Anche quest’anno si litiga sui concerti di Jovanotti in spiaggia

L'imponente Jova Beach Party è criticato dalle associazioni per il suo impatto ambientale, nonostante varie accortezze organizzative

Jovanotti sul palco di Lignano Sabbiadoro (ANSA / MICHELE LUGARESI)
Jovanotti sul palco di Lignano Sabbiadoro (ANSA / MICHELE LUGARESI)
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Nell’ultimo fine settimana oltre 60mila persone hanno raggiunto Lignano Sabbiadoro, in Friuli Venezia Giulia, per assistere ai primi due concerti del Jova Beach Party, il grande tour che Jovanotti sta tenendo in molte spiagge italiane. Come era successo nel 2019, in occasione della prima edizione, nelle ultime settimane diverse associazioni ambientaliste hanno accusato Jovanotti e l’organizzazione del Jova Beach Party di non rispettare un ecosistema delicato come le spiagge, riempiendole di decine di migliaia di persone per un evento che sarebbe più sostenibile altrove.

È un confronto che è stato polemico e teso, e spesso inquadrato con eccessiva nettezza come l’ennesimo che contrappone ambientalisti e promotori di eventi o infrastrutture, nonostante i tentativi di Jovanotti di portare l’attenzione sulle campagne comunicative sulla sostenibilità promosse durante i concerti e le giustificazioni che riguardano la scelta delle aree, l’allestimento delle strutture e l’organizzazione dei trasporti. Anche la posizione degli ambientalisti è meno definita di quanto possa sembrare: ci sono state obiezioni e rilievi puntuali, quasi sempre sollevati da comitati locali che conoscono bene il territorio, ma anche atteggiamenti più concilianti e tentativi di dialogo fino alla dichiarata collaborazione tra il WWF e gli organizzatori del tour.

Il Jova Beach Party è una serie di 21 concerti che Jovanotti tiene prevalentemente sulle spiagge italiane, quasi in ogni fine settimana dall’inizio di luglio alla metà di settembre. L’8 e il 9 luglio sarà a Marina di Ravenna, in Emilia-Romagna, poi ad Aosta, Albenga, Marina di Cerveteri, Barletta, Fermo, Roccella Jonica e altre note località. Più che un semplice concerto, ogni data è una grande festa che coinvolge molti altri artisti su tre palchi in un lungo e ambizioso programma che va dal pomeriggio fino alla sera. Tra gli ospiti delle prime due date, a Lignano Sabbiadoro, c’erano per esempio il rapper Salmo, Max Pezzali, Boomdabash, Gianni Morandi e Sangiovanni oltre a molti altri artisti meno conosciuti come Ackeejuice Rockers, Sibode DJ, Albert Marzinotto e Michelle David.

Fin dal 2019 Jovanotti insiste sull’unicità del suo tour nel panorama della musica dal vivo italiana, per quanto riguarda ambientazione, atmosfera e dimensioni, diversi effettivamente da qualunque altro evento italiano e non solo. È proprio per ricercare questa unicità che il tour non si svolge nei luoghi in cui normalmente si assiste a un concerto, come uno stadio o un’area dedicata a ospitare migliaia di persone. «Ci hanno provato a definire Jova Beach Party quelli che devono sempre definire le cose e dare dei nomi, a dire assomiglia a questo o a quest’altro ma non è vero, è una cosa unica, mitica, un salto senza rete ogni giorno diverso», ha scritto Jovanotti in un post sui suoi canali social. «Jova Beach Party è la mia idea di festa totale».

La risposta del pubblico è stata notevole: finora sono stati venduti circa 400mila biglietti e le prime due date a Lignano Sabbiadoro sono state accolte con entusiasmo.


Un luogo speciale come la spiaggia, però, richiede attenzioni particolari da parte degli organizzatori. A differenza di un concerto in uno stadio, bisogna prevedere significative misure di sicurezza, da adattare di volta in volta. Anche le autorizzazioni sono più complesse rispetto a un normale evento, soprattutto quelle relative all’impatto ambientale, il tema più controverso. Qualsiasi concerto, piccolo o grande, ha un impatto sull’ambiente dovuto all’arrivo delle persone, al trasporto e al montaggio delle strutture e degli impianti, al cibo e ai rifiuti. Senza interventi per bilanciarne almeno una parte, i concerti nelle spiagge sono assai più problematici perché si tengono in habitat dove vivono diverse piante e animali. Per questo gli organizzatori hanno scelto soprattutto aree già sfruttate per l’insediamento di stabilimenti balneari o comunque antropizzate, già molto frequentate dalle persone.

Roberto Tinarelli è un ornitologo, presidente dell’associazione ornitologi dell’Emilia-Romagna. Durante la sua carriera ha contribuito alla valutazione dell’impatto ambientale di opere ed eventi per conto di diverse amministrazioni pubbliche. Misurare l’impatto, dice, è un lavoro impegnativo che consiste nel valutare l’efficacia delle regole e dei vincoli esistenti, studiare i piani e fare raccomandazioni. «Già nel 2019 manifestammo molti dubbi sull’opportunità di portare 50mila persone tutte insieme in una spiaggia», dice. «Anche se luoghi trasformati e plasmati dal turismo balneare, sono comunque ambienti naturali e fragili».

Il concerto a Lignano Sabbiadoro. (ANSA / Giada Genzo)

Come era successo nel 2019, nelle ultime settimane la polemica che ha trovato più spazio sui giornali riguarda il fratino (Charadrius alexandrinus), un piccolo uccello che costruisce il proprio nido su molte spiagge italiane. Se una spiaggia è in cattivo stato di conservazione oppure livellata quindi senza dune, spiega la LIPU, la lega italiana per la protezione uccelli, difficilmente il fratino costruirà il suo nido. Al contrario, la presenza di un nido di fratino è considerato un segnale di un ambiente marino e di una spiaggia correttamente tutelata. «Il primo problema che riguarda la preparazione dell’area e l’arrivo di così tante persone è l’erosione delle dune dovuta al calpestio», sostiene Tinarelli. «Oltre a compromettere la presenza del fratino, ci sono rischi anche per la crescita delle cosiddette specie pioniere, piante rare che si adattano a condizioni particolari e in grado di resistere alla salinità e al vento».

Dopo i concerti del 2019, gli ornitologi italiani avevano discusso e approvato all’unanimità una “Risoluzione sull’impatto dei grandi eventi sul Fratino” che chiedeva di non far svolgere «eventi che prevedono consistenti afflussi di pubblico negli ambienti costieri naturali o con residua naturalità frequentati o potenzialmente utilizzabili dal Fratino e da altre specie di interesse conservazionistico».

Questi rilievi generali sono stati via via segnalati in esposti puntuali presentati da comitati e associazioni ambientaliste locali. Lo scorso maggio il centro italiano studi ornitologici ha scritto al comune di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, dove sono in programma due concerti del Jova Beach Party, per chiedere «come sia possibile rilasciare la relativa e obbligatoria autorizzazione paesaggistica per l’evento» considerata «la presenza di vegetazione psammofila (adatta agli ambienti sabbiosi, ndr) di rilevante interesse» e «la nidificazione accertata anche del Corriere piccolo Charadrius dubius».

Recentemente la stazione ornitologica abruzzese ha presentato una corposa osservazione per contestare le autorizzazioni rilasciate per il concerto in programma a Vasto, in provincia di Chieti, e molte altre lettere e segnalazioni sono state presentate negli altri luoghi dove si terranno i concerti. «Il paradosso è che verranno invase aree ora interessate da progetti di rinaturalizzazione come Vasto, Fermo e Roccella Jonica», dice Augusto De Sanctis, attivista della ​​stazione ornitologica abruzzese. «Gli stadi, i palatenda e gli autodromi vengono costruiti apposta per ospitare migliaia di persone. Le grandi aree sono vicine a servizi e trasporti pubblici, metropolitane e parcheggi. Invece qui dall’oggi al domani stravolgono ambienti naturali».

Una delle associazioni che hanno collaborato all’organizzazione del Jova Beach Party è il WWF, che già nel 2019 fu molto criticata per questa scelta. Secondo Gaetano Benedetto, presidente del centro studi di WWF Italia, la questione va affrontata con realismo e in modo pragmatico, non con posizioni che definisce “sanamente ideologiche”. «Dire che le spiagge non vanno toccate è un ragionamento condivisibile in linea virtuale, ma se osserviamo la realtà dobbiamo renderci conto che ci sono migliaia di eventi organizzati senza le dovute attenzioni, con pochi controlli e quindi con un impatto ambientale significativamente più pesante rispetto ai concerti di Jovanotti», spiega. «Tra le altre cose, sono stati scelti luoghi già antropizzati con una serie di accortezze e procedure».

Il WWF partecipa a questi eventi perché l’organizzazione del Jova Beach Party ha recepito una serie di sollecitazioni già dalla prima edizione. Sono stati previsti i cosiddetti screening ambientali, procedure che permettono di studiare le caratteristiche ecologiche dei luoghi scelti fino a tre chilometri di distanza. Nelle spiagge vicine a siti di protezione ambientale è stata presentata una VINCA, cioè una valutazione di incidenza ambientale, con criteri più rigorosi rispetto alle normali autorizzazioni. Sono stati previsti protocolli di sicurezza per gli spostamenti con flussi di pubblico studiati per non attraversare le zone più delicate. Tutti i percorsi sono controllati da steward. «Gli esperti indicati dal WWF stanno osservando le spiagge dal mese di maggio perché siamo consapevoli che sono indispensabili molte accortezze», continua Benedetto. «Il calendario dei concerti è stato pensato e adattato per essere compatibile con la nidificazione del fratino. Abbiamo una lunga serie di attenzioni che sono frutto di un lavoro tecnico e non ideologico, con confronti seri con l’organizzazione e anche con gli amministratori locali».

Uno dei punti su cui c’è maggiore scontro è la diversa considerazione sugli effetti del Jova Beach Party. Le associazioni critiche sostengono che questi grandi eventi abbiano contribuito a “sdoganare” concerti e feste in spiaggia, aumentati per numero e dimensioni negli ultimi tre anni. Secondo Benedetto, invece, uno dei meriti di Jovanotti è stato quello di aver introdotto un modello di organizzazione più attento all’ambiente e che è stato adottato anche per altri concerti e feste in spiaggia.

Oltre alle complesse autorizzazioni ambientali, gli organizzatori del Jova Beach Party hanno adottato le varie accortezze ormai piuttosto comuni in eventi di queste dimensioni, come l’utilizzo di bicchieri compostabili, il coinvolgimento di associazioni per il recupero del cibo avanzato e la promozione di mezzi di trasporto ecologici.

La compensazione ambientale più rilevante però è stata promossa in collaborazione con il WWF: si chiama RI-PARTY-AMO e ha l’obiettivo di pulire e recuperare 20 chilometri quadrati di spiagge, laghi, fiumi e fondali in molte regioni italiane. Al momento sono stati raccolti oltre 3,2 milioni di euro. Ma questa iniziativa è stata accolta da diverse associazioni ambientaliste come un’operazione di greenwashing, l’ambientalismo “di facciata” che maschera un’attività non sostenibile, secondo loro anche per via del coinvolgimento nel Jova Beach Party di grandi aziende come Intesa San Paolo e A2A, società che produce energia anche attraverso gli inceneritori.

Chi difende le ragioni e la fattibilità del tour ha più volte cercato di convincere gli scettici e i critici che la grande forza comunicativa di Jovanotti, intenzionato a trasmettere messaggi ecologisti, possa portare grandi benefici non concretamente tangibili alla causa ambientalista. Ai Jova Beach Party partecipano centinaia di migliaia di persone a cui vengono costantemente proposti messaggi orientati a una maggiore tutela dell’ambiente. Domenica sera Jovanotti, alla fine dello spettacolo, ha per esempio parlato per quasi 20 minuti dell’importanza di rispettare e custodire un luogo come la spiaggia di Lignano Sabbiadoro.

(ANSA / MICHELE LUGARESI)

«Il ministero dell’Ambiente negli ultimi anni ha speso una montagna di soldi per sensibilizzare i cittadini sugli stessi argomenti: quanto vale la sensibilizzazione che porta avanti Lorenzo sul proprio pubblico, che tra l’altro è molto ricettivo?» chiede in modo provocatorio Maurizio Salvadori, amministratore delegato di Trident Music, la società che organizza il Jova Beach Party. «In uno stadio ci sarebbe mezzo metro di lattine e bottiglie, dopo i concerti di Lorenzo le aree sono molto pulite».

Salvadori dice che il Jova Beach Party è il tour più impegnativo mai organizzato dalla sua società, perfino più della serie di concerti di Eros Ramazzotti in Sud America nel 1994, quando fu necessario trasportare sei enormi tir su un Antonov, uno degli aerei cargo più grandi al mondo. Sicuramente, sostiene Salvadori, organizzare un concerto in spiaggia è molto più costoso rispetto a uno stadio: a fronte di un risparmio del 7 per cento di affitto, c’è una maggiore spesa per il personale, per i mezzi speciali, per la fornitura elettrica. «I costi sono esattamente il doppio», spiega.

Trident Music ha ricevuto molti esposti e una ventina di denunce nel 2019, durante la prima edizione. Tutte le accuse, che hanno coinvolto direttamente Salvadori come responsabile, sono state archiviate. «Io rispetto tutte le posizioni, però inizio a essere stanco delle prese di posizione strumentali, che utilizzano notizie distorte per attaccarci», dice Salvadori.

«La realtà è che nel 2019 non ci sono stati problemi e quest’anno abbiamo migliorato ulteriormente l’organizzazione. Con il WWF c’è un confronto franco: abbiamo scelto insieme di evitare alcune spiagge che nella prima edizione avevano sollevato più polemiche, abbiamo spostato alcune date, e promosso moltissime iniziative per ridurre l’impatto ambientale oltre ovviamente al coinvolgimento di professionisti riconosciuti per tutto il tema delle autorizzazioni. Il problema è che non si riesce a far passare il concetto che ci sia qualcuno che vuole fare qualcosa di diverso, di unico, di molto più bello rispetto a quanto fatto finora in Italia».