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  • Martedì 30 agosto 2022

In Francia si discute di un’attrazione legata allo sbarco in Normandia

Si vorrebbe creare un "documentario dal vivo" vicino alle due spiagge attaccate dagli americani nel 1944, ma i dubbi sono molti

Le navi da sbarco americane in Normandia, dopo la fine della battaglia
(Three Lions/Getty Images)
Le navi da sbarco americane in Normandia, dopo la fine della battaglia (Three Lions/Getty Images)
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In Francia si discute da circa due anni di una nuova attrazione legata al “D-Day”, come è spesso chiamato lo sbarco delle truppe alleate in Normandia avvenuto il 6 giugno del 1944. Il progetto dovrebbe essere realizzato vicino alle spiagge dello sbarco ed è stato paragonato dai suoi critici a un parco a tema in stile Disney. Sulla sua realizzazione è in corso una consultazione pubblica che terminerà il prossimo 7 ottobre. Entro poche settimane verrà dunque presa una decisione.

Il 6 giugno del 1944 gli eserciti alleati degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Canada sbarcarono in Normandia, nel nord della Francia, e iniziarono la battaglia che portò alla liberazione del paese e alla resa della Germania nazista. Quello che è passato alla storia come il “D-Day” fu una delle più grandi operazioni militari mai tentate e un punto di svolta della Seconda guerra mondiale.

Lo sbarco in Normandia fu soprattutto una grande vittoria per gli alleati, che comunque non raggiunsero tutti i loro obiettivi. I soldati americani, britannici e canadesi dovettero combattere per due mesi prima che l’esercito tedesco cedesse e cominciasse una ritirata che si concluse soltanto ai confini della Germania. La battaglia di Normandia durò fino al 25 agosto del 1944 e fu una delle più cruente tra quelle combattute sul fronte occidentale. Alla fine costò agli alleati più di 220mila perdite tra morti, feriti e prigionieri.

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Il nuovo progetto si chiama “Hommage aux Héros”, “Omaggio agli eroi”, ed è stato annunciato nel gennaio del 2020 da Hervé Morin, presidente del Consiglio regionale della Normandia. Finanziato con fondi privati, dovrebbe costare circa 90 milioni di euro e occupare una superficie di circa 300mila metri quadrati a Carentan-les-Marais, nell’entroterra tra le due spiagge attaccate dagli statunitensi, quelle ormai note come Omaha e Utah (che erano i nomi di due delle operazioni di sbarco). I suoi promotori sperano che apra nel 2025 e attiri 600mila visitatori all’anno, che dovrebbero pagare 28 euro a biglietto.

L’attrazione (qui il video di presentazione) consiste e viene presentata come una messa in scena immersiva di 45 minuti che combina filmati d’archivio e performance, una specie di documentario dal vivo. Concretamente, si tratterebbe di un teatro mobile da mille posti ricoperto di schermi su un percorso lungo più di 400 metri, in cui il palcoscenico va incontro e si apre su una trentina di “tableaux vivants” che permettono agli spettatori di imbarcarsi, di ritrovarsi nei campi di addestramento, di sbarcare e di entrare nella battaglia.

I critici hanno soprannominato il progetto “D-Day Land”, accusando chi vuole realizzarlo di voler ridurre uno degli eventi più significativi e sanguinosi della storia europea a un’attrazione turistica per guadagnare soldi. Bertrand Legendre, ex professore alla Sorbona di Parigi, ha ad esempio spiegato che l’attrazione si basa su un principio di commercializzazione della storia, per lui inaccettabile.

Tra chi si oppone al progetto ci sono comitati di cittadini, diversi storici e intellettuali e le famiglie dei veterani che si sono definite sconvolte dal fatto che la memoria dei loro parenti «venga trattata come un’attrazione turistica»: «La trasmissione della memoria è vista qui solo come un’opportunità di business. Dare il via libera a questo progetto svilirebbe e svaluterebbe il dolore e il sacrificio dei nostri cari», hanno scritto in una petizione collettiva.

Oltre agli argomenti etici, alcuni oppositori criticano anche l’impatto ambientale del progetto, che sottrarrebbe spazio a un’area verde non urbanizzata.

I promotori del progetto insistono invece sul fatto che sarà un tributo storicamente accurato e appropriato. Régis Lefebvre, ad esempio, ha detto: «Vogliamo trasmettere ciò che è successo con grande rigore storico e utilizzando la tecnologia odierna per renderlo interessante per il maggior numero di persone possibili. Non è un parco a tema. Per quanto riguarda l’argomentazione del fare soldi, chi avvia seriamente un’impresa per perderci dei soldi?». Hervé Morin ha sostenuto a sua volta il progetto come mezzo per «unire memoria e sviluppo turistico fatto con dignità».

Richard Dannatt, presidente del British Normandy Memorial, memoriale dedicato ai soldati morti sotto il comando britannico durante lo sbarco in Normandia, sta tenendo una posizione neutrale sulla nuova attrazione. Ha però sottolineato che un certo numero di veterani e di loro parenti ha delle «riserve significative» al riguardo. Dannatt ha poi aggiunto che «ci sono molti siti commemorativi in ​​Normandia, il che è giusto e corretto. Quelli dove le persone vanno a rendere omaggio, come il memoriale britannico, sono gratuiti e facciamo notare che il sito proposto sarà invece a pagamento, il che lo rende molto diverso».