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  • Lunedì 5 settembre 2022

A Stromboli non vogliono più la fiction da cui forse partì l’incendio di maggio

Bruciò metà vegetazione dell'isola originandosi probabilmente da un set che ora, per decisione degli abitanti, non potrà tornare

L'incendio a Stromboli, il 25 maggio
(ANSA/Francesco Terracina)
L'incendio a Stromboli, il 25 maggio (ANSA/Francesco Terracina)
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L’amministrazione locale di Stromboli negherà alla società di produzioni cinematografiche 11 Marzo Film l’autorizzazione per completare le riprese della fiction dal cui set, lo scorso 25 maggio, era probabilmente partito l’incendio che aveva distrutto circa metà della vegetazione dell’isola. La decisione definitiva è stata presa dopo un’assemblea dei residenti, che si è tenuta nella chiesa di San Vincenzo: tranne una sola persona che si è dichiarata “possibilista”, tutti i cittadini si sono decisamente schierati contro il ripristino del set.

Il sindaco di Lipari Riccardo Gullo, che ha le competenze anche per Stromboli, ha detto al Corriere della Sera di essere stato già in precedenza «convinto che non ci fossero i presupposti per dare l’autorizzazione, ma sentire i cittadini mi ha rafforzato nel mio convincimento».

Secondo la principale ricostruzione l’incendio del 25 maggio era partito proprio dal set della fiction Protezione Civile, diretta da Marco Pontecorvo e che ha come protagonista Ambra Angiolini. La fiction racconta i vari aspetti del lavoro della Protezione Civile. Per accertare esattamente cosa accadde, la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ha in corso un’inchiesta a cui, negli ultimi giorni, se n’è aggiunta un’altra, direttamente collegata. Il secondo fascicolo d’indagine, anch’esso con l’ipotesi di reato di disastro ambientale, è stato aperto in seguito all’alluvione che ha colpito l’isola in agosto. Gli inquirenti vogliono accertare se eventuali mancati interventi di bonifica dopo il rogo di maggio possano aver aumentato, o addirittura provocato, lo scivolamento a valle di tonnellate di sabbia vulcanica mista a detriti e arbusti carbonizzati.

Per quanto riguarda la prima indagine, il magistrato a cui è assegnata, Giuseppe Adornato, sta attendendo il risultato delle perizie. Secondo indiscrezioni non confermate sono state identificate alcune “persone informate dei fatti”: sono le persone che vengono ascoltate dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero perché possono riferire informazioni utili alle indagini.

La procura sta anche ricostruendo tutti i passaggi burocratici che portarono la troupe televisiva a quota 400 metri, in un’area di riserva naturale dove non avrebbe dovuto trovarsi e dove non è consentito accendere fuochi. L’ex sindaco, Marco Giorgianni, ha consegnato alla procura la documentazione che ricostruisce tutti i passaggi istituzionali per le autorizzazioni alla troupe. 

A luglio il pubblico ministero Adornato aveva detto a Repubblica: «Purtroppo i tempi della giustizia non sono rapidi come la gente si aspetta, ma stiamo andando a fondo. A Stromboli non si può accendere nessun tipo di fuoco e quindi stiamo esaminando tutte le carte necessarie». 

Ci vollero 24 ore per spegnere l’incendio del 25 maggio. Furono impiegati aerei che lanciarono acqua sui roghi e ai vigili del fuoco e alla Protezione civile si aggiunsero molti volontari. I cittadini si divisero in una ventina di gruppi di 15 persone. Alcune abitazioni furono danneggiate e anche l’osservatorio vulcanologico venne raggiunto dal fuoco. Il vento di scirocco di quelle ore facilitò il diffondersi delle fiamme. Salvo Cocina, direttore generale della Protezione civile siciliana, disse che l’incendio aveva «distrutto quasi la metà della vegetazione dell’isola», aggiungendo che in parte «ricaccerà, in parte no».

Subito dopo l’incendio la società 11 Marzo Film diffuse un comunicato in cui esprimeva solidarietà agli abitanti dell’isola ma attribuiva la causa dell’incendio «al caso e all’imprevedibile». La produzione disse anche che tutti i permessi e le autorizzazioni erano stati «richiesti e acquisiti». Il comunicato specificò che, anche se non era obbligata a farlo, «aveva richiesto e ottenuto la presenza e il supporto dei vigili del fuoco».

Il sindaco Giorgianni ricordò che era in vigore un’ordinanza che vietava di accendere il fuoco nelle giornate ventose e negli interi periodi in cui ci sono venti di scirocco. Il sindaco disse anche che il giorno del rogo non aveva dato alcuna autorizzazione per arrivare a 400 metri. Salvo Cantale, responsabile emergenze dei vigili del fuoco per la Sicilia, disse che nella sceneggiatura inviata dalla produzione non era segnalato che sarebbe stato acceso un fuoco durante le riprese.

Quest’estate sull’isola i sentieri per le escursioni in quota sono stati riaperti, perché secondo il sindaco «qui si fa turismo fino ad autunno inoltrato». Gullo ha anche spiegato che i cittadini si sono opposti alla ripresa delle lavorazioni per la fiction anche a causa del comportamento della società di produzione: «In questi mesi la produzione ha avuto un comportamento non consono ai valori di semplice solidarietà. Mai un cenno di partecipazione o disponibilità ad aiutarci. Sono andati via senza nemmeno chiedere scusa. Tranne poi tornare per farsi fotografare con la scopa in mano». Il sindaco si riferisce evidentemente ad Ambra Angiolini che, dopo l’alluvione di agosto, insieme a un responsabile della produzione, era tornata a Stromboli ed era stata fotografata mentre aiutava alcuni cittadini a togliere il fango dalle loro case.