dove l’esercito russo risultava essere più indebolito sia per mancanze strutturali di personale (un problema che affligge da diversi mesi la Russia), sia probabilmente per l’aver dovuto dirottare parte delle truppe verso sud dove l’esercito ucraino aveva intensificato gli attacchi.

La scorsa settimana si è assistito a una rapida accelerazione, con rapidi progressi dell’esercito ucraino a sud di Kharkiv verso Izyum. Venerdì 9 settembre, la Russia aveva annunciato di avere disposto rinforzi nella regione, annunciando il giorno seguente l’esatto contrario: i soldati russi avevano lasciato Izyum, con l’obiettivo di riorganizzarsi facendo arretrare il fronte. La nuova dichiarazione in contraddizione con la precedente è stata interpretata come un segnale di difficoltà. Sembra inoltre che molte posizioni russe siano state abbandonate di fretta, lasciando vario materiale, a ulteriore conferma di una ritirata non programmata.

Progressi
La riconquista di Izyum e più in generale di una parte significativa di territorio a nord-est è uno sviluppo molto importante della guerra in Ucraina, dove l’esercito ucraino non faceva progressi così significativi dai primi mesi dell’invasione. La notizia è stata ripresa dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che sabato ha annunciato la riconquista di almeno 2mila chilometri quadrati di territorio. È difficile verificare la stima di Zelensky, ma nel complesso i progressi sono notevoli, specialmente se si considera che buona parte dell’avanzata è avvenuta in appena 48 ore. Oltre a Izyum, è stata liberata anche la città di Kupiansk, altro importante snodo ferroviario e a lungo usato dall’esercito russo per le proprie attività logistiche.

L’esercito russo tiene comunque sotto controllo ancora un quinto circa dell’Ucraina e i prossimi mesi saranno difficili da gestire, per entrambi gli eserciti, a causa dell’arrivo della stagione fredda. Secondo varie analisi, le recenti vittorie indicano quanto si siano aggravati i problemi per la Russia, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di soldati. Da inizio invasione l’esercito russo ha subìto decine di migliaia di perdite e ci sono difficoltà nell’arruolare nuovo personale. La Russia dispone comunque ancora di grandi risorse e riorganizzandosi potrebbe avviare un nuovo contrattacco, sfruttando soprattutto la propria capacità aerea. Non disporre più di Izyum costituisce comunque uno svantaggio per l’esercito russo, sia per la mancanza di uno snodo importante per i rifornimenti, sia per organizzare una nuova avanzata.