Il parlamento macedone ha approvato un accordo con la Bulgaria che potrebbe sbloccare il processo di adesione della Macedonia del Nord all’Unione Europea

Il parlamento della Macedonia del Nord, a Skopje (AP Photo/Boris Grdanoski)
Il parlamento della Macedonia del Nord, a Skopje (AP Photo/Boris Grdanoski)

Nel fine settimana il parlamento macedone ha approvato il testo di un accordo con la Bulgaria che, se attuato, permetterà alla Macedonia del Nord di sbloccare il proprio processo di adesione all’Unione Europea, finora ostacolato proprio dal governo bulgaro. La Macedonia del Nord è candidata a entrare nell’Unione dal 2005, ma al suo ingresso si erano opposte prima la Grecia e poi la Bulgaria, per ragioni legate a dispute etniche e culturali. Quella con la Grecia era stata risolta cambiando il nome della Macedonia in “Repubblica della Macedonia del Nord”, mentre quella con la Bulgaria era ancora irrisolta.

L’accordo votato sabato era stato proposto dal presidente francese Emmanuel Macron: il parlamento bulgaro lo aveva ratificato lo scorso giugno, e ora, tra molte proteste e opposizioni, è stato approvato anche da quello macedone. L’accordo prevede, tra le altre cose, che la Macedonia del Nord si impegni a modificare la propria Costituzione in modo da dare più diritti e tutele alla minoranza bulgara all’interno del paese. In cambio, la Bulgaria rimuoverà il veto messo finora sull’ingresso della Macedonia del Nord nell’Unione.

L’attuazione dell’accordo sarà comunque complicata. In Macedonia del Nord cambiare la Costituzione richiede il sostegno di almeno due terzi del parlamento. Sabato l’accordo è stato approvato con 68 voti favorevoli e 52 contrari, dopo tre giorni di intenso dibattito e un forte ostracismo da parte del principale partito di opposizione, di centrodestra, che ha già detto che si opporrà alla modifica della Costituzione.

L’ipotesi della rimozione del veto bulgaro all’adesione della Macedonia del Nord aveva provocato proteste anche in Bulgaria, contribuendo al voto di sfiducia nei confronti del governo in carica guidato da Kiril Petkov, aperto e possibilista sulla questione. Nel frattempo, comunque, domenica i ministri degli Esteri di Bulgaria e Macedonia del Nord si sono incontrati a Sofia, la capitale della Bulgaria, per cominciare a discutere ufficialmente della rimozione del veto bulgaro.