Il comune di Milano ricomincerà a riconoscere i figli delle coppie omosessuali, ha detto il sindaco Beppe Sala

Sostenitori dell'Associazione Famiglie Arcobaleno, l'associazione di riferimento per i genitori LGBT+ in Italia, durante il Pride di Milano, il 2 luglio 2022 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
Sostenitori dell'Associazione Famiglie Arcobaleno, l'associazione di riferimento per i genitori LGBT+ in Italia, durante il Pride di Milano, il 2 luglio 2022 (ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Sabato, in occasione del Pride a Milano, il sindaco Beppe Sala ha annunciato che il comune di Milano ricomincerà a riconoscere come figli di entrambi i genitori i bambini e le bambine nate all’interno di una famiglia omogenitoriale. È un annuncio importante: in Italia manca una legge nazionale sul riconoscimento e in questo campo molto dipende dalle iniziative delle singole amministrazioni comunali.

Come altri comuni, quello di Milano aveva smesso di riconoscere i figli dei genitori omosessuali qualche anno fa, a seguito soprattutto di una sentenza della Cassazione, la n.12193 del 2019 a sezioni unite, con cui non fu ritenuto trascrivibile sul certificato di nascita italiano lo status genitoriale di uno dei due papà di un bambino nato all’estero. Molti comuni che prima garantivano il riconoscimento avevano quindi interrotto il servizio, in attesa che il parlamento facesse una legge per garantire questo diritto ai bambini con due genitori omosessuali.

Il parlamento non ha ancora fatto nessuna legge – nonostante le battaglie di organizzazioni come Famiglie Arcobaleno, l’associazione di riferimento per i genitori LGBT+ in Italia – e molto continua a dipendere dai singoli comuni: l’annuncio di Sala significa che all’anagrafe di Milano ai figli di due mamme e due papà residenti in città sarà nuovamente riconosciuto il proprio legame di parentela con entrambi i genitori.

– Leggi anche: Il problema del riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali in Italia