L’azienda sanitaria delle Marche ha deciso il farmaco e le modalità di somministrazione per il secondo suicidio medicalmente assistito in Italia

Marco Cappato insieme ad altri membri dell'Associazione Luca Coscioni (LaPresse)
Marco Cappato insieme ad altri membri dell'Associazione Luca Coscioni (LaPresse)

Una commissione di esperti istituita dall’azienda sanitaria della regione Marche (Asur) ha deciso il farmaco da utilizzare e le modalità della sua somministrazione per il secondo suicidio assistito autorizzato in Italia. Lo ha reso noto l’associazione Luca Coscioni, specificando che il caso riguarda un paziente marchigiano tetraplegico dal 2014, identificato con lo pseudonimo “Antonio”. La decisione è arrivata dopo molti mesi dalla richiesta del paziente di poter accedere al suicidio assistito, rimasta però bloccata per l’opposizione dell’Asur.

L’accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia non è regolato da nessuna legge, ma esclusivamente da una sentenza della Corte Costituzionale che implica che ogni singolo caso debba essere gestito dalle autorità sanitarie locali, con criteri difficili da individuare. A febbraio un giudice del tribunale di Fermo aveva ordinato all’Asur di procedere alla verifica delle condizioni del paziente e di scegliere il farmaco da somministrare. La commissione di esperti istituita dall’Asur ha infine dato parere positivo e scelto il farmaco.

Una situazione analoga, sempre nelle Marche, si era verificata anche nel caso del primo paziente a ricorrere al suicidio assistito in Italia, Federico Carboni. Era morto il 16 giugno, dopo un lungo contenzioso legale con l’Asur, che si era concluso a febbraio con la scelta del farmaco e della modalità di somministrazione.