Si è dimesso il presidente del partito Conservatore britannico dopo due importanti sconfitte del partito alle elezioni suppletive di giovedì 

Boris Johnson (Dan Kitwood/Pool Photo via AP)
Boris Johnson (Dan Kitwood/Pool Photo via AP)

Venerdì, dopo due grosse sconfitte del partito Conservatore britannico alle elezioni suppletive, quelle per assegnare seggi parlamentari rimasti vacanti, si è dimesso il presidente del partito, Oliver Dowden.

Secondo alcuni commentatori, Dowden ha deciso di lasciare il suo incarico in polemica con il primo ministro Boris Johnson, leader del partito Conservatore. Sul risultato delle elezioni hanno infatti pesato molto gli scandali per le feste organizzate nella residenza di Johnson in violazione dei lockdown imposti per la pandemia. «Non possiamo continuare ad andare avanti come se niente fosse. Qualcuno deve assumersi delle responsabilità», ha detto Dowden, riferendosi molto probabilmente al fatto che, nonostante le molte pressioni da parte dell’opposizione e dei critici interni al suo stesso partito, il primo ministro Johnson non sembra avere alcuna intenzione di dimettersi.

Le elezioni suppletive perse dal partito Conservatore si sono svolte in due importanti collegi nel sud e nel nord del Regno Unito, conquistati rispettivamente dai Liberal democratici e dai Laburisti.

Il collegio del sud è quello di Tiverton e Honiton, che fino a ora era stato storicamente controllato dai Conservatori; il collegio del nord è quello di Wakefield, nel cosiddetto “Red Wall”. È una zona abitata da operai in cui il Partito Laburista aveva dominato incontrastato per oltre 40 anni, e che con le elezioni del 2019 era inaspettatamente passata a sostenere il Partito Conservatore. Con queste elezioni, il partito di Johnson ne ha nuovamente perso il controllo.

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