Le polemiche sulla mancata visita di Olaf Scholz a Kiev

Il cancelliere tedesco ha detto che il motivo è il rifiuto ucraino a una visita del presidente Steinmeier: l'ambasciatore ucraino lo ha molto criticato

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (AP Photo/Markus Schreiber)
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (AP Photo/Markus Schreiber)

Lunedì, nel corso di un’intervista all’emittente ZDF, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che per il momento non ha in programma di andare in visita a Kiev, in Ucraina, come avevano fatto invece molti altri leader europei nelle ultime settimane.

Scholz ha spiegato che la sua decisione si deve al rifiuto opposto dalle autorità ucraine a una visita di Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica federale tedesca dal 2017 e storico leader politico dei Socialdemocratici, lo stesso partito di Scholz. Steinmeier sarebbe dovuto andare in Ucraina a metà aprile, ma il governo ucraino aveva respinto la sua richiesta, come aveva detto lo stesso Steinmeier nel corso di una visita a Varsavia, in Polonia.

L’Ucraina non aveva commentato ufficialmente il suo rifiuto, ma da tempo le autorità ucraine criticavano Steinmeier per via dei suoi noti legami con politici e imprenditori russi e per il suo coinvolgimento nelle trattative sui cosiddetti accordi di pace firmati tra Ucraina e Russia a Minsk nel 2014.

All’epoca Steinmeier era ministro degli Esteri del governo di Angela Merkel, ed era stato uno dei negoziatori nella firma di quegli accordi, che prevedevano un cessate il fuoco nella regione del Donbass e l’impegno da parte dell’Ucraina di garantire maggiori poteri alle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk. Secondo l’Ucraina quell’accordo fu eccessivamente sbilanciato a favore della Russia, e Steinmeier ne sarebbe stato tra i principali sostenitori.

In riferimento al rifiuto della visita di Steinmeier, nell’intervista di lunedì Scholz ha motivato la sua decisione di non andare a Kiev dicendo che non si può dire «il presidente non può venire» a un paese come la Germania che fornisce «così tanta assistenza militare e finanziaria all’Ucraina» e che si sta impegnando per garantire il futuro e la sicurezza del paese.

Le parole di Scholz sono state duramente criticate dall’ambasciatore ucraino in Germania, Andriy Melnyk, che martedì in un’intervista all’agenzia di stampa tedesca DPA ha detto:

«Mettere il broncio non è molto da statista. Siamo nella guerra di sterminio più brutale dall’attacco nazista all’Ucraina: non siamo all’asilo».

Melnyk – che in tedesco ha usato una particolare frase idiomatica, il cui senso è lo stesso, «fare il wurstel offeso non è molto da statista» – ha poi aggiunto che, al di là delle visite di stato, quello che l’Ucraina si attende dalla Germania è che fornisca maggiori aiuti militari. «Ciò che l’Ucraina si aspetta molto di più di qualsiasi visita simbolica è che il governo della Germania attui rapidamente la decisione del parlamento tedesco di consegnare armi pesanti all’Ucraina e che mantenga le promesse fatte finora».

Il 28 febbraio il parlamento tedesco aveva infatti approvato per la prima volta dall’inizio della guerra l’invio diretto di circa 50 sistemi antiaerei, su proposta del governo, rivedendo sensibilmente le proprie politiche sull’impiego di armi e mezzi militari per le attività di difesa dell’esercito ucraino. Questa decisione aveva segnato un cambiamento significativo rispetto alle posizioni delle ultime settimane del governo tedesco, che era stato criticato dagli altri paesi europei e dagli Stati Uniti per avere una posizione debole sul tema delle armi pesanti da fornire all’Ucraina per difendersi.

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