Il Po a secco

La siccità è evidente nelle ultime foto satellitari e potrebbe portare al razionamento dell'acqua in un centinaio di comuni piemontesi e lombardi

Il Po in secca vicino a Cremona, il 15 giugno 2022 (ANSA / Filippo Venezia)
Il Po in secca vicino a Cremona, il 15 giugno 2022 (ANSA / Filippo Venezia)
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In 80 comuni della provincia di Torino e 25 della provincia di Bergamo le forniture d’acqua nelle case potrebbero essere razionate, per il momento solo durante la notte, per far fronte alle conseguenze della siccità nella Pianura Padana. Secondo l’ultimo bollettino dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del Po (AdBPo), il più grande fiume italiano sta attraversando «la peggior crisi da 70 anni ad oggi». Con l’eccezione di Piacenza, in tutti i punti del Po in cui si misura il livello del fiume le portate sono ampiamente sotto le medie di giugno e il cuneo salino, cioè il punto in cui l’acqua salata del mare Adriatico è risalita nella pianura, è arrivato a 20 chilometri dalla costa.

Con la fine del periodo in cui ci si potevano aspettare piogge primaverili (che ci sono state ma non in misura tale da attenuare gli effetti di mesi senza precipitazioni) e il notevole aumento delle temperature delle ultime settimane (sono stati registrati fino a 2 °C in più rispetto alle medie stagionali nella Pianura Padana) è diventato chiaro che la siccità continuerà a durare almeno per tutta l’estate, e riguarderà non solo il Nord Italia ma gran parte del paese. La situazione più grave resta comunque quella del bacino del Po.

Il 10 giugno se ne è discusso a Parma durante una riunione dell’Osservatorio dell’AdBPo, di cui fanno parte, tra gli altri, il ministero della Transizione ecologica, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, la Protezione civile, gran parte delle Regioni del Nord oltre a Toscana e Marche. Nel corso dell’incontro il settore della produzione di energia idroelettrica ha dato la propria disponibilità a dare la precedenza al settore agricolo, in caso di necessità d’acqua. Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica italiana, ha invece fatto presente che potrebbe scarseggiare anche l’acqua che si usa negli impianti di raffreddamento delle altre centrali elettriche.

Il Po in secca a Cremona, il 15 giugno 2022 (ANSA / Filippo Venezia)

Gli enti che gestiscono i prelievi dai grandi laghi – il Lago Maggiore, il Lago di Como, il Lago d’Iseo, il Lago d’Idro e il Lago di Garda – hanno invece confermato che si potrà scendere sotto i livelli minimi sia per permettere le irrigazioni a valle, sia per salvaguardare gli habitat di molte specie animali e vegetali. In occasione della riunione Luigi Mille, direttore generale dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, che tra le altre cose decide quanta acqua del Garda far arrivare al fiume, ha detto che le quantità rilasciate erano state aumentate rispetto alla media.

Tranne il Lago di Garda, tutti i grandi laghi hanno registrato livelli minimi storici per questo periodo dell’anno, e la neve si è totalmente sciolta sulle Alpi di Piemonte e Lombardia.

Secondo la Confederazione italiana agricoltori (CIA), la situazione del Po mette a rischio la metà della produzione agricola e di allevamento della Pianura Padana. «Si può già dire addio al pomodoro tardivo così come a molte orticole, la cui coltivazione, vista la mancanza di acqua necessaria per irrigare, non può neanche essere avviata», ha fatto sapere il 14 giugno l’organizzazione, che prevede una riduzione tra il 30 e il 40 per cento per meloni e cocomeri e del 50 per cento per mais e soia.