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  • Martedì 14 giugno 2022

Perché ci sono così tanti voli cancellati in tutta Europa

La causa principale è la mancanza di personale, dovuta ai molti licenziamenti fatti negli ultimi due anni per via della pandemia

(Cecilia Fabiano/LaPresse)
(Cecilia Fabiano/LaPresse)
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Nelle ultime settimane diverse compagnie aeree di tutto il mondo hanno cancellato molti voli che avevano in programma, e in alcuni casi hanno annunciato che nei prossimi mesi saranno costrette a cancellarne altri. Queste decisioni hanno già causato grossi disagi per i viaggiatori, soprattutto in Europa dove al momento si è concentrata la maggior parte dei voli cancellati, ma situazioni simili si stanno verificando anche negli Stati Uniti. Le cancellazioni hanno tutte grossomodo una motivazione comune, ovvero la mancanza di personale.

Per via della pandemia e delle restrizioni agli spostamenti, molte compagnie aeree avevano deciso di tagliare parte dei posti, licenziando innanzitutto parte del personale di terra, considerato non essenziale nel momento in cui i viaggiatori erano nettamente diminuiti, e in alcuni casi anche piloti e assistenti di volo. Ora che però le restrizioni ai viaggi internazionali sono sempre di meno e che le persone hanno ricominciato a viaggiare in aereo, molte compagnie si sono trovate impreparate e non sono riuscite a trovare personale che subentrasse a quello che era stato licenziato. Questo ha già causato diversi problemi e si pensa che ne possa creare di maggiori nel corso dell’estate, quando si prevede un notevole aumento del numero di persone che viaggeranno per motivi turistici.

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John Holland-Kaye, amministratore delegato della società che gestisce l’aeroporto londinese di Heathrow, ha commentato questa situazione dicendo al Financial Times che quest’anno le prenotazioni di viaggi sono tornate ad aumentare «molto più velocemente» rispetto alla capacità del settore di adattarsi. Secondo Holland-Kaye, il settore negli ultimi due anni ha attraversato «una crisi esistenziale» da cui sta facendo fatica a riprendersi per la mancanza di ricavi e per i costi fissi molto elevati che le compagnie devono continuare a sostenere.

Le prime avvisaglie di quello che potrebbe succedere nel corso dell’estate si erano già viste un paio di settimane fa nel Regno Unito, dove due giorni di festa vicini a un weekend avevano messo in crisi molti aeroporti del paese: in occasione del Platinum Jubilee, ovvero i festeggiamenti per i 70 anni di regno di Elisabetta II del Regno Unito, erano stati istituiti due giorni di festa nazionale per giovedì 2 e venerdì 3 giugno, che uniti al weekend avevano dato la possibilità ai cittadini britannici di fare un lungo ponte di vacanza. Ma le compagnie aeree non erano riuscite a trovare abbastanza personale in tempo per quei giorni, e all’ultimo momento avevano dovuto cancellare molti voli.

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Sempre nel Regno Unito nei giorni successivi diverse compagnie aeree avevano annunciato decine di altri voli cancellati quotidianamente: una di quelle che hanno cancellato il maggior numero di voli è stata la low cost britannica EasyJet, tra le compagnie più in crisi di recente (a inizio maggio aveva anche annunciato che avrebbe tolto l’ultima fila di posti da alcuni suoi aerei, per poter impiegare meno personale di volo).

Ma i problemi non si sono fermati al Regno Unito, e la scorsa settimana anche la tedesca Lufthansa ha annunciato che a luglio dovrà cancellare circa mille voli nazionali e internazionali, gestiti anche dalle sue controllate Eurowings, Swiss Air e Brussels Airlines, sempre per via della mancanza di personale.

In Italia l’8 giugno alcune compagnie aeree avevano dovuto cancellare più di 300 voli a causa di uno sciopero indetto dal personale: anche in questo caso c’entrava la crisi economica dovuta alla pandemia. I sindacati di categoria avevano infatti motivato lo sciopero con le cattive condizioni contrattuali e lavorative a cui sono sottoposti piloti, assistenti di volo e altri dipendenti delle compagnie, che sono peggiorate negli ultimi mesi dopo le operazioni di risparmio e i licenziamenti decisi per far fronte alla crisi. I sindacati hanno avvertito che, se non ci saranno azioni concrete per migliorare le condizioni dei lavoratori, nelle prossime settimane potrebbero esserci nuovi scioperi.