Le stranissime elezioni a Castelguidone

L'unico candidato sindaco era stato soltanto una volta nel piccolo paese abruzzese, e non ha preso nemmeno un voto: c'è stato un solo elettore, e ha lasciato la scheda bianca

Il borgo di Castelguidone (foto Comune di Castelguidone)
Il borgo di Castelguidone (foto Comune di Castelguidone)
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A Castelguidone, un paese di 301 abitanti in provincia di Chieti, in Abruzzo, lo scrutinio delle elezioni comunali è stato molto veloce: quando i funzionari hanno aperto l’unica urna elettorale all’interno c’era soltanto una scheda. Uno solo dei 278 aventi diritto aveva votato, ma per sbaglio: aveva ritirato anche la scheda delle comunali pur volendo esprimersi soltanto sui referendum. La sua scheda era pertanto bianca, e l’unico candidato sindaco, Guglielmo De Santis, ha ottenuto così zero voti, così come i candidati consiglieri della sua lista. Con un solo elettore, l’affluenza è stata dello 0,36 per cento e per questo il comune sarà commissariato.

De Santis non ha convinto letteralmente nessuno. «Non è che non mi aspettassi di prendere zero voti», spiega al Post con un certo realismo, ammettendo di essere stato a Castelguidone soltanto una volta, «in incognito», per vedere com’era il paese. De Santis abita infatti a Gallipoli, in Puglia, a quasi cinquecento chilometri di distanza, e questa non era la sua prima candidatura un po’ estemporanea in un’altra regione.

Era candidato con una lista chiamata Rinascita Italia, un raggruppamento di piccoli movimenti politici di destra che spesso si presentano alle elezioni nei comuni con meno di mille abitanti. Tra questi movimenti c’è anche L’Altra Italia, il partito di cui De Santis è coordinatore per le regioni del Centro e del Sud, che lo scorso anno venne coinvolto in un’indagine della Guardia di Finanza di Padova: secondo gli inquirenti, L’Altra Italia aveva candidato persone a loro insaputa in diverse province con l’obiettivo di ottenere visibilità a livello nazionale.

De Santis non ha ottenuto nessun voto essenzialmente perché a Castelguidone è sconosciuto. Ha 61 anni, lavora alla Polizia locale e ha una certa passione per la politica. Dopo aver aderito al Partito socialista, a partire dal 1995 iniziò un complicato percorso interno al centrodestra che negli ultimi anni lo aveva portato a candidarsi con la Lega alle Regionali in Puglia («Nel 2015 ho ottenuto 500 preferenze spendendo 100 euro in campagna elettorale», sostiene), poi con L’Altra Italia alle comunali di Casarano in provincia di Lecce, a Cermignano e a Pietracamela, in provincia di Teramo, in Abruzzo, sempre alle comunali. Suo figlio Pier Paolo è invece consigliere comunale a Cessapalombo, un comune di 400 abitanti in provincia di Macerata.


Unico candidato sindaco e in competizione con il quorum fissato al 40 per cento necessario perché l’elezione fosse considerata valida, De Santis non ha organizzato una grande campagna elettorale. Anche gli otto candidati della sua lista erano pugliesi: di Gallipoli, Gagliano del Capo e Cerignola. «Non è che non mi aspettassi di prendere zero voti», spiega, «però mi chiedo come mai non si sia candidato nessun altro. Noi ci presentiamo nei piccoli comuni per far conoscere il nostro simbolo, come testimonianza».

A chi lo accusa di candidarsi soltanto per ottenere giorni di permesso dal lavoro, risponde che per la sua qualifica non sono previsti permessi elettorali. «E se fossi stato eletto, anche soltanto come consigliere di opposizione, sarei andato a tutti i consigli comunali. Mi piace l’Abruzzo».

De Santis sperava di non rimanere da solo. Avrebbe potuto perlomeno creare qualche fastidio a un altro candidato, come accade solitamente nei comuni in cui si presentano liste di persone sconosciute agli elettori. Invece a Castelguidone, come è successo in molti altri piccoli paesi, è stato impossibile trovare qualcuno del luogo disposto ad amministrare il comune.

L’ex sindaco, Donato Sabatino, ha appena concluso il suo secondo mandato. Avrebbe potuto farne un altro, ma da tempo aveva avvisato le persone che fanno parte della sua lista della sua indisponibilità a governare il paese per altri cinque anni. «Sono un direttore di banca e non ho proprio più il tempo per fare il sindaco», dice. «Il mio lavoro è impegnativo e amministrare non è uno scherzo: servono molti sacrifici. Gli ultimi dieci anni sono stati molto faticosi».

C’era stato un tentativo di trovare un candidato in continuità con l’attuale amministrazione, ma poco prima di presentare le liste non è stato trovato un accordo. È rimasto soltanto De Santis, che nemmeno l’ex sindaco conosce. «Non so chi sia, nessuno lo ha mai visto», dice. «Gli abitanti di Castelguidone hanno preferito il commissariamento a una persona sconosciuta. Io spero soltanto che il commissario porti avanti le opere a cui abbiamo iniziato a lavorare: tre progetti per prevenire il dissesto idrogeologico e la sistemazione del municipio». L’anno prossimo non si ripresenterà alle elezioni, nonostante l’anno di pausa. Mentre De Santis, anche se deluso dal risultato ottenuto domenica, promette che ci riproverà, anche perché è impossibile fare peggio.

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