La destra è partita prima

Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno già un accordo sui seggi e stanno discutendo un programma comune

(Mauro Scrobogna /LaPresse)
(Mauro Scrobogna /LaPresse)
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Mentre nel centrosinistra si sta ancora definendo chi farà parte della coalizione elettorale e chi no, la destra sembra decisamente più avanti per le elezioni politiche del 25 settembre. Una settimana fa i partiti della coalizione – Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e alcuni gruppi di centro – avevano deciso quante candidature nei collegi uninominali spettano a ciascun partito, lunedì hanno iniziato a scrivere un programma elettorale comune e martedì scenderanno nei dettagli delle candidature nei collegi.

«Ci sarà una sintesi tra le diverse posizioni. Vedo una disponibilità al dialogo e un clima positivo», ha detto al Corriere della Sera Raffaele Fitto, europarlamentare di Fratelli d’Italia che sta collaborando alla stesura del programma della coalizione. «L’ottanta per cento è fatto», ha aggiunto a proposito del programma Antonio Saccone, dell’UDC.

L’alleanza fra i principali partiti di destra non è mai sembrata davvero in discussione, nonostante qualche divisione locale alle ultime elezioni amministrative e sebbene Forza Italia e Lega avessero appoggiato il governo Draghi, mentre Fratelli d’Italia era rimasta all’opposizione. Dopo la caduta del governo – causata fra l’altro, in parte, da Lega e Forza Italia – i dirigenti dei principali partiti della coalizione hanno subito iniziato a definire meglio l’alleanza in termini di programma politico e candidature nei collegi, che a meno di sorprese si concretizzeranno nei prossimi giorni. La Stampa scrive che per completare il programma i partiti si sono dati una settimana di tempo.

Trovare un’intesa non sembra complesso. I tre principali partiti sono sostanzialmente allineati su temi importanti come l’economia, il welfare, l’immigrazione e i punti più importanti della politica estera. I temi più delicati sono tre e sono stati citati nel comunicato finale dell’incontro di lunedì sul programma, nonostante si legga che a riguardo esista «piena condivisione»: «guerra in Ucraina, riforma presidenziale, autonomia».

Sulla prima questione Fratelli d’Italia è da tempo allineata al governo Draghi su una linea filo-Ucraina e atlantista, cioè integrata a quella dei paesi occidentali, mentre Forza Italia e soprattutto la Lega sono più equidistanti fra Ucraina e Russia. Una riforma costituzionale per garantire più poteri al presidente della Repubblica, e rendere la sua carica elettiva, è invece da tempo una proposta di Fratelli d’Italia; mentre la Lega spinge da quasi trent’anni per garantire maggiore autonomia alle regioni del Nord. È probabile che su questi tre punti il programma finale conterrà solo dei cenni generici.

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«Siamo per fare un programma di cornice, senza entrare troppo nel dettaglio, per poi rinviare ai programmi dei singoli partiti», ha spiegato al Corriere della Sera Giambattista Fazzolari, senatore e responsabile del programma di Fratelli d’Italia.

Fra i tre partiti non c’è invece alcun accordo sull’anticipare prima del voto i nomi di alcuni possibili ministri di un governo di destra. Tre giorni fa il segretario della Lega Matteo Salvini aveva detto che «gli italiani dovranno votare sapendo, se vince la Lega con il centrodestra, chi fa il ministro dell’Economia, degli Esteri, delle Infrastrutture». Da allora continua a ripeterlo nei giornali e ai comizi, facendone una questione di chiarezza e trasparenza. Anche Forza Italia si è detta d’accordo.

I dirigenti dei due partiti sanno che dopo il voto potrebbero contare molto meno all’interno della coalizione, dato che nei sondaggi Fratelli d’Italia è dato parecchi punti avanti. Per questo stanno cercando di anticipare un negoziato, quello sui ministri, che di solito avviene durante la formazione del nuovo governo. Fratelli d’Italia, comprensibilmente, ha accolto la proposta con una certa freddezza.