Che re sarà Carlo III
Ha una storia travagliata e una personalità molto meno irreprensibile di quella della madre: sarà sicuramente più "moderno"
Carlo III, primogenito della regina Elisabetta II, è diventato re del Regno Unito ieri all’età di 73 anni. Prima di diventare re è stato principe del Galles ed erede al trono britannico per più tempo di chiunque altro prima di lui: come ha scritto il Telegraph, «ha avuto una vita intera per pensare a come l’avrebbe affrontata».
A differenza della solidissima reputazione della madre, quella di Carlo è stata in questi anni piuttosto altalenante: gravemente compromessa dalla crisi matrimoniale con Diana negli anni Novanta e in generale dalla stampa, che l’ha spesso descritto come un personaggio goffo, «più uno zio pasticcione che un patriarca nazionale». Recentemente però – e nonostante alcune crisi che hanno travolto la monarchia britannica negli ultimi anni – l’attuale re è riuscito a riconquistare un certo consenso. Ora che deve regnare, ci si chiede quanto della sua personalità saprà valorizzare e quanto ne dovrà invece mettere da parte.
Per molti versi Carlo può essere considerato il primo erede al trono “moderno” della storia della famiglia reale. Fu il primo a frequentare la scuola anziché prendere lezioni private e dopo il liceo si iscrisse all’università anziché entrare in servizio nell’esercito come gli altri reali uomini prima di lui. I suoi hobby, come quello per gli animali domestici, e i suoi interessi, come l’agricoltura e l’ambiente, sono stati spesso messi in ridicolo da parte della stampa, e in generale ritenuti poco adatti a un erede al trono britannico (salvo poi rivelarsi, nel secondo caso, più lungimiranti di quanto si potesse immaginare).
Negli anni Settanta, intorno ai trent’anni, Carlo cominciò a svolgere funzioni pubbliche, per esempio fondando il Prince’s Trust nel 1976, una fondazione benefica che nei decenni ha raccolto milioni di euro allo scopo di aiutare giovani in difficoltà – e che è solo una delle oltre 400 associazioni che gestisce. Oltre a spendersi molto sui temi ambientali, ha parlato in diverse occasioni di tolleranza religiosa e contro l’islamofobia, che nel Regno Unito fu un problema soprattutto dopo gli attacchi terroristici del 2005 a Londra.
A metà degli anni Novanta la reputazione di Carlo fu seriamente compromessa dal divorzio dalla sua prima moglie Diana, cosiddetta «principessa del popolo» per le simpatie che riuscì a catalizzare tra i britannici e in tutto il mondo. Carlo, che aveva da anni una relazione clandestina con Camilla Parker Bowles – poi diventata sua moglie e ora regina consorte del Regno Unito – ne uscì malissimo, tanto che i commentatori dell’epoca ipotizzarono per un periodo che avesse perso per sempre il diritto di diventare re e che la successione avrebbe dovuto saltare una generazione.
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Quando Diana morì improvvisamente nel 1997, però, Carlo convinse la regina a celebrare la sua memoria e questa operazione fu l’inizio di un processo di progressivo recupero di consensi. Anche Camilla, dal canto suo, è riuscita col tempo a conquistare la fiducia dei britannici, diventando una solida e rassicurante presenza accanto al principe.
Rispetto alla regina Elisabetta, che per tutto il suo regno è riuscita a mantenere un profilo quasi mistico, distaccato dalle questioni politiche e dall’attualità, Carlo ha da sempre dato un’immagine di sé molto diversa, più sfaccettata e “umana”, ma per certi versi anche più problematica. Secondo un sondaggio fatto a marzo del 2021 dall’istituto britannico YouGov, il 77,5 per cento delle persone intervistate in Scozia, Galles e Inghilterra apprezzava la figura della regina, ma meno della metà approvava Carlo. In Scozia la percentuale di gradimento per il principe si fermava al 41 per cento.
A differenza della regina, Carlo ha espresso apertamente opinioni forti e personali in diverse occasioni, per esempio dichiarandosi molto favorevole alla medicina alternativa e omeopatica. Tra le altre cose, nel 2015 era stato molto criticato dopo la pubblicazione dei cosiddetti “Spider memos”, una serie di note e documenti con cui tra il 2004 e il 2005 il principe aveva fatto pressioni sul governo affinché intervenisse su temi a lui cari, ad esempio come migliorare l’equipaggiamento delle truppe britanniche in Iraq.
È altamente probabile che ora che ricopre il ruolo di re Carlo adotterà un modo diverso di esprimersi e di comparire in pubblico, ma è altrettanto possibile che continuerà a occuparsi dei temi che porta avanti da sempre e che continuerà ad avere un approccio molto diverso da quello della madre. La biografa Penny Junor, che da decenni si occupa della famiglia reale, ha detto che la sua ipotesi è che Carlo non si intrometterà nella politica in modo palese, ma «parlerà del tutto legittimamente con il suo primo ministro in un modo più ostinato di quanto abbia fatto sua madre».
Secondo molti commentatori è probabile che tra le riforme che porterà avanti ci sarà una revisione e un taglio dei costi della monarchia. Nonostante sia sempre stato un uomo socievole e mondano, e non si sia mai risparmiato inviti e ricevimenti, in passato si era spesso detto contrario alle spese non necessarie, soprattutto quando ricadono su contributi pubblici. I commentatori si chiedono anche come gestirà tutto il patrimonio immobiliare reale: una delle ipotesi che hanno preso più piede tra gli esperti è che Carlo potrebbe cedere la residenza di Balmoral, dove è morta la regina, e tenere invece quella di Birkhall, che si trova nella stessa tenuta e a cui è più affezionato.
Carlo dovrà poi gestire una serie di questioni irrisolte, tra le quali in particolare il rapporto difficile con il figlio Harry e la moglie Meghan Markle, che negli ultimi anni hanno preso le distanze dalla famiglia reale, dando anche interviste molto critiche nei confronti dei suoi membri (descritti come meschini e razzisti). C’è poi lo scandalo nato attorno al fratello Andrea, accusato di essere stato complice del finanziere statunitense Jeffrey Epstein, morto in carcere nel 2019 e responsabile di una rete di tratta di persone e di abusi sessuali.
A livello mediatico negli ultimi anni ha avuto conseguenze anche la serie tv The Crown, che racconta alcuni dei momenti più discussi del regno di Elisabetta II, come la guerra delle Falkland o il rapporto della sovrana con Diana. La serie ha indebolito in particolare Carlo per via di come è stato raccontato il suo rapporto con la prima moglie, esponendolo in particolare al giudizio degli spettatori più giovani che non avevano avuto modo di seguire le tormentate vicende della coppia prima della morte di Diana.
In generale, è probabile che Carlo non lascerà un gran segno nella storia del Regno Unito, soprattutto per via della sua età avanzata: secondo le testimonianze di chi è vicino alla famiglia reale, il re lavorerà molto a contatto col figlio William, con cui ha un rapporto di collaborazione e consulenza continua, e che viene dopo di lui nella linea di successione.