Lo sbarco in Normandia, 70 anni fa

Le foto e la storia di una delle più vaste e complicate operazioni militari di sempre

di Davide Maria De Luca – @DM_Deluca

Il 6 giugno del 1944 gli eserciti alleati degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Canada sbarcarono in Normandia, nel nord della Francia, in quello che è passato alla storia come il “D-Day”: fu una delle più grandi operazioni militari mai tentate e un punto di svolta della Seconda guerra mondiale. Dopo una giornata di durissimi combattimenti che costò 12 mila tra morti e feriti, gli alleati riuscirono ad attestarsi sulle spiagge e dare inizio allo scontro che si sarebbe concluso con la resa della Germania nazista.

1. Perché è importante?
Nel giugno del 1944 la guerra durava oramai da quasi cinque anni: da quattro anni, cioè da quando la Francia era stata sconfitta nel 1940, inglesi e americani erano riusciti a impegnare i tedeschi soltanto su fronti secondari, dove era possibile schierare soltanto pochi soldati per volta (prima in Nordafrica e poi in Italia). Per tutti quegli anni la gran parte dello sforzo bellico tedesco fu concentrato a est, contro la Russia. Nel 1944 Josif Stalin, il dittatore dell’Unione Sovietica, chiedeva da tempo agli alleati l’apertura di un “secondo fronte”, cioè di un campo di battaglia ampio dove inglesi e americani potessero schierare i grandi eserciti che avevano da anni pronti e immobili nel Regno Unito.

L’unico punto dove era possibile impegnare questi eserciti era la Francia, ma prima di schierare milioni di uomini in Europa era necessario aprire loro la strada, sfondando quello che i tedeschi avevano battezzato il “Vallo atlantico”, una serie di fortificazione costiere che andavano dai Pirenei alla Norvegia. Lo sbarco in Normandia aveva lo scopo di aprire un varco in questa linea e creare un secondo fronte che, si sperava, avrebbe rapidamente portato alla sconfitta della Germania di Hitler.

2. Perché in Normandia?
Il punto in cui la costa inglese e quella francese sono più vicine è il Pas de Calais, dove il Canale della Manica è largo appena 33,1 chilometri. Per gli alleati era il punto più ovvio dove lanciare l’invasione e, ovviamente, era il punto in cui anche i tedeschi si aspettavano uno sbarco. Proprio per questo motivo venne scartato in favore della Normandia (che non era comunque molto lontana dalle coste dell’Inghilterra, e offriva ampie spiagge sabbiose facili da assaltare). Gli alleati, però, si assicurarono che i tedeschi continuassero a credere che la loro intenzione era sbarcare proprio a Calais. Per questo scopo venne messa in piedi “Fortitude”, una gigantesca operazione di inganno che comprendeva carri armati gonfiabili per ingannare la ricognizione area, informazioni false fornite da spie tedesche che avevano tradito o che erano state catturate, un traffico radio e di ordini fasullo e molti altri piccoli dettagli. L’operazione ebbe così successo che per settimane dopo lo sbarco in Normandia i tedeschi continuarono a tenere immobilizzati decine di migliaia di uomini a Calais.

3. Cosa vuol dire D-Day?
Il nome “tecnico” dello sbarco in Normandia era “operazione Neptune”, mentre quello della battaglia che sarebbe cominciata appena ottenuta una testa di ponte sul continente era “Overlord”. Il 6 giugno del 1944, il giorno dello sbarco, è rimasto però nella memoria collettiva come il “D-Day”. Si tratta di un’espressione che in realtà non vuol dire nulla. “D-Day” è l’espressione che gli eserciti anglosassoni utilizzavano fin dalla Prima guerra mondiale per identificare il giorno di inizio di una certa operazione. L’espressione serviva a identificare un giorno non ancora deciso (una cosa tipo “L’attacco avverrà nel giorno X”) e in genere si accompagnava all’espressione H-hour (che aveva lo stesso scopo). Non è chiaro per cosa stesse la “D”, ma probabilmente stava semplicemente per “Day”, così come la H di “H-hour” stava semplicemente per “Hour”.

4. Quanto fu “grosso”?
Lo sbarco in Normandia fu la più grande operazione anfibia della storia e una delle più massicce operazioni militari di sempre. Nel primo giorno 150 mila soldati attraversarono il Canale della Manica, trasportati o appoggiati da quasi 7 mila navi e 11 mila aerei. In realtà, ci fu uno sbarco che per numero di uomini scesi a terra nel primo giorno fu ancora più grande: lo sbarco in Sicilia, avvenuto un anno prima, nel luglio del 1943, quando sbarcarono in un solo giorno 180 mila soldati, quasi 80 mila più che nel D-Day. Lo sbarco in Normandia, però, fu un’operazione molto più complessa, che impegnò molte più navi e più aerei. Portò anche a una serie di combattimenti molto più violenti. In poche ore gli alleati subirono 12 mila perdite tra morti e feriti e i tedeschi altre cinquemila.

5. Quello che si vede nei film è realistico?
Le immagini più popolari dello sbarco in Normandia sono probabilmente quelle del film Salvate il soldato Ryan, del 1999. Nella sequenza più celebre del film viene mostrato l’assalto alla spiaggia Omaha (il nome in codice che aveva nei piani alleati), l’episodio più sanguinoso di tutto il 6 giugno. La scena è spettacolare ed estremamente cruda e probabilmente restituisce con fedeltà le impressioni che i soldati americani ebbero quel giorno. In alcune parti, però, non è realistica. La maggior parte delle fortificazioni tedesche si trovavano a circa cinquecento metri dal punto in cui sbarcarono i soldati alleati (e non a poche decine di metri, come si vede in alcune scene del film) Sia per la distanza che per il fumo causato dai bombardamenti, era difficile che i soldati tedeschi potessero sparare con precisione contro le imbarcazioni nel momento stesso in cui gli americani scendevano dalle navi. Omaha, inoltre, fu un caso particolare: in quasi tutte le altre spiagge alcuni speciali carriarmati anfibi raggiunsero la costa per primi e distrussero le postazioni tedesche più vicine prima dello sbarco della fanteria.

6. Cosa accade il giorno dopo?
Lo sbarco in Normandia fu una grande vittoria per gli alleati, anche se non raggiunsero tutti i loro obiettivi. A caro prezzo i soldati americani, inglesi e canadesi riuscirono a conquistare una testa di ponte, ma dovettero combattere per altri due mesi prima che l’esercito tedesco cedesse e cominciasse una ritirata che sarebbe finita soltanto sui confini della Germania. La battaglia di Normandia durò dal 6 giugno al 25 agosto del 1944 e fu una delle più cruente tra quelle combattute sul fronte occidentale. Alla fine sarebbe costata agli alleati più di 220 mila perdite tra morti, feriti e prigionieri.