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  • Mercoledì 13 aprile 2022

È iniziata la somministrazione della quarta dose agli anziani

È raccomandata a tutte le persone con più di 80 anni che hanno ricevuto la terza dose da almeno 120 giorni

(Francesca Volpi/Getty Images)
(Francesca Volpi/Getty Images)
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In molte regioni italiane è iniziata la somministrazione della quarta dose del vaccino contro il coronavirus alle persone con più di 80 anni. Da lunedì sono state vaccinate 468 persone. Le prenotazioni sono state aperte da pochi giorni, dopo la diffusione di una nota del ministero della Salute, dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) e dell’Istituto superiore di sanità (ISS) che autorizzava la somministrazione di un vaccino a mRNA (di Pfizer-BioNTech o Moderna) alle persone con più di 80 anni e agli ospiti delle residenze per anziani. Il ministero non la chiama “quarta dose”, bensì “second booster”, cioè la seconda dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale con due dosi.

La quarta dose è raccomandata «nell’ottica di un ulteriore consolidamento della protezione conferita dai vaccini e nel rispetto del principio di massima precauzione». Viene somministrata non prima che siano passati 120 giorni dalla terza dose e al momento sono escluse le persone che si sono contagiate dopo la terza dose.

Finora in Italia hanno ricevuto la terza dose quasi 4 milioni di persone con più di 80 anni sul totale di quasi 4,4 milioni vaccinati, mentre 145mila anziani non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale.

Una delle prime analisi sulla quarta dose era stata realizzata tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 tra il personale sanitario di un ospedale in Israele, sottoposto a un’ulteriore dose. La vaccinazione si era rivelata inadeguata nel fermare le infezioni dovute alla variante omicron, molto più contagiosa delle varianti precedenti, ma aveva comunque contribuito a fornire un’alta protezione contro le forme gravi di COVID-19.

L’autorizzazione della quarta dose a un’intera fascia d’età, la più a rischio, è arrivata quasi un mese dopo l’inizio della somministrazione alle persone immunodepresse e con altri problemi al sistema immunitario, i cosiddetti fragili. Anche gli immunodepressi, come gli anziani, possono ricevere il vaccino nuovamente purché sia trascorso un intervallo minimo di 120 giorni dal primo richiamo. Finora sono state somministrate 70.598 dosi alle persone immunodepresse su una platea di 791.376 persone.

Durante una conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute, il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha spiegato che la quarta dose è molto importante per rinforzare la risposta immunologica soprattutto per le persone immunocompromesse. «Oggi, per questa fascia di popolazione, siamo a percentuali di somministrazione largamente migliorabili», ha detto Locatelli. «Dobbiamo conferire loro massima protezione. Infine aggiungiamo una raccomandazione per gli over 80, ospiti delle residenze sanitarie e tutti coloro tra 60 e 79 anni che hanno connotazioni di fragilità per patologia concomitante».

All’inizio dell’anno, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) aveva segnalato dubbi sulla necessità di procedere con una quarta dose di vaccino per tutte le persone. Come in altre occasioni nel corso della pandemia, l’EMA aveva invitato i governi europei ad attendere nuovi studi e analisi che fornissero qualche evidenza scientifica sull’utilità di un ulteriore richiamo.

Secondo gli studi fatti finora, sembra che gli effetti della terza dose tendano ad attenuarsi sensibilmente con il passare del tempo, per lo meno per quanto riguarda la capacità di prevenire l’infezione. Per questo motivo la somministrazione di una quarta dose potrebbe essere più un tema di quando, che di se.

Molte aziende sono al lavoro per sviluppare vaccini adatti alle nuove varianti emerse negli ultimi mesi. Prima di essere utilizzati dovranno essere sottoposti al processo di valutazione dell’EMA, l’Agenzia europea per i medicinali.

Il direttore generale dell’AIFA, Nicola Magrini, ha detto che l’obiettivo è di riuscire a sviluppare un vaccino “pan-coronavirus”, cioè contro tutti i coronavirus. In merito alla possibile estensione della vaccinazione ad altre fasce d’età, Magrini ha spiegato che la campagna vaccinale autunnale dovrebbe riguardare le persone con più di 50 o 60 anni, quindi non tutta la popolazione, anche se una decisione definitiva sarà presa soltanto nei prossimi mesi e probabilmente in accordo con gli altri paesi europei.