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  • Mercoledì 13 luglio 2022

In Sri Lanka è stato dichiarato lo stato di emergenza

Dopo nuove proteste: intanto il presidente è fuggito alle Maldive e alcuni manifestanti hanno assaltato l'ufficio del primo ministro

(Abhishek Chinnappa/Getty Images)
(Abhishek Chinnappa/Getty Images)
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Martedì ci sono state nuove grandi proteste in Sri Lanka, e centinaia di manifestanti hanno preso d’assalto l’ufficio del primo ministro Ranil Wickremesinghe, a Colombo. Inizialmente la polizia li aveva respinti con cariche e gas lacrimogeni, ma dopo poco i manifestanti sono riusciti a superare le barriere che circondano il palazzo e a prenderne possesso. Una cosa simile era già successa sabato scorso quando avevano fatto irruzione nel palazzo presidenziale. In risposta, Wickremesinghe ha dichiarato lo stato di emergenza, ha imposto un coprifuoco (come già aveva fatto ad aprile) e ha inoltre ordinato all’esercito di «fare tutto il necessario per riportare l’ordine».

Le nuove proteste di mercoledì mattina sono arrivate dopo che nella notte il presidente Gotabaya Rajapaksa era riuscito a fuggire dal paese e a rifugiarsi alle Maldive. Rajapaksa aveva inoltre trasferito i propri poteri al primo ministro Ranil Wickremesinghe, come prevede la Costituzione dello Sri Lanka in caso di assenza del presidente. Molti manifestanti non hanno accettato questo passaggio di potere e hanno deciso di assaltare l’ufficio del primo ministro per protesta.

Negli ultimi giorni, infatti, i manifestanti avevano chiesto le dimissioni sia di Rajapaksa che di Wickremesinghe, e che ci fosse un immediato cambio di governo. La scelta di Rajapaksa di trasferire i propri poteri al primo ministro è stata vista da molti come un tentativo del presidente di mantenere almeno in modo indiretto il controllo nel paese. Rajapaksa che avrebbe dovuto formalizzare le proprie dimissioni, mercoledì 13 luglio, ancora non l’ha fatto. Nel frattempo, Wickremesinghe ha chiesto al parlamento di nominare un nuovo primo ministro, cosa che ancora non è stata fatta.

Nel caso Rajapaksa formalizzi effettivamente le sue dimissioni, è previsto che il Parlamento si riunisca venerdì per eleggere un nuovo presidente, ma data la situazione di emergenza non è escluso che il presidente ad interim Wickremesinghe possa restare in carica più a lungo, eventualmente con un nuovo primo ministro.

Poco dopo che i manifestanti avevano assaltato il suo ufficio, Wickremesinghe ha diffuso un discorso televisivo in cui ha detto di aver ordinato ai militari di «fare tutto il necessario per ristabilire l’ordine» e ha invitato i manifestanti ad andare via. «Non possiamo stracciare la nostra costituzione. Non possiamo permettere ai fascisti di prendere il sopravvento. Dobbiamo porre fine a questa minaccia fascista alla democrazia», ​​ha detto.

È da tempo che i manifestanti accusano il presidente e la sua potente famiglia di nepotismo, corruzione e di non aver fatto abbastanza per evitare la crisi peggiore dal 1948, l’anno in cui lo Sri Lanka ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Mercoledì mattina Rajapaksa ha lasciato il paese a bordo di un jet militare assieme alla moglie e a due agenti di sicurezza, arrivando attorno alle 3 del mattino ora locale (mezzanotte in Italia) nell’arcipelago delle Maldive, nell’oceano Indiano, circa mille chilometri a sud-ovest dello Sri Lanka.

Lunedì sera era stato bloccato dagli addetti alla frontiera di un aeroporto – non è chiaro quale – mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti; il Guardian scrive che il governo dell’India, lo stato più vicino allo Sri Lanka, si era rifiutato di concedere il permesso per farlo arrivare nel paese con un jet militare.

– Leggi anche: La grave crisi dello Sri Lanka, dall’inizio

Rajapaksa era scappato dalla propria residenza e non si sapeva dove fosse da sabato, quando centinaia di persone avevano assaltato il palazzo presidenziale nella capitale Colombo per protestare contro la crisi. I manifestanti avevano assaltato anche la residenza di Wickremesinghe, nominato a inizio maggio in seguito alle dimissioni del primo ministro uscente, Mahinda Rajapaksa, fratello del presidente.

Secondo una fonte sentita da BBC Rajapaksa non intenderebbe rimanere alle Maldive, ma vorrebbe andare in un altro paese, forse appunto gli Emirati Arabi Uniti. In queste ore ha lasciato lo Sri Lanka anche Basil Rajapaksa, altro fratello del presidente ed ex ministro dell’Economia, che si dice sia diretto verso gli Stati Uniti.

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