Tra i tanti problemi del concerto di Vasco a Trento c’è anche un orso

M49 vive a poca distanza dal palco e le preoccupazioni su come reagirà si sono aggiunte alle molte precedenti

L'orso M49 (ufficio stampa provincia di Trento)
L'orso M49 (ufficio stampa provincia di Trento)
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Nei giorni scorsi, in seguito a un’interrogazione presentata in Consiglio provinciale, è emerso un nuovo problema legato al discusso concerto di Vasco Rossi a Trento, il più grande evento organizzato in Trentino negli ultimi anni per numero di spettatori attesi, grandezza dell’area e investimenti. La consigliera provinciale di Europa Verde, Lucia Coppola, ha chiesto al presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti se non sia opportuno proteggere l’orso M49 dal livello elevato di decibel prodotti dal concerto in programma il 20 maggio.

L’orso M49, protagonista di due fughe negli ultimi anni, si trova all’interno del vivaio forestale Casteller, a poche centinaia di metri dalla Trento Music Arena, un’area grande 27 ettari in località San Vincenzo, a sud di Trento, tra la ferrovia del Brennero, una strada e appunto la collina del Casteller. Coppola dice che la Provincia, organizzatrice dell’evento, dovrebbe coinvolgere i veterinari del vivaio forestale per mettere in atto «tutte le azioni possibili per una riduzione del danno da spavento», anche con l’aiuto di sedativi blandi con effetti limitati alle ore del concerto, in modo da non compromettere la salute dell’orso.

Da anni va avanti un dibattito sulla presenza e la gestione degli orsi bruni in Trentino, dove gli animali furono reintrodotti negli anni Novanta. La crescita della popolazione, avvenuta in un territorio ristretto e dove vivono molte persone, ha reso più frequenti gli incontri tra orsi e umani, che in alcuni casi hanno creato grossi problemi. Per questo le autorità trentine cercano da tempo di avere un maggiore controllo sugli orsi, anche utilizzando metodi duramente contestati dalle associazioni per la difesa degli animali.

– Ascolta anche: M49 – Una storia di orsi e persone, un podcast del Post

Diversi giornali, approfittando del titolo di una canzone di Vasco Rossi, hanno scritto che M49 ha avuto una «vita spericolata». In effetti negli ultimi anni M49 è stato protagonista di due fughe eclatanti. Il 14 luglio 2019, in seguito a un’ordinanza firmata dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, fu catturato nel comune di Porte di Rendena. Portato nel vivaio forestale del Casteller, riuscì a scappare il giorno dopo scavalcando una barriera alta quattro metri e tre recinti elettrificati.

Il 30 aprile 2020, dopo diversi avvistamenti, M49 venne catturato in Val Rendena, grazie a una trappola a tubo. Restò nel recinto del Casteller per pochi mesi, poi il 27 luglio del 2020 riuscì a scappare di nuovo. Aprì un varco nella rete di metallo rompendo le saldature. Grazie a un radiocollare, il personale della Forestale riuscì a monitorare i suoi spostamenti sulla catena montuosa del Lagorai.

Il 27 agosto il radiocollare venne trovato a terra. La terza cattura avvenne tra il 6 e il 7 settembre del 2020, in Val Cion. Da allora M49 è rimasto nel recinto del Casteller. «A differenza degli altri animali, che possono allontanarsi dalle zone vicine al concerto, M49 non ha alternative: è imprigionato», spiega Coppola. «È compito della Provincia ridurre l’impatto di questo concerto e rendere la prigionia meno dolorosa». La consigliera ricorda che in passato, quando il vivaio forestale ospitava altri due orsi, M57 e DJ3, si erano verificati episodi di autolesionismo per via del rumore causato da un cantiere. Gli orsi si muovevano in modo compulsivo e per questo erano stati leggermente sedati.

Martedì il presidente Fugatti dovrà rispondere all’interrogazione di Coppola, ma la salute di M49 è soltanto uno dei tanti problemi causati dal concerto di Vasco Rossi, un evento che sembra aver raggiunto dimensioni e costi molto impegnativi per un’istituzione come la Provincia di Trento. A due settimane dal concerto la commissione provinciale di vigilanza non ha ancora dato un parere sull’organizzazione delle estese misure di sicurezza. A Trento, città di poco meno di 120mila abitanti, sono attese in totale 110mila persone: i biglietti venduti sono 120mila, di cui 11mila acquistati dagli abitanti di Trento. Saranno 10mila le persone, tra volontari e addetti, in servizio per l’accoglienza e la sicurezza.

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La Provincia ha iniziato a gennaio a lavorare alle misure di sicurezza coinvolgendo le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la Protezione civile. Il direttore generale della Protezione civile, Raffaele De Col, ha detto al Dolomiti che l’area è pronta al 95 per cento. Secondo il presidente Fugatti «tutto si svolgerà regolarmente, mentre i disagi saranno limitati».

Molte delle polemiche degli ultimi mesi hanno riguardato i costi di organizzazione del concerto, a carico della Provincia di Trento. I consiglieri del Partito Democratico Luca Zeni e Alessio Manica hanno consultato tutte le delibere pubblicate per calcolare i costi sostenuti dall’ente. Secondo le stime dei consiglieri di opposizione, l’evento costerà 6,5 milioni di euro. I costi generali di allestimento sono di 1,6 milioni, la sistemazione dell’area San Vincenzo è costata poco meno di 3 milioni di euro. I costi per il personale impegnato nell’organizzazione, sempre secondo una stima dei consiglieri, ha raggiunto il milione di euro. E sempre un milione di euro è il costo della rimozione e dello spostamento del punto vaccinale che fino a pochi mesi fa si trovava nell’area del concerto.

L’ufficio studi della Confcommercio di Trento ha lavorato a un’indagine per capire quali saranno le ricadute economiche del concerto sul territorio. Lo studio dice che ogni spettatore italiano spenderà in media 121 euro, mentre gli spettatori stranieri 113 euro. Secondo l’indagine, il concerto garantirà al territorio di Trento un beneficio economico di 6,1 milioni di euro.

Durante la presentazione del concerto, nel luglio dello scorso anno, il presidente Fugatti aveva detto che l’indotto sarebbe stato tra 15 e 20 milioni di euro. «Soprattutto c’è da mettere in risalto il grandissimo valore promozionale per il nostro territorio», aveva detto Fugatti. «Conosciamo i numeri che Vasco Rossi può fare, e con questi numeri il successo è assicurato. Per noi è motivo di orgoglio poter dire che abbiamo portato Vasco Rossi in Trentino».

Tra le altre cose, la Provincia autonoma ha riservato al cantante alcuni generosi benefit come il trasporto in elicottero dal luogo del concerto alla località trentina in cui risiederà durante la settimana delle prove generali, l’accoglienza a tutto lo staff con spese per un limite massimo di 300mila euro, una mostra dedicata a Vasco, il conferimento dell’Aquila di Venceslao, la massima onorificenza provinciale, e addirittura l’intitolazione di una via o una piazza.