• Italia
  • Mercoledì 6 luglio 2022

La Sardegna vuole sospendere le concessioni per gli impianti eolici

Il consiglio regionale sostiene che non ci siano vantaggi economici per l'isola a fronte di un impatto significativo sull'ambiente

Pale eoliche nel Regno Unito (Theodor Vasile/Unsplash)
Pale eoliche nel Regno Unito (Theodor Vasile/Unsplash)
Caricamento player

Martedì il consiglio regionale sardo ha approvato un ordine del giorno unitario in cui «impegna» il presidente Christian Solinas e la giunta regionale a ridiscutere con il governo nazionale i piani per la costruzione di nuovi impianti eolici in mare, chiedendo una sospensione del rilascio delle concessioni «a fini speculativi». L’ordine del giorno è stato votato da tutti i consiglieri tranne due: uno, del Partito Democratico, che si è astenuto, e un altro che non ha partecipato al voto.

L’iniziativa del consiglio regionale non è vincolante, perché approvata in un semplice ordine del giorno. È comunque significativa, perché è stata presa dopo che altre amministrazioni locali sarde, nelle scorse settimane, si erano lamentate delle troppe concessioni per la costruzione di impianti eolici nei tratti di mare di loro competenza. Nell’ordine del giorno si legge che «quasi quotidianamente vengono presentate richieste di concessione demaniale. In nessuno dei progetti emerge una qualche utilità per la collettività: a fronte di interventi fortemente impattanti sull’ambiente e il paesaggio, non è contemplato alcun vantaggio economico relativo, ad esempio, al costo dell’energia».

Le opposizioni in consiglio regionale, ossia il Movimento 5 Stelle e il centrosinistra, hanno approfittato dell’ordine del giorno per criticare Solinas, colpevole secondo loro di non essersi fatto sentire con il governo nazionale per tutelare gli interessi sardi in ambito energetico. Ma anche all’interno della maggioranza di centrodestra, che sostiene Solinas, si chiede che la Sardegna venga coinvolta di più nelle decisioni prese dal governo.

Francesco Mura, consigliere di Fratelli d’Italia, ha detto che la Sardegna «è disposta a valutare qualsiasi azione ma lo deve fare con un ruolo da protagonista», mentre il presidente del consiglio regionale, Michele Pais (della Lega), ha detto che «la Sardegna è favorevole alle energie rinnovabili ma è necessaria una piena condivisione per stabilire modalità, impatto ambientale e ricadute per l’isola perché non sono più tollerabili scelte imposte dall’alto».

Attualmente le richieste di installazione di impianti eolici presentate in Sardegna sono 13 e prevedono la costruzione di circa 700 pale eoliche in totale. Secondo il censimento di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, le richieste di collegamento alla rete di questi impianti sono concentrate nel sud e nel nordest dell’isola per un totale di 7.520 megawatt. Lo sfruttamento dell’energia eolica è una parte importante dei piani del ministero della Transizione ecologica, ma come testimonia l’iniziativa dei consiglieri sardi spesso l’iter per avviare i progetti è lungo e accidentato proprio per la resistenza delle amministrazioni locali.

È andata così anche per l’unico impianto eolico in mare attivo in Italia, quello di Taranto. Da quando fu presentata la prima proposta alla messa in funzione, avvenuta lo scorso aprile, sono passati 14 anni, principalmente a causa di ricorsi presentati dal comune che era contrario al progetto.

– Leggi anche: Ci sono voluti 14 anni per finire il primo impianto eolico nel mare italiano